Un metodo piuttosto rozzo, bisogna ammetterlo: dopo decine di riunioni e videoconferenze inviare una nota ai giornali alle dieci e mezzo di sera somiglia parecchio a un ultimatum.
Ma appunto, lo si scriveva ieri, il governo non può permettersi altre frizioni al suo interno oltre a quelle già laceranti sul Mes e non solo: una serie di screzi che Conte tenta di risolvere rimandandoli, cosa che sulle regionali non può fare perché non sarebbe pensabile rinviarle oltre.
Avevamo quindi immaginato in molti che a questo punto la formalizzazione dell’alleanza ligure fosse questione di ore, e che i Dem avrebbero approfittato con prontezza del siluro lanciato sull’autore del “Partito del cemento”.
Invece no: il silenzio del PD sembra proseguire con grande imbarazzo di tutti, provocando a catena il silenzio dei 5S che aspettano una risposta e della sinistra, pure lei ferma in attesa del responso dei Dem sull’ex preside di Ingegneria per decidere che fare.
Uno stallo totale insomma, a meno di tre mesi dal voto.
Almeno una spiegazione sarebbe dovuta, alle migliaia di persone che speravano di non vedere più Toti al governo della Liguria.
Perdere è una vocazione o un preciso mandato?
E si vuol perdere solo la Liguria o anche Roma?