Di seguito la lettera:
"Egregio Presidente, come già dichiarato pubblicamente non condividiamo, nei metodi e nel contenuto, la sua ordinanza per "le misure in materia di contenimento e la gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID 19".
Nei metodi, perché un atto istituzionale di questo tipo dovrebbe avere validità immediata dal momento della firma come avvenuto nelle regioni limitrofe (quali ad esempio il Piemonte), ma immaginiamo purtroppo che gli impegni elettorali abbiano avuto la precedenza.
Concentrare oltre 1000 persone in un luogo, alla presenza di soggetti provenienti da regioni oggi interessate da focolai di coronavirus, è stata una leggerezza che avremmo voluto non vedere e alla quale ci aspettiamo venga posto rimedio con eventuali misure di quarantena fiduciaria per i partecipanti.
Nei metodi, perché il fatto che lei abbia criticato - in maniera poco velata - durante la conferenza stampa di ieri pomeriggio la decisione del Rettore dell'Università di Genova di chiudere per una settimana l'Ateneo, salvo poi prendere la stessa decisione, ci lascia perplessi.
Viene il dubbio che Lei sia a conoscenza di fatti che avrebbe dovuto condividere, per lo meno con i membri del consiglio regionale e con le opposizioni, come per altro fatto dal Ministro Speranza.
Ci sono sempre state infatti da parte nostra prese di assunzione di responsabilità nei momenti in cui era necessario unire le forze.
Nei metodi, perché lei ha deciso unilateralmente di porre in essere un'ordinanza che suscita moltissime perplessità proprio in relazione alla sua efficacia.
Nel contenuto, perché viene da chiedersi se chiudere le scuole mentre i genitori continueranno a lavorare - utilizzando anche mezzi pubblici e frequentando luoghi pubblici - possa obiettivamente essere una soluzione al problema. Senza poi considerare tutte le implicazioni sociali che la mancanza di un servizio fondamentale come quello scolastico genera e pesa sulle famiglie, se non supportato da un'adeguata politica alternativa.
Aver improvvisamente assunto questa posizione, senza confrontarsi con le parti sociali, fa sì che oggi talune imprese - senza una regia condivisa regionale - siano libere di assumere posizioni che penalizzano lavoratori e lavoratrici, scaricando sui dipendenti le conseguenze della Sua ordinanza.
Sarebbe necessario che da oggi si cercasse un rapporto di mediazione tra parti datoriali e parti sociali, al fine di favorire dove possibile attività di smart working o telelavoro. Cosa che Le avremmo suggerito da subito, se fossimo stati coinvolti.
Naturalmente rimangono insoluti moltissimi problemi che meriterebbero un approfondimento.
Nella sua ordinanza, ad esempio, non sono citate alcune sedi che meriterebbero un'attenzione speciale: centri diurni, centri per disabili, case di riposo... Tutte strutture per le quali sarebbe necessario e auspicabile che, entro la giornata di oggi, gli assessori competenti fornissero linee guida dettagliate e specifiche sui comportamenti da seguire e sulle misure precauzionali da mettere in atto.
É necessario inoltre, a nostro avviso, avviare subito una campagna di informazione sul coronavirus, onde evitare inutili allarmismi e cercare, per quanto possibile, di contenere eventuali contagi.
Escluse dalla sua ordinanza restano molte altre situazioni, in un contesto che sicuramente merita attenzione ma anche una capacità di intervento e di programmazione che sinceramente non abbiamo visto nella sua azione. Ad esempio, sappiamo esserci particolari problemi anche ne rapporto con i medici di famiglia, che in questo momento non hanno avuto le informazioni necessarie rispetto all'applicazione dell'ordinanza.
Restando a disposizione come forza di opposizione, le chiediamo di coinvolgere il consiglio regionale e la conferenza capigruppo in ulteriori scelte che riguardino la comunità ligure."