Martedì 12 e mercoledì 13 novembre vi proponiamo "Aquile Randagie": diretto da Gianni Aureli e realizzato anche grazie a un crowdfunding (segno di una sentita adesione dal basso) il film racconta, con riferimenti storici precisi, il rifiuto da parte di un gruppo di ragazzi del decreto fascista con cui il Duce chiuse tutte le associazioni giovanili. Nacquero così le Aquile Randagie che continuarono le attività scout in clandestinità resistendo al regime.
Sempre martedì 12 e mercoledì 13 novembre, la nostra sala propone "Martin Eden": liberamente ispirato al romanzo più celebre dello scrittore americano Jack London, il "Martin Eden" di Pietro Marcello sposta l'azione da Oakland a Napoli per raccontare le vicende di un ragazzo dalle umili origini che, a costo di enormi fatiche, insegue il sogno di diventare scrittore. Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile (Luca Marinelli) al Festival di Venezia 2019.
Giovedì 14 novembre, alle ore 21.00, Nuovofilmstudio è lieto di presentare il nuovo ciclo cinematografico "Giovedì di genere - giovedì de/generi" a cura del nostro Roberto "Keller" Veirana: un appuntamento mensile con tutto ciò che esce dalle regole sia del cinema commerciale odierno che dalle strette maglie dell'autorialità. Ogni sera un'introduzione critica e ogni fine proiezione, ci auguriamo, uno scambio di parole e di pensieri per dare uno o più sensi all'esperienza collettiva della visione. Il primo appuntamento è con "Midsommar - il villaggio dei dannati" di Ari Aster, tradizionale festa scandinava di mezza estate che ben presto, per i partecipanti americani, assumerà contorni sinistri.
Appuntamenti Comune di Savona e altre associazioni:
Domani sera, giovedì 7 novembre alle ore 21.00, Arcimedia, Fondazione Comunità Servizi, Arci, Caritas Diocesana, Comune di AlbisolaSuperiore, Comune di Finale Ligure, Sprar La Pace, Sprar di Savona, Coop. Soc. Progetto città e Ucca Nazionale presentano il documentario di Teo De Luigi "Senza radici - Noi migranti in una terra chiamata Italia". Ingresso libero.
ven 8 novembre (15.30 - 18.00 - 21.00)
sab 9 novembre (15.30 - 18.00 - 21.00)
dom 10 novembre (15.30 - 18.00 - 21.00)
lun 11 novembre (15.30 - 18.00 - 21.00)
Parasite
di Bong Joon-ho
con Song Kang Ho, Lee Sun Kyun, Cho Yeo Jeong
Corea del Sud 2019, 131'
Palma d'oro al Festival di Cannes 2019.
Ki-woo vive in un modesto appartamento sotto il livello della strada. La presenza dei genitori e della sorella rende le condizioni abitative difficoltose, ma l'affetto familiare li unisce nonostante tutto. Insieme si prodigano in lavoretti umili per sbarcare il lunario, senza una vera e propria strategia ma sempre con orgoglio e una punta di furbizia. La svolta arriva con un amico di Ki-woo, che offre al ragazzo l'opportunità di sostituirlo come insegnante d'inglese per la figlia di una famiglia ricca: il lavoro è ben pagato e la villa del signor Park, dirigente di un'azienda informatica, è un capolavoro architettonico. Ma una serie inarrestabile di disavventure e incidenti giace in agguato...
"Parasite", il nuovo film di Bong Joon-Ho ("Snowpiercer", "Okja") vincitore della Palma d'Oro a Cannes 2019, è un'opera solida, coesa e compiuta, visivamente ricercata ma sempre al servizio del tema che sceglie di mettere in scena. L'intrigante intreccio si sviluppa nell'incontro e contrasto tra due famiglie, alternando con sapienza un fondo di thriller e una forte anima di commedia che si fonde con il dramma, in un equilibrio che sorprende per la sua perfetta gestione: i Park sono ricchi, puliti e corretti quanto i Ki-taek sono poveri e sporchi. Se da una parte gli uni lottano quotidianamente per tirare avanti, improvvisando e cercando le scorciatoie necessarie per arrivare a qualcosa di concreto, gli altri sono abituati a essere serviti, a pagare lautamente per ogni propria esigenza, dalla governante alle lezioni di inglese e arte per i propri giovanissimi figli. Due facce della polarizzante medaglia che è il contesto sociale della Corea del Sud. Nel film di Bong Joon-Ho c'è inoltre, e non è trascurabile, una cura e ricercatezza nella messa in scena che lascia senza parole per composizione e costruzione, con immagini di grande impatto e movimenti di macchina che non sono mai fini a se stessi. "Parasite" è un'opera coinvolgente (di cui non vogliamo svelare i segreti) che tiene incollati allo schermo con il suo equilibrio perfetto tra generi e la sua profonda e sorprendente riflessione.
Trailer del film: https://www.youtube.com/watch?<wbr></wbr>v=iPOugEDF8tk
mar 12 novembre 15.30 - 21.15
mer 13 novembre 18.00
Aquile Randagie
di Gianni Aureli
con Teo Guarini, Alessandro Intini, Romeo Tofani
Italia 2019, 100'
Milano, ventennio fascista. Tutte le associazioni giovanili vengono chiuse per decreto del Duce, compresa l'associazione scout italiana. Un gruppo di ragazzi rifiuta il decreto e fonda le Aquile Randagie: guidati da Andrea Ghetti e Giulio Cesare Uccellini continuano le attività scout in clandestinità per mantenere la promessa di aiutare gli altri in ogni circostanza. Il fascismo non li ignora, li segue, li spia, li aggredisce. Ostacoli e violenze non fermano però le Aquile che dopo il 1943 danno vita al movimento scout clandestino che supporterà la Resistenza fino alla fine della guerra. Insieme ad alcuni docenti del collegio San Carlo le Aquile Randagie entrano a far parte di OSCAR - Organizzazione Scout Cattolica Assistenza Ricercati con cui combattono il regime prima con beffe plateali, poi con azioni mirate che permettono di far superare il confine italiano e raggiungere la Svizzera a più di 2000 persone ricercate dai nazifascisti: ebrei, perseguitati politici e chiunque avesse bisogno di fuggire da una probabile morte. Alla fine della guerra, clamorosamente e con coerenza, le Aquile Randagie tutelano tedeschi e italiani autori di violenze, ricercati dai partigiani, chiedendo per loro una giusta pena con un giusto processo. Raccontare la storia delle Aquile Randagie in un film è una sfida creativa ma soprattutto un atto dovuto. L'associazione dello scautismo alla Resistenza è un pensiero innovativo. Questa storia è particolare anche perché i protagonisti sono ragazzi tra i 14 e i 20 anni che hanno dimostrato coraggio, spirito di sacrificio e lealtà al Paese. Si tratta di un film che vuole parlare ai giovani di oggi con le parole dei giovani di un'altra epoca, quando un altro mondo sembrava impossibile.
Trailer del film: https://www.youtube.com/watch?<wbr></wbr>v=8u6w2gJNDFE
mar 12 novembre 18.00
mer 13 novembre 15.30 - 21.15
Martin Eden
di Pietro Marcello
con Luca Marinelli, Jessica Cressy, Vincenzo Nemolato
Italia 2019, 129'
Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile (Luca Marinelli) al Festival di Venezia 2019.
Dopo aver salvato da un pestaggio Arturo, giovane rampollo della borghesia industriale, il marinaio Martin Eden viene ricevuto in casa della famiglia del ragazzo dove conosce Elena, la bella sorella di Arturo, e se ne innamora al primo sguardo. La giovane donna, colta e raffinata, diventa non solo un'ossessione amorosa ma il simbolo dello status sociale cui Martin aspira a elevarsi. A costo di enormi fatiche e affrontando gli ostacoli della propria umile origine, Martin insegue il sogno di diventare scrittore...
Liberamente ispirato al romanzo più celebre dello scrittore americano Jack London, il "Martin Eden" di Pietro Marcello sposta l'azione da Oakland a Napoli. Marcello intercala alle scene di finzione, ambientate durante i primi dell'Ottocento, materiali di repertorio tratti da numerosi archivi, con grande libertà di movimento e la capacità di giustapporre le vicende narrate da London alla condizione sempiterna di una Napoli inesorabilmente vitale anche a fronte di condizioni economiche proibitive. La fotografia e la scenografia sono, opportunamente, affidate a mani diverse per le parti in cui Martin è giovane e quelle in cui ha raggiunto l'età adulta: perché anche il romanzo originale è diviso nettamente in due, l'entusiasmo giovanile del protagonista e il disincanto dell'(anti)eroe "cresciuto". Luca Marinelli è un Martin Eden ideale, con quello sguardo leggermente allucinato che rende comprensibili le accuse di "megalomania" rivolte dai placidi borghesi adagiati nel proprio benessere. La dimensione sociale e politica, già presente nel romanzo originale e ulteriormente sviluppata dalla sceneggiatura di Braucci e Marcello, rende il film un apologo morale adatto ai nostri giorni, che sottolinea il valore della cultura e la scarsa accoglienza che le viene riservata. Pietro Marcello conferma tutto il buono che già sappiamo sul suo modo ambizioso di fare cinema, che insegue la realtà ma ha anche una vocazione lirica, incarnata in immagini evocative. Senza per questo venir meno alla narrazione puntuale delle gioie e dei tormenti di Martin Eden, che non possiamo non amare, nel suo ardore di arrivare, nel suo talento che finisce per smarrire il senso della propria arte. La storia di un uomo che crede solo nella propria individualità, che pensa di potersi "salvare" grazie all'amore e alla scrittura. E che naufraga nelle proprie illusioni, nelle idealizzazioni, nell'incapacità di andare oltre se stesso.
Trailer del film: https://www.youtube.com/watch?<wbr></wbr>v=uXGFGTf6sfg
gio 14 novembre 21.00
Keller presenta "Giovedì di genere - giovedì de/generi"
"Giovedì di genere - giovedì de/generi" vuole essere un appuntamento mensile con tutto ciò che esce dalle regole sia del cinema commerciale odierno che dalle strette maglie dell'autorialità. Un punto della situazione su dove e come i generi cinematografici (che tanto negli anni 60 e 70 hanno generato cinema) stanno andando e si stanno evolvendo. Quindi cinema poco visto in sala, mai pervenuto in sala o - finalmente - riconsegnato alla sala. L'unico vero luogo deputato per il cinema e ogni sua manifestazione. Sia essa di genere o de/genere. Ogni sera un'introduzione critica e ogni fine proiezione, ci auguriamo, un dibattito, uno scambio di parole e di pensieri per dare uno o più sensi all'esperienza collettiva della visione.
Midsommar - il villaggio dei dannati
di Ari Aster
con Florence Pugh, Jack Reynor, William Jackson Harper
USA 2019, 140'
Introduzione a cura di Roberto "Keller" Veirana
Dani e Christian, una giovane coppia statunitense in crisi, viene invitata a trascorrere le vacanze in un villaggio svedese da un amico originario del posto, per festeggiare insieme la tradizionale festa di mezza estate Midsommar. Ma ben presto quei nove giorni "speciali", che vengono festeggiati ogni 90 anni, assumeranno contorni sinistri...
Un film su cui non tramonta mai il sole. Eppure l'orrore può crescere anche qui, senza sfruttare il favore del buio, dove è più inatteso, evidente e quindi più terrificante. Con audacia pari alla fiducia nei propri mezzi, Ari Aster fa intraprendere allo spettatore un viaggio in un bizzarro contesto rurale e, insieme, dentro la nostra identità di uomini del XXI secolo. Come già in "Hereditary - Le radici del male", Aster utilizza materiale esotico ed eccessivo, in questo caso il paganesimo ancestrale e la Scandinavia, per studiare una psicologia che è essenzialmente americana e contemporanea. Serve recarsi "laggiù" per meglio comprendere un "qui" fatto di paure represse, di orrori indicibili celati tra le mura domestiche. Lo sguardo del regista è ironico ma non distaccato, partecipe ma non immersivo, citazionista ma senza pedanterie; con una capacità di generare tensione e condurre lo spettatore per mano che è propria solo dei talenti maggiori. Attraverso il gruppo composito di amici, tipica comitiva destinata al macello, Aster procede con la sua dissezione del maschio americano medio immerso in pseudo-valori di disarmante superficialità. Impossibile parteggiare per lui, almeno quanto lo sia identificarsi con i cultisti svedesi: resta solo Dani come possibile transfert. È attorno a lei che ruota l'intero percorso di "Midsommar", surreale elaborazione di un lutto che può essere razionalizzato e accettato solo in una dimensione altra. Il conformismo di "distrarsi" nel senso più edonistico del termine trova così un impietoso rovescio della medaglia.
Trailer del film: https://www.youtube.com/watch?<wbr></wbr>v=gMnFCl_Bqsk
News07 novembre 2019 11:25
Nuovofilmstudio: il programma della settimana
Questo weekend la sala presenta "Parasite": il nuovo film di Bong Joon-Ho ("Snowpiercer", "Okja"), vincitore della Palma d'Oro a Cannes 2019, è un'opera che tiene incollati allo schermo con il suo equilibrio perfetto tra commedia e thriller e la sua profonda e sorprendente riflessione sociale. Una storia tra due famiglie di cui il regista stesso ha chiesto di non svelare alcun segreto
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