News12 gennaio 2020 07:02

Marco Revelli a Savona

La globalizzazione, le diseguaglianze, le sfide che la democrazia si trova ad affrontare saranno i temi dell'incontro: appuntamento lunedì 13 gennaio alle 16 nell'Aula Magna del Liceo Chiabrera-Martini

Marco Revelli a Savona

Lunedì 13 gennaio, alle 16.00, il prof. Marco REVELLI è a Savona, nell'Aula Magna del Liceo Chiabrera-Martini, per la seconda lezione del Corso di formazione ISREC Dopo il secolo breve. Verso una storia del mondo attuale.

Il Corso, diretto dalla prof.ssa Giosiana Carrara, è rivolto al mondo della scuola e alla cittadinanza e si propone di suggerire chiavi interpretative per “leggere” il presente e i repentini cambiamenti di un mondo globalizzato.

Revelli, storico e politologo allievo di Norberto Bobbio, interviene sul tema La globalizzazione e le sfide della democrazia.

L'analisi - spiega Giosiana Carrara - parte dal dissesto sociale ed economico che ha investito l'Occidente nel "passaggio di secolo".

Guarda all'involuzione del fordismo e alla crisi economica del 2008 che hanno progressivamente precarizzato il mondo del lavoro causando la perdita di status e di identità dei ceti medi nell'assordante silenzio dei partiti tradizionali.

Alla rabbia e alle paure diffuse nel corpo sociale, la politica ha risposto con distrazione.

Ha rinunciato alla ricerca delle cause di un umore diffuso, di un "mood" che in poco più di un lustro ha connotato lo stato d'animo di milioni di cittadini. Con una colpevole torsione, la natura delle pulsioni antidemocratiche, che crescono in misura proporzionale agli effetti della globalizzazione, è stata condensata nel termine populismo.

La complessità è stata così ricondotta a un teratoma anomalo, apparso all'improvviso nel tessuto di un organismo sano e vitale. Ma come guardare all'attuale crisi politica senza cadere nella trappola delle retoriche? Revelli pone l'accento sulla "malattia" dell'Occidente contaminato dal "post-fordismo politico", le cui radici allignano nelle politiche di indebolimento dei sistemi di welfare state degli ultimi due decenni del Novecento.

A fronte della demonizzazione mediatica del populismo, punta il dito sul grave deficit di rappresentanza avvertito dai governati. Denuncia la marginalizzazione progressiva della democrazia come luogo di decisioni condivise, resa esangue dalle nuove oligarchie elettive.

E mostra come dietro alla "politica senza politica" si celi la rottura dell’ascensore sociale e la reazione alla crisi di sostenibilità finanziaria del sistema di welfare pubblico. In altri termini, la fine dell'eguaglianza intesa come istanza guida del nostro essere sociale. Molto di più, dunque, della scorrettezza politica di una montante marea populista. 

QUI il programma aggiornato dell'intero corso.

 

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