News24 luglio 2020 08:31

Covid, via il segreto di Stato dai verbali del Comitato tecnico scientifico

Quei documenti - alla base dei decreti che durante il lungo lockdown hanno tenuto chiusi in casa i cittadini italiani - ora dovranno essere resi pubblici

Covid, via il segreto di Stato dai verbali del Comitato tecnico scientifico

Così ha deciso il TAR del Lazio, accogliendo il ricorso presentato dai giuristi della Fondazione Einaudi: gli avvocati avevano chiesto infatti che Giuseppe Conte rendesse disponibili i verbali del comitato perché nei DPCM “le misure restrittive di diritti e libertà di rango costituzionale imposte agli italiani risulterebbero motivate sulla scorta delle valutazioni operate dal Comitato tecnico scientifico”. 

I tre giuristi hanno quindi “ritenuto necessario chiedere la copia di quei verbali, attraverso l’accesso generalizzato agli atti amministrativi, al fine di consentire agli italiani di conoscere le vere motivazioni per le quali durante l’epidemia da Covid-19 sono stati costretti in casa, anche in quelle regioni o in quei territori dove non si sono registrati casi di infezione ma il Governo, e per esso il Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, si è rifiutato di consegnare quei verbali”. 

Da lì il ricorso al TAR, la cui decisione è inequivocabile: l’accesso a quei verbali va consentito perché, come spiegano gli avvocati, “se l’ordinamento giuridico riconosce, ormai, la più ampia trasparenza alla conoscibilità anche di tutti gli atti presupposti all’adozione di provvedimenti individuali o atti caratterizzati da un ben minore impatto sociale, a maggior ragione deve essere consentito l’accesso ad atti, come i verbali in esame, che indicando i presupposti fattuali per l’adozione dei descritti DPCM, si connotano per un particolare impatto sociale, sui territori e sulla collettività”. 

“Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto - concludono gli avvocati della Fondazione - perché adesso possiamo, come cittadini italiani, conoscere le motivazioni in base alle quali il Presidente del Consiglio ha così fortemente compresso i diritti costituzionali di milioni di persone. 

Non appena il Governo ci consegnerà quei documenti li renderemo pubblici, perché in una matura democrazia liberale i cittadini hanno il diritto di conoscere gli atti dei loro governanti e il diritto/dovere di giudicarli politicamente. Solo chi ha paura del giudizio dei cittadini si può opporre a che questi siano informati e consapevoli”.

“Forse c’è un giudice a Berlino” scrive Franco Astengo in merito a questa notizia, e prosegue “Adesso sarà importante vigilare che siano i verbali originali e non manipolazioni ex-post ad arrivare ad essere resi pubblici.

Ancora una volta, nel silenzio acquiescente del Parlamento, la magistratura si sostituisce alla politica per far luce su di uno dei periodi più oscuri nella storia della Repubblica.

Qualsiasi cosa emerga la secretazione di questi documenti corrispondeva ai timori di violazione delle regole della democrazia tante volte denunciate in questi mesi e che debbono rappresentare il punto di fondo di una iniziativa tendente a impedire lo scivolamento della nostra Repubblica in una forma di governo anti-costituzionale.

Soprattutto verificheremo se sarà stato giustificato l’uso dei DPCM anche intorno agli argomenti di carattere economico e sociale annunciati indebitamente dal Presidente del Consiglio solitario in presenza alla TV e sui social.

Andrà anche sventato ogni tentativo di non corrispondere alla precisa indicazione contenuta nella sentenza del TAR.”

Franco Astengo / LNS