“Ho lavorato in Bombardier per 15 anni. Quando ci sono entrato avevo il sorriso sulle labbra. Era un’azienda stupenda. Un’azienda che rispettava le leggi sulla sicurezza. Era un fiore all’occhiello, come la Piaggio, la Trench, la Bitron, le aziende che sino a ieri ci davano da mangiare”.
Patrizio Lai, che fa parte della Rsu, lavora alla Bombardier di Vado Ligure da anni, ma oggi ne parla al passato, perché nei prossimi mesi la fabbrica potrebbe chiudere: “Devono capire che è un problema sociale – dice – se resto a casa io c’è una famiglia che resta a piedi, se restano a casa 50 operai, saranno 50 famiglie. Se domani resterò a casa con tre bambini non so proprio cosa fare. A 46 anni e con tre bambini anni è difficile spostarsi”.
Alla Bombardier, la fabbrica delle locomotive, le famiglie che rischiano di “restare a piedi” sono oltre 500, tante quanti gli operai che lunedì hanno e raggiunto Savona per marciare sino alla prefettura. A poche centinaia di metri dalla carcassa della TirrenoPower, e altre dozzine di relitti di un sisma economico che ha prodotto 30.000 disoccupati nella provincia di Savona, ora entra in crisi un mito dell’industria italiana.
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Nel frattempo, è stata convocata per domani alle 13 la Conferenza dei Capigruppo in Regione sul caso Bombardier.
Andrea Mandraccia, Segretario generale FIOM CGIL Savona, dichiara:
"Parteciperanno anche il Presidente della Provincia Olivieri ed il sindaco di Vado Monica Giuliano. La richiesta delle organizzazioni sindacali e della RSU dello stabilimento è l'approvazione di uno specifico ordine del giorno da parte del Consiglio Regionale che impegni il Presidente e la Giunta Regionale a fare tutto quanto possibile per il buon esito della vertenza nei confronti di Governo ed azienda.
A questo fine è prioritario ora porre attenzione rispetto alla possibilità che a brevissimo venga sbloccata una nuova commessa dell'alta velocità che porterebbe a Vado Ligure lavoro per 2 anni. È necessario che Trenitalia confermi la volontà di sfruttare l'opzione del precedente contratto Zefiro 1000 assegnando a Bombardier ed Hitachi la produzione di 14 nuovi treni ad alta velocità per sostituire altrettante macchine vecchie di 30 anni.
Si tratta di una scelta che riteniamo essere doverosa dal punto di vista industriale nonché del servizio offerto ai cittadini. Una volta chiusa in modo positivo questa partita potremmo continuare con maggiore serenità, avendo la certezza di carichi di lavoro di medio periodo oltre alle locomotive DC3 la cui produzione terminerà entro la fine dell'estate 2019, il confronto rispetto alle prospettive industriali di un sito strategico per la produzione di materiale rotabile a livello nazionale e vitale per il mantenimento della Savona quale realtà industriale. Il fatto che il nostro territorio sia stato decretato quale area di crisi industriale complessa deve imporre alle Istituzioni uno sforzo particolare nella risoluzione delle vertenze industriali aperte."