Domenica 6 ottobre ci troveremo alle 10 ai Giardini di via Verdi per salire sul luogo in cui il 27 dicembre 1943 sette innocenti furono fucilati dai repubblichini.
Alle 11.30, al Forte, sono previsti gli interventi di Balduino Astengo, nipote di una delle vittime, e dello storico Giuseppe Milazzo.
La passeggiata durerà circa un'ora: passeremo a piedi lungo il sentiero che da corso Ricci porta alla chiesetta di Nostra Signora degli Angeli e di qui al Forte.
Il percorso è in salita, a tratti ripida, per cui consigliamo un abbigliamento adeguato.
Chi non se la sentisse di camminare, potrà agevolmente presenziare agli interventi raggiungendoci dalla strada della Conca Verde.
Il senso di questa passeggiata è ricordare non solo il tragico “Natale di sangue 1943”, ma anche fatti successivi che ci riportano all'attualità dell'antifascismo.
La lapide che ricorda l'eccidio è stata distrutta per due volte, l'ultima poco più di un anno fa.
E un anno fa, il 13 ottobre 2018, Balduino Astengo ne fece realizzare una nuova, recante le stesse parole di quella originaria.
Alla cerimonia di ricollocazione parteciparono circa 200 persone, compresa la sindaca Ilaria Caprioglio.
Proprio in questi giorni, su una pagina Facebook di chiara impostazione fascista, sono stati pubblicati il manifesto mortuario e la foto di due partigiane defunte, accompagnati da post insultanti e da commenti ancora più vergognosi, il tutto all'insegna di una destoricizzazione dei fatti avvenuti nel periodo della Resistenza.
L'obiettivo è chiaro, e purtroppo coinvolge anche persone e politici che si dicono “democratici”: accomunare fascismo e antifascismo in un unico calderone, dimenticando che se oggi quegli stessi politici possono ambire a essere eletti e quelle persone a votarli, è proprio perché il fascismo fu sconfitto.
Ci sono dunque ottimi motivi per salire con noi al Forte per rendere omaggio a Cristoforo Astengo, Aurelio Bolognesi, Francesco Calcagno, Arturo Giacosa, Carlo Rebagliati, Aniello Savarese e Renato Vuillermin, trucidati dai fascisti in segno di rappresaglia.
L'Assemblea Antifascista e Antirazzista di Villapiana