Una puntata diversa dalle altre, la diciassettesima del video progetto culturale iniziato l’otto marzo IO RESTO A CASA – ASPETTANDO, di Mario Molinari e Chiara Pasetti con l’adesione di Achille Lauro.
Diversa innanzitutto per la durata, doppia rispetto agli altri cortometraggi.
E diversa perché finora il progetto si concentrava sulle conseguenze della pandemia sotto vari aspetti, o prendeva spunto da ricorrenze come la Festa della Liberazione, dei Lavoratori, della Repubblica.
Questa volta invece si è scelto un tema vitale per preservare la democrazia indipendentemente dal covid-19, nonostante esso abbia mostrato in modo più chiaro che informazione e democrazia, che dovrebbero fare rima, sono spesso inquinati da poteri grandi e piccoli che ne attentano diritti e libertà.
Per parlare di “buon giornalismo”, del perché sia tanto importante, del ruolo che possono e debbono avere giornalisti e i lettori, nonché i freelance - ormai retribuiti con cifre da sfruttamento - si è scelto di dare la parola a chi tutti i giorni scrive: i giornalisti stessi.
Senza le loro preziose, acute, coraggiose, importanti testimonianze questo video non sarebbe stato possibile. A loro il nostro più sincero ringraziamento.
Di seguito i protagonisti in ordine di apparizione.
Marco Preve. Vive a Genova. È giornalista de La Repubblica. Si occupa principalmente di cronaca giudiziaria e inchieste su affari, politica, legalità e speculazione edilizia. Tra le altre, la sua ultima pubblicazione è intitolata C’è vita su Google Maps? e altre storie inverosimili (i Robin&sons ed., 2017).
Daniele Biacchessi è giornalista, scrittore, conduttore radiofonico, autore e interprete di teatro di narrazione, regista e produttore cinematografico. È stato caporedattore di Radio24-Il Sole24ore. E ancora prima ha lavorato per Rai, Italia Radio, Radio Regione, Radio Lombardia, Radio Popolare. È autore di trentotto libri d’inchiesta e di narrazione su terrorismo, ambiente e mafie, Resistenza e Storia contemporanea. Il suo ultimo libro è Un attimo quarant’anni. Vite e storie della strage alla stazione di Bologna, Jaca Book 2020, con Qrcode.
Francesca Nava è nata a Bergamo e vive a Roma. È giornalista e regista. Ha collaborato come inviata per numerose emittenti televisive, tra cui Rai3, La7, Canale5 e Skytg24. È regista e produttrice del documentario indipendente L’altro Messico. Il Subcomandante Marcos è tornato (2007), e ha ideato e diretto il docufilm Terroriste, Zehra e le altre (prod. Creative Nomads, 2019), sulla repressione del governo turco. Attualmente collabora con la testata online TPI. Ha firmato insieme ad altri giornalisti di TPI un instant book dal titolo Epidemia colposa? Le verità nascoste sulla mancata zona rossa in Val Seriana (Mondadori, 2020). Nel 2014 ha vinto il premio Ilaria Alpi per la sua inchiesta su Big Pharma.
Lara Ricci è italocanadese. È responsabile delle pagine di letteratura e poesia della Domenica, l’inserto culturale del Sole24ore, dove lavora dal 2007.
Ha scritto numerosi reportage e si occupa principalmente di letteratura e poesia con particolare riguardo per gli autori africani, ma essendo laureata in Scienze ambientali scrive anche di neuroscienze, genetica, fisica, antropologia, ambiente e diritti umani. Ha pubblicato Droghe e Dipendenze con Boroli ed., nel 2005.
Cinzia Donati è nata a Pisa e vive a Torre del Lago Puccini (Lucca). Giornalista, iscritta all’Ordine dal 1998, e blogger. Ha alle spalle una nutrita quantità di esperienze lavorative nel campo della comunicazione, soprattutto uffici stampa di eventi e concerti. La musica è una costante nella sua vita, per passione e per lavoro. Due sono le esperienze lavorative passate, significative e decisive, entrambe proprio in campo musicale: quasi un decennio a Radio Babilonia, come redattrice del tg, e qualche mese presso l’ufficio stampa D’Alessandro e Galli. Con Giovane Holden Edizioni, ha pubblicato Nudo, un libro fatto solo di pagine bianche, La stanza delle torture, La seconda stanza delle torture e La terza stanza delle torture, tutte raccolte di interviste a persone e personaggi realizzate per il quindicinale Paspartu. Dai libri, è nato il blog www.lastanzadelletorture.com
Marcello Zinola è savonese, già segretario Associazione Ligure dei Giornalisti-Fnsi, giornalista dal 1973. Inizia la professione nel 1973 a Il Lavoro di Genova, lavorando o collaborando successivamente con l’Agi Agenzia Italia, l’Ansa, La Gazzetta del Popolo, Il Manifesto. Ha lavorato dal 1981 al 2013 al Secolo XIX.
Alberto Toscano è nato a Novara. È giornalista, saggista e politologo. È stato ricercatore dell’ISPI di Milano e redattore del settimanale «Relazioni Internazionali». A Parigi, dove vive dal 1986 e collabora con i principali gruppi radiotelevisivi, i media lo hanno definito «il più francese dei giornalisti italiani». Ex presidente dell’Associazione stampa estera in Francia e attuale presidente del Club de la presse européenne di Parigi, è membro dell’Unità di formazione e ricerca di italiano della Sorbona. È cavaliere dell’Ordine del merito sia della Repubblica francese sia della Repubblica italiana. Ha scritto moltissimi saggi scientifici e divulgativi; il suo ultimo libro si intitola Gli italiani che hanno fatto la Francia. Da Leonardo a Pierre Cardin (Baldini e Castoldi, 2020).
Paolo Borrometi è giornalista e scrittore. Presidente di Articolo 21 e consigliere Federazione Nazionale della Stampa. È vicedirettore di AGI e ha fondato l’on line di inchieste LaSpia.it Vive sotto scorta dal 2014 per le sue battaglie contro la mafia, che lo hanno costretto a trasferirsi da Ragusa a Roma. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli ha conferito con un motu proprio l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Ha ricevuto numerosi premi per la sua attività di inchiesta e per i suoi libri, tra i quali si ricorda Un morto ogni tanto, ed. Solferino, del 2018, e il recente Il sogno di Antonio – Storia di un Ragazzo Europeo, con scritti inediti di Antonio Megalizzi, ed. Solferino.
Mimmo Lombezzi vive a Savona, è giornalista televisivo. Ex autore di Telecomando, con Tatti Sanguineti e Alberto Farassino, Stupidissima, con Freccero, Isole comprese, con Didi Gnocchi, Link e Mission, con Sabina Fedeli, Storie di confine, Blog notes, con Lorena Bari. Ha scritto Cieli di piombo (ed. E/O) e Bosnia, la torre dei teschi. Collabora con Il Fatto quotidiano e Il Secolo XIX. Insieme a Mario Molinari ha ideato e diretto il docufilm Crisi complessa, sull’area industriale savonese.
Gad Lerner è nato a Beirut da una famiglia ebraica. Nei primi anni Novanta inizia la sua esperienza televisiva realizzando per la Raitre di Guglielmi due trasmissioni dedicate alla questione settentrionale: Profondo Nord e Milano, Italia. Chiamato da Ezio Mauro a La Stampa come vicedirettore nel 1993, collaborerà successivamente come inviato e editorialista con il Corriere della sera e in seguito con Repubblica.
Di nuovo alla Rai con due edizioni di Pinocchio, nel 2000 viene nominato direttore del Tg1 ma pochi mesi dopo rassegna le dimissioni. Nel 2001 partecipa alla fondazione di La7. Ne dirige il telegiornale, vara con Giuliano Ferrara la trasmissione Otto e mezzo, e ha condotto ogni settimana per dieci anni L’Infedele dal 2002 al 2012. Nella primavera del 2013 ha realizzato sempre su La7 Zeta, la commedia del potere, prima di lasciare l’emittente che aveva contribuito a fondare. È presidente del comitato editoriale di Laeffe, televisione del Gruppo Feltrinelli. Attualmente scrive per Nigrizia. A novembre 2016 è tornato sugli schermi della Rai come autore e conduttore di Islam – Italia un programma di apprendimento in onda su Rai3 che racconta la trasformazione vissuta dalla nostra società. Ha realizzato sempre per Rai3 i reportages di Operai e uno speciale a mezzo secolo dalla Guerra dei Sei Giorni. Il 3 giugno 2019 inizia un nuovo programma L’Approdo, sempre in onda su Rai3. Come giornalista ed intellettuale è spesso chiamato a discutere sui principali temi dell’attualità con particolare attenzione ai conflitti religiosi nel sud del Mediterraneo e alla questione dell’immigrazione. È apprezzato anche dal mondo imprenditoriale per le sue conoscenze in ambito economico. Inoltre è profondo conoscitore di tutti i temi afferenti alla sfera dell’informazione. Ha appena diretto e curato il programma per Rai3 La scelta, dedicato alla Resistenza, con protagonisti i partigiani.
Tra i suoi numerosi libri si ricordano: Operai (Feltrinelli, 1987, ristampato nel 2010); Crociate. Il millennio dell’odio (Rizzoli, 2000); Tu sei un bastardo. Contro l’abuso delle identità (Feltrinelli, 2005); Scintille. Una storia di anime vagabonde, (Feltrinelli 2009), e il recente Noi partigiani. Memoriale della Resistenza italiana, con Laura Gnocchi, Feltrinelli 2020.
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La canzone di Achille Lauro, che dal primo video fa da colonna sonora all’intero progetto, è Amore mi, tratta dall’album “Pour l’amour” che ha festeggiato due anni proprio nei giorni scorsi.
Il ritornello, da cui è stato tratto il titolo, ricorda che il mondo «è una giungla, amore mi».
Insieme ai giornalisti contemporanei anche due figure di rilievo della stampa francese fra Ottocento e Novecento, Séverine e Octave Mirbeau. Octave Mirbeau (1848-1917), critico letterario e d’arte, scrittore che ha incarnato a pieno titolo la figura dal giornalista e dell’intellettuale engagé facendo della sua penna uno strumento di denuncia e di lotta al servizio delle tante cause etiche e sociali che ha abbracciato, guadagnandosi da Remy de Gourmont la definizione di «capo dei Giusti».
Fu in prima linea negli anni del celebre caso Dreyfus, ricordato nel corto con un frammento del superbo film di Roman Polański. Nel 1899 partì insieme alla giornalista Séverine (pseudonimo di Caroline Rémy), femminista pacifista, e a Bernard Lazare, il primo eroe dell’affaire e suo compagno di militanza anarchica, per seguire il processo di Rennes. Le pagine presenti nel corto, tratte da Combats littéraires, tradotte per la prima volta in lingua italiana, sono dedicate proprio a Séverine (1855-1929), una delle prime reporter francesi, soprannominata all’epoca «la Regina della stampa», eppure ancora così poco conosciuta specie in Italia. La sua ultima apparizione pubblica, nel 1917, fu per tentare di salvare, invano, Sacco e Vanzetti dalla sedia elettrica. Séverine avrebbe sottoscritto l’affermazione di Eugenio Scalfari, interpretata da Mario Molinari, secondo la quale «il giornalismo […] richiede una vocazione. Se quella vocazione non c’è, è inutile provarci».
Una vocazione che non apparteneva allo scrittore Gustave Flaubert il quale, malgrado leggesse i principali quotidiani dell’epoca, si rifiutò sempre di scriverci e dichiarò, nella lettera (inedita) tradotta nel corto, interpretata dall’attore Massimo Rigo, di provare «un disgusto profondo» nei confronti del giornale, ossia «dell’effimero».
Che la si pensi come Flaubert o come Scalfari è innegabile che il ruolo della libera stampa resti fondamentale in ogni società: un cittadino non informato o male informato è un cittadino vulnerabile.
Questo video, con i tanti rimandi a film famosi sul tema, e con l’appello e il monito ai giornalisti e dei giornalisti stessi di parlare anche di temi scomodi a qualunque costo, di «continuare a scavare» (sono le parole di Paolo Borrometi, che vive sotto scorta da anni per la sua lotta contro la mafia) tenta di dare un contributo alla resistenza del -buon- giornalismo. Un settore che è sempre stato «una giungla», e a maggior ragione ha bisogno di combattenti, di animali dalla forza e dalla bellezza delle «tigri e i leoni», citati da Lauro nel suo brano, e non degli agnellini o, peggio, dei serpenti.
Chiara Pasetti con Mario Molinari e la collaborazione di Giovanna Servettaz
Il video progetto di Chiara Pasetti e Mario Molinari è a cura dell’Associazione culturale “Le Rêve et la vie” e di APS Feelmare.
Sul sito Turismo e cultura del Comune di Finale, la playlist di tutti i video dal 1 al 16:
https://www.youtube.com/playlist?list=PLfUc9aPeRqz6hLNNbyAx5EMviL-P_0jNe
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La lettera di Gustave Flaubert a Louise Colet è tratta da Correspondance, vol. I, édition établie, présentée et annotée par Jean Bruneau, Gallimard, «Bibliothèque de la Pléiade», Paris 1973.
L’articolo di Octave Mirbeau su Séverine è tratto da Combats littéraires, , édition critique établie, présentée et annotée par Pierre Michel et Jean-François Nivet, éd. L’Age d’Homme, Lausanne 2006.
Le traduzioni di entrambi i testi, inediti in lingua italiana, è a cura di Chiara Pasetti.
Per Octave Mirbeau:
http://michelmirbeau.blogspot.com/
pierremichel.canalblog.com/pages/36101091/36101091.html
https://www.facebook.com/profile.php?id=100014340181373
Per Séverine: