Nel giorno in cui “la Liguria riapre”, come non fa che proclamare trionfalmente il presidente Toti (QUI l'ordinanza firmata oggi) ecco una bella sorpresa: da domani termina il servizio specifico delle ambulanze covid che erano state attivate in Liguria all’inizio dell’emergenza, dedicate al trasporto dei pazienti con sintomi sospetti.
Ecco il primo effetto del commissariamento delle taciturne ASL liguri da parte della Regione e del suo braccio sinistro Alisa.
ANPAS, CRI e CIPAS informano in un comunicato congiunto che, nonostante la decisione dell'Amministrazione Regionale di non erogare più la quota di rimborso specifico per "ambulanze Covid-19", le organizzazioni continueranno a mantenere gli elevati standard di servizio nell’interesse dei pazienti assistiti e della loro salute. "Non esporremmo mai coscientemente i nostri pazienti e i nostri operatori a rischi per noi inaccettabili. Non importa se i rimborsi ad oggi ricevuti non coprono i costi sostenuti, né importa se i DPI ed i presidi consegnati dal Sistema Sanitario Regionale non coprono il fabbisogno: continueremo ad acquistarli e ad utilizzarli secondo quanto previsto dai protocolli."
“Una decisione che stupisce, quella di Alisa, perché per risparmiare poche migliaia di euro abbatte una pratica capace di evitare che gli automezzi possano diventare luoghi di trasmissione del virus”, commenta il consigliere regionale Dem Pippo Rossetti.
Critico anche Gianni Pastorino (Linea Condivisa): “La scelta di Alisa di sospendere i trasporti per malati Covid, non distinguendo tra sospetti contagi e altri utenti, ci appare del tutto assurda, contraddittoria e pericolosa.
In sostanza vuole dire che da domani, lunedì 18, anche trasporti sanitari su autoambulanze di presunti contagi, non avranno una propria corsia di azione, con il rischio che sulla stessa ambulanza vengano trasportate sia persone contagiate da Covid-19 che pazienti con altre patologie.
Naturalmente questo aumenta la possibilità di contagio per pazienti e militi delle pubbliche assistenze; tutto questo per risparmiare poche migliaia di euro (95€ per la sanificazione, e 31€ per la chiamata), che venivano dati alle pubbliche assistenze.
Se non ci fossero altre assurdità questo basterebbe per dire come il ritorno alla normalità voluto dal duo Toti-Viale, sia fonte di pericolo di contagio.
Come gruppo di Linea Condivisa, insieme alle altre opposizioni, ci mobiliteremo perché questa misura di sicurezza per pazienti e militi venga mantenuta ancora per molto tempo.
La famosa “fase 2” non può essere un pericolo per la salute dei pazienti e di chi lavora.”
Tanto più che, come mostra la quotidiana elaborazione di Youtrend, in Liguria la situazione è meno sotto controllo che altrove nonostante i proclami:
Le regioni con la crescita percentuale dei casi più alta rispetto a ieri sono infatti
Lazio +0,68%
Liguria +0,53%
Basilicata +0,51%
Lombardia +0,39%
Marche +0,38%
Il grafico della Fondazione Gimbe
I dati della Protezione civile
A oggi, 17 maggio, il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 225.435, con un incremento rispetto a ieri di 675 nuovi casi.
Il numero totale di attualmente positivi è di 68.351, con una decrescita di 1.836 assistiti rispetto a ieri.
Tra gli attualmente positivi, 762 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 13 pazienti rispetto a ieri.
10.311 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 89 pazienti rispetto a ieri.
57.278 persone, pari all’84% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto a ieri i deceduti sono 145 e portano il totale a 31.908. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 125.176, con un incremento di 2.366 persone rispetto a ieri.