News28 aprile 2020 13:00

Arcuri contro i “liberisti da divano”, ma sulle mascherine è il solito casino

Lo stracommissario oggi ci risparmia le infelici trovate sulle “facilitazioni di tipo sanitario” per chi scaricherà la sua app, tutto intento a scagliarsi contro chi ha criticato il calmiere del prezzo delle mascherine. Abbiamo un’unica domanda: non potevano accordarsi con Federfarma prima di fare l’annuncio delle mascherine a 0,50 cent, e non dopo a bufera scoppiata?

Arcuri contro i “liberisti da divano”, ma sulle mascherine è il solito casino

L’altra sera Giuseppe Conte ha dichiarato, nella conferenza stampa indetta per spiegare la cosiddetta fase 2, che il prezzo delle mascherine chirurgiche non avrebbe superato il mezzo euro. La rivolta dei farmacisti è esplosa immediatamente appena ricevuta l’ordinanza di Arcuri col prezzo massimo di vendita raccomandato, tanto che anche nelle farmacie della Liguria è giunta prontamente questa circolare:  

 

 

Conclusione: il commissario ha dovuto correre a condividere un accordo con l’Ordine dei farmacisti, Federfarma e Assofarm e oggi - afferma - “lo svilupperemo per capire come i dispositivi potranno arrivare ai cittadini al prezzo fissato”.

Perché, dice Arcuri stamattina in conferenza stampa, “il dispositivo di protezione individuale  prima della crisi costava 0,08 centesimi, sei volte di meno rispetto al prezzo massimo che abbiamo fissato. Quando i bisogni sono primari - prosegue - i consumatori sono disposti a pagare qualsiasi prezzo per soddisfarli. Se proprio i cittadini devono pagare per proteggersi hanno il diritto di pagare il prezzo giusto.

In 40 giorni abbiamo iniziato a strutturare la produzione italiana di mascherine (108 imprese hanno ottenuto incentivi per riconvertire), e ci riforniranno di 660 milioni di mascherine chirurgiche a 0,39 euro l’una fino a quando il mercato non sarà del tutto pronto a essere libero. 

E conclude: quello che stiamo facendo è un danno per i vergognosi speculatori. Nessuna mascherina costerà più di mezzo euro. Lo stato deve produrre tutte le mascherine che può, e distribuirle più in fretta possibile. Deve acquistare tutte le mascherine che trova”.

Giusto.

Però il dubbio che anche sulle mascherine sia stato fatto un casino resta, non solo per “i liberisti che emettono sentenze dal divano sorseggiando cocktail e centrifugati”, una categoria alla quale certo non apparteniamo: perché firmare un’ordinanza prima di parlare con chi le mascherine dovrà rivenderle?

E magari l'Iva al 4% anziché al 22, come chiede da tempo l'unione Nazionale Consumatori, non guasterebbe. Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha annunciato che eliminerà l'Iva sulle mascherine per tutto il 2020. "Bene, ottima notizia. Va fatto, però, subito, prima del 4 maggio e per tutte le tipologie di mascherine, non solo quelle chirurgiche, come fatto per il prezzo fissato a 0,50 euro, ma anche per le ffp2 e le ffp3" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

"Inoltre, servirebbe l'azzeramento dell'Iva anche per disinfettanti, alcool e guanti monouso, visto che sono diventati prodotti indispensabili" conclude Dona.

LNS