"Entrare in un palazzo antico, percorrere la navata di una chiesa, oltrepassare la soglia di una piccola cappella su una radura al limitare del bosco, vuol dire entrare materialmente nel fluire della Storia; attraversare spazi voluti e creati dai nostri predecessori.
Le pietre parlano a chi sa ascoltare, tra quelle mura martoriate dal tempo e dall’incuria, sono racchiuse infinite storie. Ci parlano di vite passate, portate via dall’inesorabile fluire del tempo, di quotidianità fatta di gesti ritrovati tra le pieghe della memoria, di religiosità e di devozione Mariana. Relazionarci con la storia ci mette di fronte al fatto che non siamo eterni e che, volenti o nolenti, saremo giudicati dalle generazioni future. La nostra storia rappresenta la forza del passato e una risorsa per il futuro.
Entrare all’interno della piccola chiesa della Madonna degli Angeli, non è certo come entrare in una grande cattedrale, ma vuol dire “sentire” i sentimenti, le speranze, i pensieri di chi ha calpestato quel pavimento prima di noi, di chi dal sagrato, attraverso gli stessi colori, ha scrutato l’orizzonte, di chi ha portato fin lassù le proprie pene cercando conforto. Quel piccolo edificio fa parte di una memoria storica, che non dobbiamo essere disposti a perdere.
La chiesetta della Madonna degli Angeli è ormai allo stremo. Abbiamo fatto l'impossibile per salvarla, ma tutti si sono girati dall'altra parte. Il legale rappresentante, con il suo immotivato ostruzionismo, ha reso l'edificio inagibile e al limite del crollo. La Soprintendenza non ha applicato quanto previsto dal Decreto Legislativo del 22 gennaio 2004 che impone la tutela di un bene vincolato. E la “nostra” chiesetta lo è dal 2009. La Curia ha lasciato che tutto questo accadesse.
Credenti e non, siamo tutti accomunati spesso dalla fatica del vivere, dalle domande inquietanti sul senso del nostro tempo e della storia, dalla preoccupazione che il male non prevalga sul bene e l'atteggiamento di don Riccardo, tanto lontano dallo spirito cristiano, fa davvero male al cuore.
Lo abbiamo ribadito più volte, ma lui resta immobile, arroccato nelle sue posizioni, che con il tempo sono diventate inespugnabili. Non vuole ascoltare, fermamente convinto di essere nel giusto. Lasciamo a lui la convinzione di avere ragione e teniamo per noi la certezza che nella vita bisogna saper ascoltare e comprendere, perché solo con umiltà e amore possiamo intravedere la giusta via da seguire!
Ricordare gli accadimenti passati, di cui la chiesetta è stata testimone, ci permette di ricostruire il nostro vissuto, di appropriarci delle nostre radici. Noi, che sentiamo forte la responsabilità della memoria, come possiamo lasciare che un frammento della storia della nostra Città venga dimenticato tra le rovine di un piccolo edificio, che per secoli ne è stato amorevole custode?
La Chiesa della Madonna degli Angeli è allo stremo, così come lo era alla fine del XIX secolo, quando dell’edificio non rimasero che brandelli di mura come braccia imploranti verso il cielo. Non lasciamo che accada ancora.
Per secoli abbiamo dato per scontata la presenza della chiesetta, là sulla collina, che in amorevole silenzio vegliava sulla Città, ma quando, alzando lo sguardo, non la troveremo più, allora comprenderemo il grande sbaglio commesso! Ma ormai sarà troppo tardi."
Associazione GPN2010