Non perché non si leggano i giornali, ma perché qualsiasi altro fatto interessa di più, dal gattino abbandonato alle ricette della pasqualina.
Qualcuno si chiederà perché?
In principio furono il giornalista del Fatto Ferruccio Sansa e il preside di Ingegneria Aristide Massardo.
Poi altri si aggiunsero, dal giornalista Rai 3 Maurizio Mannoni agli universitari Maurizio Conti e Paolo Comanducci, passando per la segretaria CISL Annamaria Furlan e il presidente Assiterminal Luca Becce fino ad arrivare all’ultimo colpo di scena, l’avvocato presidente della Comunità ebraica genovese Ariel Dello Strologo che oggi è dato in pole position.
E alcuni li avremo certamente dimenticati, sicuramente persone degne come quelle già citate.
Mentre i partiti cercano la massima convenienza al minor prezzo, la Liguria annaspa (da anni) in una crisi demografica ed economica che è divenuta pesantissima dopo il crollo del ponte Morandi e insostenibile con le chiusure dovute al coronavirus.
Il cosiddetto fronte “progressista” che dovrebbe contendere a Toti la guida della Liguria si rende conto che rischia di aver proposto più candidati dei voti che potrà contare nelle urne?
Probabilmente no, o sarebbe già corso ai ripari.
Toti ringrazia.
Noi ci vergogniamo.
E per la prima volta ci viene voglia di non votare.