News15 marzo 2020 07:53

Assunzioni usa e getta: salvare il Paese restando precari

Incarichi di un anno se non addirittura contratti di lavoro autonomo di 6 mesi: ecco come verranno assunti medici, infermieri e operatori chiamati dal Governo a salvare il Paese

Assunzioni usa e getta: salvare il Paese restando precari

Il governo ha decretato (Dl n.14 del 9 marzo) l’assunzione di 20 mila tra medici, infermieri assistenti sociosanitari, chiamandoli in trincea a salvare il paese provato duramente dall’emergenza coronavirus.

Ma, scandalosamente, i contratti proposti sono solo di tipo precario prevedendo incarichi individuali della durata massima di un anno non rinnovabili; è sparita dall’articolo 2 del decreto del 9 marzo perfino la possibilità, inizialmente prevista, di stabilizzazione degli assunti dopo 2 anni di contratto. Inoltre non è chiaro se per concretizzare al più presto immediate assunzioni per mettere in sicurezza i territori sia necessaria una specifica autorizzazione del Ministero (es. questa aspetta la Regione Puglia)

Ma il peggio è che il canale prioritario indicato per coprire l’emergenza è quello del ricorso a contratti di lavoro autonomo di 6 mesi anche co.co.co prorogabili.

Conte dice che c’è una guerra in corso e chiama tutti a sostenerne l’urto in nome dei valori della comunità, ma poi il contributo dato, decisivo per vincere, non varrà nulla: passata la festa……

Chi si era illuso che la grande prova data dalla sanità pubblica come presidio insostituibile del diritto alla salute per tutti, avrebbe indotto un’inversione di rotta rispetto ai tagli di strutture, personale e servizi, è servito!  Continuerà il massacro neoliberista della Sanità pubblica? Il governo non impara nulla dall’evidenza?

Non si ragiona sul fatto che si è fatto fronte all’emergenza solo grazie alla grande dedizione e ai turni massacranti di lavoratrici e lavoratori dotati di un senso del pubblico servizio che resiste nonostante tutto? Ormai tutti riconoscono che organici e strutture del paese sono molto al di sotto dei principali paesi europei. Oggi in Italia mancano circa 50 mila medici e altrettanti infermieri e da qui al 2025 è previsto il prepensionamento di 40 mila medici. Lasciare le cose come stanno significa che questo governo prosegue sulla linea neoliberista dei tagli dei servizi pubblici, del personale e della precarizzazione del lavoro.

Che oggi nelle corsie si debba continuamente scegliere chi ha diritto di andare in terapia intensiva per mancanza di macchinari e di personale è il pessimo risultato di politiche decennali neoliberiste, ma che non ci si organizzi perché mai più possa succedere è un grave atto di irresponsabilità politica e di disprezzo per il diritto alla salute e alla vita.

Bisogna cambiare passo: più medici, più infermieri, più posti letto, più prevenzione e presidi territoriali: un grande piano di investimenti per il rilancio della Sanità pubblica a partire dalla programmazione di assunzioni a tempo indeterminato, un lavoro sicuro, qualificato che garantisca la salute a tutto il paese.

Antonello Patta Responsabile nazionale lavoro

Giovanna Capelli responsabile sanità Lombardia

Partito della Rifondazione Comunista S/E

com