Salute & Veleni20 gennaio 2019 11:58

Ponte Morandi, Vernazza rinuncia: tempi troppo stretti

Domenico Vernazza, leader del gigante ligure delle autogru, oggi spiega sulle pagine del Decimonono i motivi della rinuncia a partecipare ai lavori di demolizione e ricostruzione del Ponte Morandi. Un'intervista che pone interrogativi importanti e gravi

Ponte Morandi, Vernazza rinuncia: tempi troppo stretti

"Secondo noi non c’erano le condizioni per rispettare i tempi che ci imponevano: per fare tutto quel lavoro ci vuole più tempo. È lungo quel ponte, e va smontato pezzo per pezzo. Ci sono i capannoni, serve spazio. Bisogna tenere conto di vento e maltempo. La nostra è stata una valutazione tecnica, non abbiamo nulla contro il commissario o le altre imprese, con cui la collaborazione è stata sempre ottima. Ma non riteniamo fosse opportuno esporci su una tempistica che non ritenevamo di poter rispettare: il 31 marzo è davvero troppo vicino".

Frasi che sono un manuale di politically correct, ma che a un lettore attento possono mettere i brividi, specie se unite alle polemiche, prontamente sopite ma mai spente, sulla presenza di amianto nei dintorni del viadotto crollato.

A dicembre Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio Nazionale amianto, lanciava un allarme sull'"amianto friabile nelle coibentazioni delle tubazioni delle cantine, camini e serbatoi d’acqua rivestiti di eternit, come riscontrato dai tecnici ai quali è stata assegnata la procedura del piano di demolizione del ponte Morandi a Genova. Per non parlare delle tubazioni degli impianti di riscaldamento e delle guarnizioni delle centrali termiche, tutte coibentate con amianto friabile. Si tratta di edifici costruiti negli anni ’60 quando i materiali cementizi erano quasi sempre di eternit".

Bonanni raccomandava quindi la massima attenzione nella demolizione dei tronconi del ponte e delle case sottostanti, onde evitare che le fibre di amianto possano diffondersi nell'aria e provocare un vero boom di tumori.

"È assolutamente necessario - diceva Bonanni - confinare gli abbattimenti, per evitare che la nube tossica invada la città. Le fibre di amianto causerebbero mesoteliomi e cancro al polmone e altre patologie dell’amianto. Le macerie, confinate, vanno poi irrorate con liquidi aggreganti per diminuire il rischio di aerodispersione delle fibre".

Nessuno meglio di noi savonesi può capire l'urgenza di ripristinare la viabilità sul Polcevera.

Ma temiamo che il “ponte che sarà percorribile da aprile” somigli un po' troppo al “reddito di cittadinanza che arriverà ad aprile”.

Per intenderci: lo sappiamo che a maggio ci sono le europee e il governo del cambiamento vuol mostrare quanto è svelto, ma ci auguriamo che prima di tutto venga la sicurezza dei cittadini, che di veleni tra porto e TIR ne inalano già abbastanza.

E se un gigante come Vernazza rinuncia al lavoro del secolo per i tempi troppo stretti, non possiamo non pensare che forse i tempi sono troppo stretti davvero.


LNS