Salute & Veleni11 maggio 2020 14:40

Monitoraggi per monitorare che l'inquinamento inquina

Antonella Fabri di Savona Porto Elettrico scrive a Provincia, Arpal e Comune su Costa Luminosa, attraccata dal 21 marzo a pochi metri dalle case

Monitoraggi per monitorare che l'inquinamento inquina

Ecco la lettera:

Savona, 11/05/2020

Oggetto: Stazionamento Costa Luminosa alla banchina Terminal Crociere - Monitoraggi

In relazione all’oggetto, viste le lettere della Provincia prot. 20432/2020 del 3/04/2020, Prot. 21404/2020 del 15/04/2020 e Prot. 22588/2020 del 28/04/220, e la lettera ARPAL del 28/04/2020, e sentite le dichiarazioni del Sindaco di Savona, in merito alla necessità di una campagna di monitoraggio volta a determinare l’eventuale pericolosità delle emissioni per la salute della popolazione, si è con la presente ad esprimere forti perplessità in merito alla effettiva utilità della campagna, sia in relazione agli esiti attesi, sia, e soprattutto, per quanto riguarda le tempistiche di effettuazione dei monitoraggi, e la successiva elaborazione dei dati.

In merito al primo punto, vale a dire l’effettiva utilità della campagna, le perplessità attengono al fatto che la natura delle emissioni delle navi da crociera è ben nota, in ragione di una letteratura che ci offre moltissimi dati, misurati, relativi all’impatto dei fumi da navi da crociera sull’ambiente. Letteratura non solo a livello nazionale, ovviamente. Sono reperibili numerosi studi condotti da Enti accreditati e credibili, non ultimo quello condotto nel 2014/2015 dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio del SSR della regione Lazio, in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione della ASL Roma F e con il supporto dell’Autorità Portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, relativo al porto di Civitavecchia, che ha evidenziato la pericolosità per la salute dell’esposizione a tali fumi, o lo studio Techne, condotto sui porti liguri nel 2015, che ha messo in luce il notevole impatto dei fumi delle navi da crociera sulla qualità dell’aria nelle città liguri che ospitano tali natanti (Savona secondo porto più inquinato in Liguria), fino al recentissimo “A methodology for the design of an effective air quality monitoring network in port areas” (Mocerino, Murena, Quaranta e Toscano, pubblicato su Nature, 2020), che conferma, come già rilevato da ARPAL, che la migliore posizione dei recettori non è sempre a livello del suolo all'interno dell'area portuale. Non ultimo, citiamo lo studio condotto da ARPAL proprio a Savona tra il 2015 ed il 2016, che si è avvalso anche di una modellizzazione matematica, ed i cui risultati, come affermato dallo stesso Direttore del Dipartimento, evidenziano potenziali rischi per le zone “alte” della città, con concentrazioni anche dieci volte superiori a quelle rilevate a terra.

Osserviamo che gli studi condotti fotografano situazioni nelle quali le navi da crociera stazionavano in porto per 10 / 12 ore al massimo. Attualmente, da 51 giorni, nel porto di Savona la Luminosa è ferma con i motori accesi sulle 24 ore, con una potenza sviluppata dai motori di 3,9 MW, pari all’80% di quella in condizioni normali, a fronte della presenza a bordo di un numero di persone pari al 3% del totale in condizioni di pieno carico tra passeggeri ed equipaggio. Facciamo notare che, in condizioni ordinarie, con un numero di attracchi annuale pari a circa 160 per quest’anno, ed una presenza in porto per 10 ore delle navi, si può ipotizzare, al netto delle fasi di attracco e disormeggio delle navi, notoriamente più inquinanti, senza considerare il fatto che la sosta della nave Smeralda, a GNL, avrebbe comportato un impatto sull’aria decisamente minore, si può ipotizzare, ripetiamo, che la popolazione sarebbe stata esposta complessivamente per 1.600 ore ai fumi delle navi.

Alla data attuale, con la sola Luminosa in porto, siamo stati esposti a 1.224 ore di fumi. In previsione di una ripresa delle crociere con l’anno 2021 (si noti che, sebbene le Compagnie parlino di “ripartenza dopo l’estate”, questa riguarderà per un lungo periodo solo il 10% della flotta), facciamo notare che al 31 dicembre 2020 la popolazione, se la nave non sarà spostata o alimentata da terra, sarà stata esposta per 6.888 ore ai fumi.

Quasi quattro volte e mezzo rispetto alle condizioni ordinarie. Durante tale periodo, la nave avrà bruciato, indicativamente, su base di dati di letteratura, oltre 10.000 tonnellate di gasolio navale. Questo dato è impressionante, e non dovrebbe lasciare dubbi sulla perentorietà dell’azione volta ad eliminare il pericolo!

In merito poi all’aspetto dei monitoraggi, le perplessità riguardano, come già detto, innanzitutto le tempistiche di realizzazione. Effettuare una campagna di monitoraggio durante l’estate implica il persistere dell’esposizione dei Cittadini agli inquinanti, con l’impossibilità oggettiva di cambiare l’aria negli ambienti, senza introdurre negli stessi ulteriore aria inquinata, oltre al disagio, non irrilevante, di non potere stendere il bucato, o sostare, come legittimamente dovrebbe essere, sui terrazzi.

E’ bene noto che, per le pratiche autorizzative di nuovi impianti che prevedono rilevanti emissioni in atmosfera, vengono richiesti alle Aziende studi basati su modelli matematici per la valutazione delle ricadute. Ci si chiede se non sia possibile, al limite, e se proprio necessario (si rammenta il principio di precauzione!!), utilizzare uno di tali modelli per la determinazione quantitativa degli inquinanti emessi dalla nave, nelle condizioni attuali (emissioni h24) senza ricorrere ad un monitoraggio strumentale.

Ciò anche in relazione alle condizioni dei venti, che influenzerebbero in maniera rilevante tale tipo di monitoraggio e richiederebbero, presumibilmente, tempi ancora più lunghi.

Ci si permette di rilevare che, da un sito di pubblica utilità gestito da un Privato (www.mialan.it) sono scaricabili video in timelapse, che riprendono il porto e quindi la nave Luminosa, i quali bene evidenziano la variabilità della direzione dell’effluente in funzione dei venti, con un impatto visivo, tra l’altro, decisamente inquietante. SI fa presente, infine, che in altri Paesi, e probabilmente, in un caso, anche in Italia, a quanto ci è stato riferito, le navi da crociera in stand-by sono mantenute in rada, distanti dalle abitazioni, senza per questo avere a patire disagi particolari. Confidando in una azione di codesti Enti volta alla tutela della Salute pubblica, per quanto di pertinenza, di porgono distinti saluti.

A nome del Comitato Savona Porto Elettrico

Ing. Antonella Fabri

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