Il Ministero del Lavoro convoca Piaggio per discutere della cassa integrazione il 17 aprile: una settimana prima del vertice previsto al ministero dello Sviluppo economico, altro dicastero governato da Luigi Di Maio. Cassa integrazione, lo ricordiamo, che è stata richiesta dall’azienda per 1027 lavoratori nell’ultimo incontro-shock all’Unione industriali, mentre alla Laerh in cassa ci sono già da mesi.
In sostanza, si discute di cassa integrazione prima di conoscere i progetti del governo per l’azienda aeronautica ligure?
Chiediamo lumi a Paola Boetto della RSU Cgil Piaggio - stabilimento di Villanova d’Albenga - che conferma che la RSU sarà presente a entrambi gli incontri, ma sarebbe opportuno chiudere l’accordo sulla cassa integrazione solo dopo l’incontro del 24 al ministero dello Sviluppo economico.
Altra protagonista della settimana che si apre domani sarà la vertenza Bombardier: infatti il tavolo di confronto col gruppo Bombardier al Ministero, dapprima convocato per il 22 maggio, è stato anticipato alle 12 del 19 aprile.
Una data così lontana, quella del 22 maggio, da apparire come una beffa: l’annunciata cessione del ramo ingegneria - che ha provocato la protesta di martedì scorso - è infatti prevista per il 4 maggio, mentre il lavoro nello stabilimento di Vado sta per finire: le commesse per la produzione infatti terminano a giugno.
Quali richieste porteranno a Roma i rappresentanti dei lavoratori, a fronte di una situazione così complicata? Lo domandiamo a Patrizio Lai, della RSU Uilm di Bombardier, che indica tre punti fondamentali: cercare di evitare la cessione della funzione ingegneria, vista come un primo passo verso lo spezzatino, ottenere nuovo lavoro per la produzione e, soprattutto, avere risposte dall’azienda sul piano industriale e dal governo sulla questione dell’Alta velocità.
Come nel caso di Piaggio, infatti, un eventuale ricorso agli ammortizzatori sociali serve a poco, se manca un piano industriale e un progetto per il futuro.
“L’abbiamo detto a Toti e lo ribadiremo al Governo – prosegue Lai: bisogna far capire alle multinazionali che chi vuol restare in Italia deve investire qui e creare lavoro qui. Il lavoro in Francia o in Germania rimane, mentre a noi lo portano via. E se la produzione dei locomotori multisistema resta in Germania, a Vado deve almeno rimanere quella della DC3”.