Contrariamente agli impegni in precedenza assunti, il Gruppo si è nuovamente presentato al MISE senza un piano industriale in grado di garantire il sito produttivo nella sua interezza. Come detto, per quanto riguarda ingegneria ci è stato ribadito come Segula rappresenti l'unica alternativa alla chiusura dell'attività. Pertanto, nonostante la nostra contrarietà e nonostante la richiesta del Ministero di soprassedere in attesa della definizione del piano industriale, la cessione di ramo d'azienda verrà portata a compimento.
Quanto alla produzione, non c'è ancora alcun dettaglio in merito al carico di lavoro che arriverà dai 14 treni destinati all'alta velocità. La discussione con Hitachi è appena iniziata e durerà almeno 3/4 settimane mentre i tempi per l'individuazione del partner industriale che dovrà rilanciare le attività produttive del sito si allungano addirittura a 2/3 mesi. Ci è stato detto che, data l'estrema riservatezza dei contatti con diverse realtà del ferroviario, non possono essere forniti dettagli neppure circa le caratteristiche dei soggetti in questione, motivo per cui Bombardier non ha escluso una trattativa con aziende assolutamente inadatte a fare una produzione industriale all'altezza del sito di Vado.
Nessun impegno neanche circa carichi di lavoro che potrebbero arrivare dalla produzione di locomotive DC3 destinate al mercato estero, impegno che il Gruppo si era precedentemente assunto in altri incontri ministeriale e che oggi viene rimandata alla definizione della partnership industriale.
Un quadro insomma in parte negativo ed in parte di pesantissima incertezza assolutamente incompatibile con l'assicurazione di Bombardier di voler salvaguardare il sito.
A fronte di tutto ciò, abbiamo chiesto al MISE, coerentemente con le affermazioni fatte dal ministro Di Maio nella recente visita a Vado, di farsi da garante per la tutela dello stabilimento. Il vice capo di gabinetto MISE Sorial ha chiesto formalmente che il Gruppo fornisca dettagli sul piano industriale nella seconda metà di giugno e che lo stesso piano venga presentato in un nuovo incontro a metà luglio, pena la messa in campo di attività verso i clienti italiani propedeutici alla revoca dei contratti stipulati. Questo si è reso necessario data la mancanza di coerenza di Bombardier nonché per provare a garantire tempi certi e più celeri per la definizione della vertenza.
Previste per oggi le assemblee dei lavoratori, nelle quali saranno decise eventuali ulteriori iniziative di lotta. Di certo possiamo dire che se Bombardier pensa di prendere in giro i lavoratori prendendo ancora un po di tempo in modo che vengano consegnate le rimanenti locomotive in produzione si sbaglia di grosso.
Andrea Mandraccia FIOM CGIL Savona
Andrea Pasa CGIL Savona
Salvatore Barone CGIL Nazionale