Una storia che è arrivata fino a noi dalla Lombardia, e non è l’unica: non sono mai mancati medici e infermieri che si assoggettano a turni massacranti, che rinunciano alle ferie o alle notti di sonno. E non mancano adesso, quando l’Italia sta affrontando contemporaneamente un nuovo virus e una psicosi collettiva spropositata.
Se il sistema sanitario terrà - e sottolineiamo il se - sarà grazie a questa gente: medici e operatori del servizio pubblico, che lavorano nonostante i tagli, le privatizzazioni, la carenza di personale, il precariato, la conta delle siringhe e delle aspirine - come se lo spreco di soldi pubblici stesse lì.
E quando l’emergenza sarà passata (perché ci vorrà qualche mese, ma passerà) aspettiamo al varco i politici che oggi si scannano, innervositi perché in questa situazione non sono i protagonisti ma al massimo dei mesti comprimari.
Quelli di destra e quelli di cosiddetta sinistra, che governano e hanno governato stato e regioni: perché tagli e privatizzazioni li dobbiamo un po’ a tutti, anche se oggi fanno un post al minuto per ringraziare gli operatori della sanità.
Allora vedremo se il coronavirus sarà stato sufficiente per evitare altri scempi della sanità pubblica.