In realtà i cittadini savonesi potranno usufruire di quello spazio ma lo storico edificio dove aveva sede l’ex-Ospedale è stato “sottratto alla Città”.
Sta concludendosi l’ennesima operazione di speculazione edilizia, quella speculazione che ha contrassegnato la perdita d’identità di Savona da “Città del lavoro” a soggetto indefinito nella sua funzione e nella sua natura, città parcheggio per croceristi annoiati che aspettano di imbarcarsi oppure impazienti di tornare a casa.
Soprattutto è stato tolto un tassello che sarebbe stato fondamentale, assieme a Palazzo Santa Chiara, al Convento di Sant’Agostino e a quello di San Giacomo (oltre alla possibilità di razionalizzare, soprattutto nell’accesso la fruibilità del Priamar), per quella Savona “città della cultura” che potrebbe rappresentare una delle poche possibilità di visione per il futuro riservato alla nostra piccola, amata Savona.
Per adesso però è bene puntualizzare: ai savonesi non è stato restituito nulla, anzi ancora una volta è stato tolto un bene pubblico prezioso trasformato in affare privato.