Salute & Veleni21 gennaio 2020 18:37

Bitume a Zuccarello, Melis: rivedere l'autorizzazione di impatto ambientale

Il consigliere M5S: "pur riservandoci di esaminare le carte, non siamo soddisfatti della risposta ricevuta in Aula alla nostra interrogazione e ribadiamo la necessità di valutare l'attività estrattiva delle cave nel loro insieme al pari dell'attività di lavorazione del bitume: riteniamo infatti che sia la loro azione cumulativa a poter impattare negativamente sul territorio"

Bitume a Zuccarello, Melis: rivedere l'autorizzazione di impatto ambientale

"La necessità di riaprire il procedimento di valutazione d'impatto ambientale nel procedimento che autorizza l'ampliamento della ditta che produce bitume in zona Zuccarello (SV), su cui insistono anche le cave in Val Neva (cava Isola) e in Val Pennavaire (Salita Lampada), si fa sempre più evidente", dichiara il consigliere regionale Andrea Melis prendendo la parola in Aula durante il Consiglio regionale di oggi. 

"Allo stato attuale, infatti, siamo al cospetto di un'area dove coesistono tre attività (due delle quali distano non più di 450 metri in linea d'aria l'una dall'altra, distanza insufficiente secondo i parametri fissati dal D.M 2015), per le quali è necessario valutare l'impatto cumulativo nel loro insieme. Perché è appunto l'insieme delle citate attività, quella di lavorazione del bitume e le 2 attività estrattive di cava, a poter creare disagio alla popolazione e impattare negativamente sull'ambiente e sulla qualità di vita di chi vi abita. Ricordiamo infatti che gli impatti di una cava non sono solo idrogeologici ma anche da trasporto e da emissioni polverose a prescindere dalle distanze lineari". 

"Abbiamo peraltro rilevato che la procedura di screening applicata al progetto di ampliamento/rinnovo dell’impianto di produzione di conglomerato bituminoso della ditta Icose di Zuccarello (SV), ha completamente rimosso quanto contenuto nel nuovo Piano Territoriale regionale di attività di cava (PTRAC) la cui proposta è stata approvata con DGR n° 230 del 29 Marzo 2019. La cava di Salita Lampada riporta evidenti criticità sia per una autorizzazione ormai obsoleta sia per profili di impatto ambientale come lo stesso documento regionale attesta", aggiunge Melis. 

"Va poi anche messa in luce la sentenza del Consiglio di Stato n° 8379 del 2019 che, proprio in relazione a una procedura di VIA e relativa autorizzazione di una cava in presenza di altra cava, ha affermato che 'non sarebbe esaustivo menzionare solo che nelle vicinanze esiste un’altra cava, atteso che l’impatto cumulativo dovuto all’interazione di progetti sullo stesso territorio dovrebbe essere dimostrato attraverso la quantificazione degli impatti sulle componenti ambientali con particolare riferimento alle componenti atmosfera, rumore, emissioni da traffico veicolare ed anche in termini di superficie di suolo sottratto e di uso di risorse naturali, tenendo conto anche degli impatti derivanti dalla cava di argilla ubicata nelle vicinanze sebbene esaurita e non in esercizio'". 

"Nel complesso - conclude Melis replicando all'assessore competente - pur riservandoci di esaminare le carte, non siamo soddisfatti della risposta ricevuta in Aula alla nostra interrogazione e ribadiamo la necessità di valutare l'attività estrattiva delle cave nel loro insieme al pari dell'attività di lavorazione del bitume: convintamente, riteniamo infatti che sia la loro azione cumulativa a poter impattare negativamente sul territorio".

 

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