Le prime proteste registrate da Google sono del 2016 e da allora nulla è migliorato, anzi il contrario. A Luglio hanno organizzato un incontro pubblico dove sono stati invitati esperti di settore, come il giurista Marco Grondacci e Maurizio Loschi di Medicina Democratica, i Sindaci dei Comuni di tutto il comprensorio, visto che, con il nuovo ampliamento previsto e approvato dalla Regione, si raddoppierà anche al produzione e l’altezza del camino.
Non pare proprio uno sviluppo adatto, per una zona come questa, con vocazione turistica e con moltissime attività agricole, dove nel corso degli ultimi decenni sono stati investiti, a questo scopo, ingenti fondi anche Europei e dove anche molti privati hanno deciso di utilizzare i loro risparmi per ristrutturare rustici abbandonati.
Un progetto del genere, affiancato da un Piano Cave che prevede l’ennesimo depauperamento del territorio, provocherà molto probabilmente una svalutazione di tutto ciò che è parte integrante del tessuto economico locale.
Le alternative sostenibili e che, allo stesso tempo, possono portare occupazione e una buona ricaduta economica sul territorio ci sono. Gli abitanti hanno persino cercato di individuare possibili “business alternativi” che potrebbero sostituire questa attività così inquinante ed impattante sull’ambiente, considerata “insalubre” dallo stesso Ministero.
Dalla Spa al centro congressi e fiere per promuovere i prodotti locali, fino al Parco Natura per gli Sport Outdoor che da tempo contribuiscono in modo essenziale all’economia delle piccole attività locali, come Bar, ristoranti e B&B.
Gli abitanti stanno lottando e durante questi mesi hanno fatto il possibile, di tasca propria, per bloccare quella che viene fatta passare come economia essenziale ma che invece, secondo loro, rappresenta la fine di un territorio, trasformandolo in una periferia urbana, quando invece si tratta di una zona vincolata.
Il primo passo è stata l’osservazione in Regione Liguria ad Aprile, presentata, oltre che dai cittadini anche da Medicina Democratica e dallo stesso Comune di Zuccarello.
Il progetto dell’Azienda presentato in Regione, che dichiarava emissioni davvero preoccupanti e fuori norma, è stato comunque approvato senza ulteriore VIA, Valutazione di Impatto Ambientale.
Dopo innumerevoli segnalazioni per le molestie odorigene continuate alle Autorità competenti, è stato necessario anche un esposto in Procura (firmato da oltre 600 persone) e un ricorso al TAR. Quest’ultimo, dove si chiede che l’atto di non mandare a VIA il progetto di ampliamento sia sospeso e rivisto, non è stato respinto, come erroneamente riportato da alcuni giornali, ma è stata solo bocciata la richiesta di sospensiva al procedimento.
Quindi non è corretto dire che si è chiesto di sospendere qualcosa che non c’è ancora (l’impianto nuovo), ma invece di sospendere qualsiasi atto che possa portare all’autorizzazione dell’impianto.
ABITANTI VAL NEVA VAL PENNAVAIRE