Cultura12 maggio 2020 14:11

Cosa si trova tra il grottesco e il tragico

Squarciare il velo del nostro isolamento, tenere appeso il filo sottilissimo della relazione con l’altro, far pensare all’esistenza di un futuro che nell’ondeggiare dei sentimenti potrebbe apparire come una meta impossibile da raggiungere (di Franco Astengo)

Cosa si trova tra il grottesco e il tragico

Queste le sensazioni che si provano osservando i video del progetto “Io resto a casa”, ideato da Chiara Pasetti, per la regia di Mario Molinari: una miscela di immagini, suoni, parole, assemblate fra loro in modo da apparire quasi come accostamenti casuali.

Immagini di ragazzi posti brutalmente in fuga dalla loro realtà e sbalzati a navigare dentro una fantasia imprevista, visioni di brani lontani nel tempo che intendono però assumere un significato d’attualità, suoni che arrivano dall’usualità per ritmare un commento sommesso alla condizione di questo momento.

Un momento dalla lunghezza ancora imprecisata.

Si vive nell’interrogativo del domani. L’interrogativo che risalta in un quesito che si pone quasi in conclusione dell’ultimo video: cosa si trova tra il grottesco e il tragico?

Grottesco e tragico che sempre si sono inseguiti e confusi nella ricerca di una identità possibile cercata tra l’essere e l’apparire.

La domanda ci insegue fin dai primi tempi in cui il genere umano ha provato a rappresentare le proprie sensazioni consce e inconsce traducendole in storie percorse apparentemente da un filo, ma in realtà abbandonate al pensiero di ciascuno: proprio come sta avvenendo in questi giorni nei quali tutti i contatti esterni sono mediati dal nostro “io” che non prevede più confronti o ordine nelle risposte possibili.

Nei video risalta un grande pregio: non c’è la paura.

Nulla sembra richiamare alla necessità della fuga ed è questo il grande punto di vantaggio che dobbiamo acquisire ricercando il domani.

Perché un domani ci sarà sicuramente: intanto ritroviamo assieme le ragioni per definire il futuro ancora come destino comune.

Non siamo fuggiti, abbiamo scelto di richiamare noi stessi di fronte agli altri.

Ciascuno si è isolato per rappresentare “altro” da sé, non per specchiarsi nella propria identità.

Si presenterà l’occasione per cambiare questo stato di cose , non sprechiamola facendoci intrappolare nella conservazione timorosa di ciò che pensavamo come immutabile.

Quello del cambiamento rimane il messaggio più importante che abbiamo bisogno di trasmettere.

Esaltando la fantasia i video ci indicano la strada del realismo della trasformazione, da noi stessi verso l’intera società portando con noi il fascio di contraddizioni del vivere.

Tutti i video dal I al IX sono sul sito internet Turismo e cultura di Finale Ligure:

Il Comune di Finale collabora al progetto ideato da Chiara Pasetti, regia di Mario Molinari, con l'adesione di Achille Lauro.

L'ultimo diffuso ieri (dal titolo COME PENELOPE) è a questo link:https://vimeo.com/<wbr></wbr>417177372

Franco Astengo

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