"La discussione sulle prescrizioni imposte dalla Provincia di Savona nella nuova AIA a Italiana Coke sono surreali. Nell'era dell'emergenza climatica, conseguenza dell'eccessivo utilizzo delle fonti fossili, vi sono ancora resistenze al miglioramento dei processi produttivi, al controllo delle emissioni inquinanti, alla definizione degli adempimenti necessari in caso l'azienda cessasse la propria attività.
È imprescindibile vengano date garanzie rispetto alla gestione e al sostegno dei costi di bonifica del sito perché troppo spesso questi sono rimasti a carico del pubblico”.
Questo il primo commento del presidente di Legambiente Liguria, Santo Grammatico, a margine di quanto dichiarato da Italiana Coke in merito alle prescrizioni rilasciate l’altro ieri dalla Provincia di Savona che impegnano l’azienda a rispettare vincoli ambientali.
Grammatico, inoltre, sottolinea come da tempo l’associazione ambientalista chieda una conversione industriale dell'area, “per tutelare i lavoratori e cominciare a far uscire la Val Bormida da una notorietà e una percezione collegata ad un modello industriale pesante e insalubre, cui pare essere condannata. Questo territorio ha potenzialità, storiche, naturalistiche, paesaggistiche e legate ad un importante know how industriale che può consentire un grande salto di qualità".
Dai dati disponibili e riportati sul Registro delle emissioni di ISPRA negli ultimi otto anni dal 2010 al 2017 la Italiana Coke ha immesso in atmosfera oltre un milione di tonnellate di anidride carbonica, più di 2.000 tonnellate di ossidi di azoto e 59,24 tonnelate di benzene. Seppur rispetto al 2010 i tre parametri siano diminuiti per quantità emesse è il continuo accumulo e il contributo eccessivo dato negli anni a preoccupare, così come il trend di aumento per le immissioni di anidride carbonica che, toccato un minimo nel 2015 con 115mila tonnellate, è risalita nel 2016 per attestarsi nel 2017 con un contributo all'aumento della concentrazione dei gas clima alteranti per 118mila tonnellate.
In allegato foto del blitz dello scorso anno di Legambiente a Cairo Montenotte per dire basta alle fonti fossili.
Sulla vicenda intervengono anche i Verdi savonesi:
"Oggi la Presidenza regionale di Legambiente interviene sulla crisi di Italiana Coke per sostenere l'ennesima intollerabile situazione dove dinanzi alle prescrizioni imposte nella nuova AIA dalla Provincia all'azienda sono cominciati nuovamente i gravi lamenti sull'insostenibilità dei vincoli ambientali imposti.
Se qualcuno dovesse lamentarsi questa dovrebbe essere la popolazione della Valle Bormida che in questi anni, in particolare a Bragno, continua a registrare una pesante situazione ambientale, a stare ai dati ricavati dal Registro delle emissioni ISPRA e analizzati oggi da Legambiente secondo notizie di stampa.
Se aggiungiamo questa notizia al fatto che il Comune di Cairo Montenotte si è rifiutato di dichiarare l'emergenza climatica proposta dai verdi e dall'opposizione civica ed ecologista a fronte della grave situazione della diga di San Giuseppe e delle altre gravi situazioni ambientali esistite o esistenti in Valle Bormida si può ben capire che il centrodestra locale e regionale vuole continuare a proporre un modello di crescita insostenibile e fondato sulla logica del carbone fossile e nulla piu'.
Se associamo questa vicenda alla grave situazione dell'ACNA tuttora sospesa e alle altre esistenti nella valle sorge la domanda:
Perche', mentre le Langhe stanno uscendo dalla situazione di crisi anche con la dichiarazione di patrimonio dell'umanità dell'UNESCO insieme a Roero e Monferrato,la Valle Bormida ligure deve continuare a subire una industria pesante a non cogliere mai le occasioni di bonifica?
Perche' la valle Bormida ligure non può pensare ad una industria green e non inquinante?
Perche' la Valle Bormida Ligure non può valorizzare, come sta facendo il Piemonte,i propri prodotti tradizionali e i propri valori culturali ed ambientali?
Perche' infine,ad esempio,una alternativa proposta alla situazione dell'ACNA è la creazione di una sorta di nuovo inceneritore proposto da ENI per estrarre bio-etanolo o bio-metano dai rifiuti ed in particolare da quelli trattati come combustile secondario per cui mai avremo "rifiuti zero" poiche' sarà piu' interessante portare tutto al nuovo impianto dell'ACNA?
Noi Verdi chiamiamo tutte le associazioni e la popolazione valbormidese alla lotta per definire un nuovo modello di crescita sostenibile perche' così questo sistema inquinante non può continuare".