Erano più di cento, i cittadini che ieri sera hanno affollato la Sala Gollo fin oltre la mezzanotte.
Il tema in discussione, il previsto ampliamento dell’impianto di produzione di bitume situato alle porte di Zuccarello.
La popolazione è preoccupata non solo per i disagi che ciascuno vive sulla propria pelle ogni mattina (nausea, gola irritata, riniti e lacrimazione i sintomi più frequenti), ma anche e soprattutto per i potenziali rischi sanitari legati alle emissioni dell’impianto.
Marco Grondacci, giurista spezzino che da trent’anni si occupa di vertenze ambientali in tutto il Nord Italia, ha rilevato diverse carenze nell’istruttoria regionale che autorizza l’azienda ad ampliarsi senza passare dal VIA, la Valutazione ordinaria di Impatto ambientale, che pure sarebbe stata utile anche per tutelare gli stessi funzionari di Regione Liguria.
Questi vizi - spiega Grondacci - potrebbero costituire l’ossatura per un ricorso al TAR.
Non ultima, tra le criticità puntualmente rilevate dal giurista, quella relativa alle osservazioni presentate dai comitati: osservazioni che nel decreto dirigenziale regionale sono citate, ma alle quali non vien data risposta nella sostanza.
Il nuovo impianto, che raddoppierebbe la produzione, dovrebbe mitigare i disagi, stando a quanto dichiarato e auspicato: ma i cittadini pretendono garanzie sulla salute pubblica.
E la salute, ha ricordato il portavoce di Medicina Democratica Loschi, non si misura solo con l’incidenza di eventuali patologie ma anche con riscontri sulla qualità della vita degli abitanti.
Qualità della vita che molti, tra coloro che ieri erano presenti, vedono minacciata dai miasmi e dagli inquinanti: tanti e precisi gli interventi della cittadinanza, e tante le domande rivolte ai relatori e ai rappresentanti delle Istituzioni.
“Non era una festa ma la “Notte del Bitume”, che ha riempito la sala Gollo di Cisano sul Neva ieri sera: un momento di partecipazione molto importante per noi” dicono gli organizzatori.“Non ci aspettavamo così tanta gente, vuol dire che il problema ha toccato la qualità della loro vita quotidiana, che il momento di dire basta è arrivato. Tutto questo ci fa capire che abbiamo ragione e quindi continueremo a cercare, in sinergia con le Istituzioni, una soluzione. Vogliamo solo poter riaprire le finestre e respirare a pieni polmoni, tranquilli e felici di essere in Liguria”.
Il lavoro è sacro, specie in una regione depressa come la nostra: ma il lavoro, a Cisano e dintorni, è anche turismo e outdoor, trekking e climbing, ristoranti e b&b, campi e oliveti. Tanto che il vicesindaco di Ceriale era presente in sala, ieri, per portare la solidarietà del Comune costiero e per ricordare a tutti che ambiente e paesaggio, specie in un luogo turistico, sono patrimonio comune: che se l’entroterra piange, per parafrasare i classici, la riviera non ride.
E soprattutto, come ha ricordato Molinari alla fine dell’incontro, il lavoro non dovrebbe mai essere contrapposto alla salute: perché senza salute non c’è né lavoro, né futuro.