Da allora, una serie di eventi e catastrofi (ponti crollati, mareggiate devastanti, cambiamenti organizzativi in seno agli Enti pubblici...) pare avere impedito la realizzazione di questo progetto.
La salute, così come la sicurezza (GNL), tuttavia, non possono attendere.
E' per questo motivo che oggi il Comitato Savona Porto Elettrico ha "alzato il tiro", coinvolgendo nella problematica non più solo gli Enti locali (Comune, Regione, ARPAL, Capitaneria, Autorità Portuale e Vigili del Fuoco), ma arrivando ad Istituzioni nazionali e comunitarie.
E' stata infatti inviata anche ai MINISTERI per l'Ambiente e per la Salute, all'ISPRA ed alla COMMISSIONE EUROPEA, Direzione Generale per l'Ambiente, la lettera che trovate qui sotto. (QUI e QUI tutti i destinatari)
Vi chiediamo di condividerla tra i vostri conoscenti. Per parte nostra, ci impegneremo a farne una petizione, chiedendovi di firmarla, affinché la voce di noi Cittadini non rimanga inascoltata.
"Savona, 14/06/2019
Richiesta di adozione di provvedimenti a tutela della salute e della sicurezza dei Cittadini
Con la presente si intende portare all’attenzione delle Autorità ed enti in indirizzo un grave problema inerente la salute e la sicurezza dei Cittadini del Comune di Savona, in Liguria, provocato dalla presenza, nel cuore della Città, di un Terminal crociere che, in mancanza di provvedimenti tecnici ed organizzativi idonei, può rappresentare una minaccia per gli aspetti sanitari e per quelli riguardanti l’incolumità di persone e cose.
Il Comitato Porto Elettrico è attivo nella città di Savona in rappresentanza della collettività degli abitanti della città e, segnatamente, di quelli delle aree cittadine più esposte al fenomeno che si intende segnalare formalmente con la presente, e ha avuto modo di esplicare tale funzione da diversi anni, organizzando eventi e convegni su tema, gestendo diversi strumenti di informazione e sensibilizzazione della collettività e delle autorità, partecipando a trasmissioni televisive e radiofoniche e, non in ultimo, agendo quale promotore di istante e petizioni dei cittadini (talune sottoscritte da non meno di 10.000 savonesi).
Savona Porto Elettrico, inoltre, effettua opera di informazione ed aggiornamento da oltre quattro anni sui social network con partecipazione attiva di oltre 2000 persone, e si è costituito anche come Comitato aderente a una rete nazionale, con contatti internazionali, che è attiva su queste gravi tematiche.
Nell’esercizio di tale ruolo e funzione, il Comitato Porto Elettrico desidera formalizzare con la presente l’espressa e formale richiesta di tutti i provvedimenti d’autorità necessari per la tutela della salute e della sicurezza degli abitanti di Savona, che risultano – a giudizio dell’esponente – gravemente minacciate e, probabilmente, già lese dalla situazione appresso evidenziata.
Nella città di Savona, caratterizzata dalla presenza di un Terminal crociere situato praticamente nel cuore della città, come si può apprezzare dalle foto seguenti, da 15 anni fanno scalo le navi da crociera della compagnia Costa (oltre, saltuariamente, a quelle di altre Compagnie minori). Solo con riferimento al corrente anno (2019) sono previsti ben 164 scali di cui venticinque con presenza di almeno due navi in contemporanea. Negli anni precedenti la situazione è stata caratterizzata da una maggiore intensità degli scali (sempre superiore a 200, fino anche a 293!), quest’anno in calo a causa di dragaggi in corso nel Porto, attuati, con un costo di 22 milioni di euro, per consentire, nel prossimo autunno, l’attracco di una sola nave – successivamente due - alimentata a GNL (gas naturale liquefatto).
Questo comporta che tutte le settimane e, segnatamente, tutti i fine settimana, nel pieno cuore della città hanno stazionato e stazionano navi che mantengono in funzione i loro impianti di produzione di energia elettrica per non meno di 10/12 ore consecutive, con una potenza impegnata di 10/14 MW ciascuna. Tutti questi impianti sono alimentati a gasolio pesante (cioè a combustibile con tenore di zolfo 100 volte superiore a quello utilizzato per l’autotrazione), e sono privi di qualsiasi sistema di abbattimento delle emissioni.
Da tre anni, in spregio a qualsiasi istanza per l’ambientalizzazione della situazione, è stato aggiunto il traffico di navi traghetto di tecnologia alquanto obsoleta (si stima la presenza di non meno di 4 traghetti a settimana, per tutto l’arco dell’anno, per un totale di oltre 200), che è andato ad aggravare la già compromessa situazione ambientale.
La predetta situazione non solo impedisce o, quanto meno, compromette e pregiudica gravemente il normale svolgimento delle abituali attività di vita di relazione delle persone che vivono in prossimità del porto, (che non possono tenere aperte le finestre, sostare sui terrazzi, stendere il bucato o devono costantemente eliminare i residui della combustione delle suddette sostanze) e abbassa considerevolmente il livello di qualità della vita della città (per assenza di parcheggi, adeguati collegamenti stradali e per le interferenze continue fra flussi di traffico veicolare e pedonale, ecc.), ma soprattutto costituisce fonte di grave pregiudizio per la salute della cittadinanza e per la tutela dell’ambiente, in considerazione anche della strettissima prossimità del Terminal alle civili abitazioni (peculiarità del Porto savonese), come bene evidenziato nelle foto seguenti.
Evidenze scientifiche e studi condotti a livello internazionale, oltre che nazionale, anche da Istituzioni Pubbliche preposte alla salute dei Cittadini (che, all’occorrenza, il nostro Comitato si offre di sottoporre all’attenzione delle Autorità in indirizzo), dimostrano che la presenza nei porti inseriti in ambiti cittadini di navi e, segnatamente, delle grandi navi da crociera, aumenta in maniera rilevantissima il rischio di patologie gravi e gravissime e, quindi, di decesso per le persone che abitano nel raggio di alcune centinaia di metri dalle aree di attracco.
Ancora di recente uno studio effettuato dal Dipartimento di Epidemiologia SSR Lazio ha evidenziato che nella città di Civitavecchia si assiste a un incremento del 51% del rischio di morte per malattie neurologiche e del 31% per tumore al polmone tra la popolazione residente entro i 500 metri dal perimetro del porto.
Le due centraline di monitoraggio dell’aria di ARPA situate a Savona, quantunque in postazioni non adeguate a rilevare l’apporto degli inquinanti da combustioni navali alla qualità dell’aria, evidenziano comunque, come ammesso dalla stessa ARPA, sforamenti dei limiti di legge in concomitanza con la sosta e le operazioni di attracco / disormeggio delle navi, in particolare in merito alle polveri.
Tali centraline non rilevano, in quanto non previsto dalla normativa relativa alla qualità dell’aria, le polveri ultrafini (diametro inferiore a 0,1 micron), che sono invece riconosciute dalle maggiori Organizzazioni per la Salute, a livello mondiale, come particolarmente pericolose.
L’Ufficio Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha già dal 2007 affermato che l’impatto, in termini di effetti sanitari avversi, attribuibile all’inquinamento atmosferico da particolato (con particolare riferimento a PM10 e PM2.5) costituisce una delle principali preoccupazioni in termini di interazioni ambiente-salute.
Nel mese di dicembre 2017 il Professor Axel Friedrich, già capo del Dipartimento per il traffico e il rumore nell'Agenzia federale tedesca per l'Ambiente, e cofondatore dell’International Council on Clean Transportation (ICCT) , attualmente Consulente della Organizzazione tedesca NABU Naturschutzbund Deutschland, una delle maggiori organizzazioni ecologiste a livello mondiale, ha effettuato dei monitoraggi sulle polveri ultrafini nel Porto di Savona, in concomitanza della sosta di una sola nave da crociera, ed in condizioni ottimali di vento e pressione atmosferica. Sono stati rilevati valori di polveri ultrafini pari a 30.000 particelle per centimetro cubo di aria. Un valore enorme, considerando che nel centro di Berlino sono riscontrabili mediamente 8.000 particelle per centimetro cubo.
Si aggiunga che nel 2012 lo IARC (International Agency for Research on Cancer) ha dichiarato certamente cancerogeni per l’uomo i fumi da combustione di gasolio. Le misurazioni del Professor Friedrich sono state documentate nell’ambito della trasmissione “Indovina chi viene dopo cena” di Rai 3 dell’11 dicembre 2017.
Ad aggravare il problema sanitario sopra illustrato, si aggiungono – come già accennato – sia il fenomeno del traffico indotto da mezzi pesanti, pullman ed autovetture private legati alla partenza ed arrivo delle grandi navi, sia le problematiche indotte dal prelievo di acqua potabile, dal rilascio sul territorio locale dei rifiuti prodotti a bordo nave e dal rumore dei motori delle navi, dai mezzi di servizio, dagli annunci a bordo e così via.
In sostanza, tutto ciò rende necessaria -a nostro avviso e, comunque, per dovere di legge- una seria e qualificata ponderazione dell’accettabilità e della sostenibilità di tale forma di turismo e ciò a prescindere dal suo valore economico ed occupazionale per il territorio, che peraltro è assolutamente trascurabile sia in assoluto, che avuto riguardo alle diseconomie indotte per ragioni predette.
La situazione anzidetta è, poi, destinata a peggiorare (e non a migliorare) ad esito della decisione di consentire l’ingresso in porto di ulteriori due navi di maggiori dimensioni alimentate a GNL, gas naturale liquefatto, (una sostanza “Seveso”, cioè a rischio di incidente rilevante!), contenuto in serbatoi in quantitativi di oltre 3.500 metri cubi, valori che per depositi su terra richiedono l’attivazione di procedure per rischio di incidente rilevante.
Per permettere lo scalo di queste navi, infatti, innanzitutto, è stato deliberato, per un costo, come già detto, riportato dai media di 22 milioni di euro, ed è ora in atto, il dragaggio dei fondali del porto, già sede di un terminal carbonifero, che evidentemente è fonte di potenziali conseguenze ambientali di forte rilievo.
Ma soprattutto, implica, un forte incremento – affatto adeguatamente reso noto alle Amministrazioni locali e alla Cittadinanza – dei rischi correlati alla presenza, in porto, dei grandi quantitativi di gas naturale liquefatto stoccati sulle navi in transito, che avrà luogo senza che sia attuata alcuna delle minime procedure e guarentigie di prevenzione incendi e rischi ambientali che sarebbero, invece, richieste ove le medesime quantità di GNL fossero presenti in depositi terrestri. La mancanza di una storicità per queste situazioni giustifica la legittima preoccupazione dei Cittadini. Al momento una sola nave da crociera a GNL è in attività nel Mediterraneo, e da pochi giorni, con hub a Barcellona, in un Porto che dista almeno un chilometro dalle civili abitazioni.
A Savona le distanze, in linea d’aria, tra la nave a gas le case più vicine e la strada principale di collegamento cittadino (su cui si trova, ad esempio, un distributore di benzina) sarà poco più di 100 metri, e tra 200 e 250 metri quella tra la nave ed i nuclei abitativi. Le dimensioni della via d’acqua in cui transiterà la nave per raggiungere l’ormeggio (considerate dagli esperti inversamente proporzionali al rischio di incidente) vanno da un minimo di 90 metri ad un massimo di 224 metri.
Non meno grave è il fatto che mai siano state date informazioni né suoi rischi connessi alla presenza delle navi in questione, né su eventuali Piani di emergenza da adottare in caso di fuga di gas (fenomeno non così irrealistico, come recenti e passati incidenti, nelle acque nazionali, hanno dimostrato) e ciò nonostante esperti di gestione disastri, riconosciuti a livello internazionale, reputino scientificamente comprovato che non esiste alcuna possibilità di reagire efficacemente in caso di fuga di quantitativi anche poco rilevanti di questo tipo di combustibile gassoso.
In questo quadro, Savona Porto Elettrico si aspettava che – soprattutto dopo 4 anni di intensa opera di sensibilizzazione - un Ente Pubblico quale l’Autorità Portuale manifestasse opportuna sensibilità nei confronti del diritto alla salute ed alla quiete dei Cittadini, in particolare per quello che rappresenta l’aspetto di gran lunga più critico, vale a dire l’inquinamento atmosferico. Ciò tenuto conto che proprio tale aspetto è l’unico tra quelli indicati che – come è stato fatto da altre analoghe autorità in Italia, in Europa e nel Mondo – avrebbe potuto essere ricondotto ad impatto quasi a zero, qualora, come avvenuto nei maggiori porti mondiali e come previsto anche da normative comunitarie, si fosse provveduto alla elettrificazione delle banchine.
Purtroppo, al momento non c’è stato alcun segno, soprattutto da parte dell’Autorità Portuale, di volere farsi minimamente carico delle istanze della Cittadinanza. Anzi, come visto, si è aggiunto al traffico di navi, quello di traghetti. Sicchè non vi è modo di scampare, giorno e notte, all’esposizione a tonnellate di inquinanti (ossidi di azoto e di zolfo e polveri sottili ed ultrafini, estremamente insidiose per la salute).
Per queste ragioni, il Comitato Porto Elettrico di Savona ha deciso di formalizzare, così come a pieno effetto, con la presente formula la
RICHIESTA
di intervento – anche in via d’urgenza - del Ministero dell’Ambiente e di quello della Salute, del Sindaco di Savona, della Regione Liguria e delle altre Autorità destinatarie della presente, affinché le medesime Autorità adottino con la massima sollecitudine tutti i provvedimenti necessari ed opportuni al fine di porre fine all’insostenibile situazione di pericolo per la salute, la sicurezza delle persone e dell’ambiente e per assicurare il rispetto dei dovuti livelli di salubrità, sicurezza e assenza di pericolo e pregiudizio secondo il principio di massima precauzione.
RICHIESTA
di adozione della soluzione tecnica (elettrificazione delle banchine) occorrente per eliminare le emissioni di cui sopra e i danni conseguenti, e di garanzie in merito alla assoluta ed inequivocabile sicurezza – se così è – della permanenza di navi a GNL in prossimità delle abitazioni.
Sin d’ora avvertiamo che, sulla base delle istanze pervenute da componenti il Comitato da parte della fascia di popolazione che ha acquisito consapevolezza dei rischi generati dalla situazione segnalata, di essere pronti ad inoltrare istanza alla Magistratura, al fine di verificare se si possano ravvisare comportamenti penalmente rilevanti da parte di chi espone la popolazione ai rischi sopra illustrati.
COMITATO SAVONA PORTO ELETTRICO"