Non ci interessa chi risolve il problema, ma che questo sia risolto, perché la situazione è ormai sull'orlo di un punto di non ritorno, che avrebbe ricadute drammatiche sui lavoratori e sulle loro famiglie.
I lavoratori e le lavoratrici in lotta si aspettano, però, risposte concrete ad impegni già assunti e promesse già fatte.
Si aspettano quindi di conoscere che tipo di contatto sia stato preso con i possibili partner di Bombardier, a partire da Hitachi, e quali risposte siano state date.
Si aspettano di sapere se il governo ritenga percorribile la strada della clausola di salvaguardia per garantire ricadute positive sul nostro apparato industriale riguardo commesse pubbliche che, sempre più spesso, vengono realizzate in maniera pressoché totale all'estero, lasciando alle industrie italiane soltanto le briciole.
Si aspettano di sapere se Bombardier sia destinata ad un declino inesorabile o se si ritenga che questa eccellenza italiana, al di là degli spacchettamenti di parti strategiche della progettazione e della produzione, possa sperare in un futuro di tranquillità.
Sull'altro fronte caldo, quello di Piaggio Aerospace, i cui lavoratori sono in cassa integrazione dai primi di maggio, ci si aspetta di conoscere quali fondi abbia stanziato il governo per l'iter di certificazione del c.d. Pattugliatore ed il contratto di manutenzione della flotta di P180 e quanti se ne preveda di acquistare, passi fondamentali di impegni già assunti per rilanciare l'attività dell'azienda, dopo le note vicende dell'abbandono del capitale arabo.
Per finire, tutta la provincia si aspetta di conoscere quando verrà sbloccato l'iter per l'accordo di programma per l'area di crisi complessa savonese.
Bene hanno fatto Lorenzo Tosa e Francesco Battistini (candidato alle Europee e consigliere regionale) ad interrogare la regione Liguria su questi temi ed primi risultati sono stati ottenuti con l'impegno di tenere presso Bombardier una delle prossime commissioni sulle attività produttive e, soprattutto, aver acceso i riflettori su queste difficili vertenze.
E' giunto il momento di passare dalle promesse ai fatti concreti, dalla genericità al concreto, perché la provincia non può permettersi di perdere altri posti di lavoro e veder chiudersi altre attività produttive. Occorre un cambio di passo, occorre ridare fiato alla economia locale ormai asfittica. Altrimenti tutte le visite, tutte le strette di mano, tutte le dichiarazioni istituzionali, non saranno altro che vuote passerelle elettorali e l'ennesima, insopportabile, presa in giro delle persone.
Italia in Comune
Sezione di Savona