News27 giugno 2020 18:55

L’idea di Ferruccio Sansa per la Liguria: imprese green e cemento zero

Ambiente, salute e sanità, lavoro e spopolamento, trasporti e istruzione, mafia e gioco d’azzardo: il documento integrale

foto: Giovanna Profumo per olinews.info

foto: Giovanna Profumo per olinews.info

"Più ambiente oggi significa più lavoro: serve un patto che coinvolga le imprese. Un'occasione storica adesso, perché il green attira finanziamenti e genera lavoro e profitti." 

Queste sono le parole che Ferruccio Sansa usa per accompagnare il documento che leggerete.

Né poteva essere un altro il primo punto all’ordine del giorno per chi ha scritto “Il partito del cemento” e quel partito l’ha combattuto, denunciando le cause dello sfacelo di una regione che potrebbe essere meta di turismo di qualità e invece ha ridotto i suoi cittadini al servaggio crocieristico, facendone un popolo di affittacamere (ma anche per questo, ci voglion camere da affittare. E non tutti le abbiamo). 

Parte quindi dall’ambiente il testo del documento che Ferruccio Sansa propone alla Liguria in vista delle prossime elezioni regionali: non un programma, specifica, perché quello si scrive insieme ai cittadini, ma un’ipotesi ambiziosa eppure tutt’altro che irrealizzabile in una terra come la nostra. 

Potete leggere il documento integrale QUI: noi vi diamo la nostra lettura, offrendovi quelli che ci paiono i punti più importanti, quelli essenziali perché la Liguria non prosegua nella triste via di un declino che da troppi anni inquina la speranza di un futuro e costringe i nostri giovani a cercare fortuna in posti certo meno belli, ma meglio funzionanti.

 “Puntare sull’ambiente - scrive Sansa - significa prima di tutto votare piani territoriali a cemento zero, dopo il devastante piano casa di Toti che premia anche chi ha costruito abusivamente o in aree protette. 

È essenziale per puntare su un turismo di qualità, che già oggi garantisce il 20 per cento del PIL ligure e decine di migliaia di posti di lavoro. Nuovi parchi, a cominciare da quello nazionale di Portofino (respinto dalla giunta Toti, che in questo modo ha perso 20 milioni di euro di contributi) che unendosi quasi a quello delle Cinque Terre e al Santuario dei Cetacei diventerebbe un gioiello mondiale. Poi altre aree protette tra Beigua e Finalese (la giunta Toti invece ha tagliato 594 ettari di parchi regionali). 

Non servono tappeti rossi oppure ombrellini, quello è un turismo d'accatto. Serve un turismo evoluto che crei lavori nuovi e competenze. 

Ma cemento zero non significa penalizzare le imprese, nemmeno quelle che lavorano nel comparto edilizio, che in Liguria sono generalmente medio piccole. Si può investire - in Sardegna la giunta Soru aveva ipotizzato di investire 250 milioni - nel recupero dei centri storici e antichi borghi. Così si investe veramente nella coesione tra costa ed entroterra. Le imprese edili liguri quindi possono, anzi devono essere coinvolte.”

 

Poi, la sanità: il tema più spinoso in questo tempo, l’ambito in cui nonostante l’autoglorificazione costante dell’amministrazione guidata da Toti abbiamo tutti potuto vedere le tante e gravi carenze.

“La giunta Toti - scrive Sansa - ha condotto la sanità pubblica ligure al disastro. Nel 2018 la Liguria era fanalino di coda tra le regioni del Nord per i Lea (Livelli Essenziali di Assistenza garantiti ai cittadini). Esempio tragico sono i malati di cancro costretti a quotidiani pendolarismi in pullman per poter avere le cure che salvano la vita. 

In Liguria capita di attendere mesi la chemioterapia dopo una diagnosi di tumore. Mentre per compiere analisi ed esami ormai la lista d’attesa arriva anche a un anno e mezzo. 

Ma è soprattutto l’emergenza Covid – con i disastrosi risultati della sanità ligure – a mostrare i limiti dell’azione del governo di centrodestra. 

Assistere le persone significa puntare molto di più sulla prevenzione, voce in cui la Liguria investe la metà di quanto previsto a livello nazionale

Occorre riequilibrare la sanità verso il pubblico: oggi le strutture private svolgono i servizi più remunerativi, lasciando al pubblico le prestazioni in perdita. Una logica che va capovolta. 

L’età avanzata della popolazione, punto debole di ogni tentativo di rilancio sociale ed economico della regione, può essere rivolta in risorsa: la Liguria potrebbe diventare luogo di eccellenza per lo studio della terza età, delle cure dei disturbi e delle patologie legati all'anzianità. Ma anche, superando la logica delle RSA, regione guida per elaborare nuove forme di assistenza e di coinvolgimento degli anziani nella vita sociale. Così la ricerca, la cura, l'assistenza e la partecipazione potrebbero stare insieme richiamando giovani talenti e nuove imprese.”

 

Vanno a braccetto e continueranno a farlo la crisi dei trasporti, quella del lavoro e il conseguente spopolamento della regione: dove non puoi muoverti, è difficile lavorare.

Quali soluzioni propone Sansa? 

“Prima di andare a incastrarsi nei temi come la Gronda e il Terzo Valico (ormai avviato) occorre migliorare l'esistente e completare la rete ferroviaria

Anche se il primo tratto della Gronda - il più importante per il porto - potrebbe partire praticamente subito e vede quasi tutti concordi. 

La giunta Toti a proposito di trasporti non ha fatto NIENTE, a parte inventarsi due treni Frecciabianca verso Roma e Venezia, che peraltro non hanno portato vantaggi seri nei tempi di percorrenza e nell'offerta ai viaggiatori. 

Occorre moltiplicare l'offerta di trasporto locale con treni nuovi, frequenti e affidabili, incentivare il trasporto pubblico su gomma, immaginare agevolazioni tariffarie soprattutto per studenti e anziani. Fare pressioni su Ferrovie è il punto chiave di ogni programma sui trasporti in Liguria: il nodo ferroviario di Genova, che doveva essere completato due anni fa, è ancora in alto mare, come il raddoppio della linea a Ponente, dopo Savona.

 Intervenire subito su questo, prediligendo magari progetti – più rapidi, meno costosi e impattanti – di raddoppio della linea esistente rispetto a nuove linee a monte che richiederebbero decenni. Essenziale avviare subito i lavori per migliorare la linea tra la Liguria, Milano e la direttrice che viene dal Piemonte: i progetti per la linea prima e dopo Tortona ci sono già e sono in parte anche finanziati”. 

E ancora: “pensare a una vocazione nuova per l'aeroporto di Genova e investire sui trasporti pubblici via mare (qualcosa esiste già, si può fare molto di più)”.

 

Per il lavoro, la ricetta inizia dall’indicazione di “quali siano i veri talenti della Liguria su cui puntare; al posto delle passate politiche rivolte solo a salvaguardare gli interessi di pochi, troppo spesso finanziatori di campagne elettorali

Non si può cedere al modello turistico del centrodestra, con la Liguria ridotta a un luogo dove andare al mare.”

Quindi si punta su industrie verdi: “Competenze nuove nel recupero ambientale e urbanistico. Non solo: le principali linee strategiche di questo disegno dovranno sostenere tutta l’industria pulita sulla frontiera tecnologica (sfruttando le eccellenze rappresentate dall’IIT, da molti dipartimenti dell’Università di Genova, dalle molte PMI altamente tecnologiche e da alcuni gruppi industriali di livello internazionale). La Liguria è afflitta dalla mancanza di spazi, ma esistono ancora molte aree dismesse e non riutilizzate.” 

Essenziale sarà poi “salvare e promuovere le competenze artigianali e l'agricoltura (meriterebbe un discorso a parte - ricorda Sansa - il record di ritardi della Regione Liguria nello spendere i fondi comunitari per agricoltura e progetti ambientali).”

Porti e istruzione nel documento di Ferruccio Sansa sono strettamente legati: l’idea è far nascere a Genova una Università del Mare.

Su tutto, un occhio all’altrove: “dal mondo arrivano esempi straordinari di buone pratiche. Copiare si può”, magari con un assessorato apposito che scovi le buone pratiche che si possono agire anche qui da noi.

Due punti di grande importanza concludono il documento: il contrasto al gioco d'azzardo legalizzato, con le sue tragiche conseguenze, e una lotta vera alla criminalità organizzata. 

“La regione Liguria era stata la prima in Italia a legiferare per il contrasto all’azzardo, una malattia che ogni anno costa agli italiani più di 100 miliardi di euro” scrive Sansa. “La giunta Toti ha prima rinviato l’applicazione della norma e poi la ha definitivamente cancellata lasciando che chiudessero negozi di vicinato e botteghe storiche, sostituite da sale giochi e sale slot dove centinaia di famiglie si rovinano ogni anno e dove prosperano usura e criminalità organizzata. Si dovrà subito mettere mano a quella decisione e varare nuove norme che limitino il fenomeno e sostengano le persone colpite da ludopatia e le loro famiglie”.

La (vera, ndr) lotta alle mafie inizia “dalla creazione di una delega specifica per un assessore e da commissioni apposite in consiglio regionale, ma serve anche lanciare segnali forti, pubblici, a cominciare da una profonda e costante collaborazione con le forze dell'ordine presenti nelle zone più a rischio. Così come saranno necessari controlli ben più severi sugli appalti, sul loro ammontare e sulle ditte cui vengono affidati con ricorrenza sospetta”.

LNS