Cultura31 agosto 2019 08:07

Ciao Professore

Si apre con un omaggio ad Andrea Camilleri, recentemente scomparso, il numero di settembre del Pirandello

Ciao Professore

La ripresa dopo la pausa estiva purtroppo si apre con la triste notizia della scomparsa di Andrea Camilleri: era vecchio e cieco, ma la sua presenza era come quella di un saggio, coltissimo, fantasioso e arguto amico.

Molte parole sono state spese (e molto bene) per ricordarlo.

Però in questa nostra rivista io vorrei dare un mio personale contributo.

Grazie a Montalbano, Camilleri (già noto, ma non a tutti, come registra teatrale e televisivo) è diventato uno scrittore popolare a livello mondiale; per noi siciliani (con buona pace dei puristi) ha avuto anche il merito di sdoganare presso un pubblico vastissimo, il dialetto siciliano che, sia pure grazie a molte licenze ha reso comprensibile a tutti.

Molto belli i primi romanzi, poi è prevalsa un pò la routine.

Ma che fosse uno scrittore eccellente, Camilleri lo ha dimostrato con i suoi romanzi "storici" anche il tagli originale che è riuscito a dar loro; ricordo in particolare le "cose dette e cose scritte" de "La concessione del telefono" il salto di mentalità del protagonista da legalitario genovese a sofista siciliano ne "La mossa del Cavallo" il testo scritto come una sceneggiatura de "Il birraio di Preston".

Ma a mio parere si è rivelato uno scrittore "grande" (allineandosi con gli altri scrittori agrigentini Pirandello e Sciascia) nei suoi tre romanzi dedicati alla donna come protagonista di miti nuovi ma antichi, legata indissolubilmente alla natura di una terra che esercita su tutti noi un fascino subliminale: la donna Sirena (Maruzza Musumeci) la donna Albero (Il casellante) la donna Capra (Il sonaglio).

Il primo romanzo è legato al mare, presenza costante e fonte di vita e di morte per i siciliani; il secondo alla desolata campagna siciliana, bisognosa di ombra e di frutti, e il terzo nella provincia di Enna, terra del mito intramontabile di Proserpina.

Per crearli ci voleva la sterminata cultura radicata nella nostra terra di Andrea Camilleri, e la sua splendida fantasia alimentata da uno spirito ancestrale che l'ha felicemente ispirato anche in quell' "Unicum" che è stata la "Conversazione con Tiresia".

Un'altissima atmosfera fantastico-poetica lega i tre romanzi. Solo in Steinbeck avevo trovato qualcosa di simile.

Ecco, è qui che per me Camilleri è un grande scrittore.

Enzo Motta

L'intero numero è scaricabile QUI.

LNS