Il Comitato per la Democrazia Costituzionale ha già vinto l'importante battaglia contro la modifica della Carta voluta da Matteo Renzi nel 2016.
Ora il Comitato è di nuovo in prima linea per combattere un altro abominio: a settembre, nello sciagurato - e anticostituzionale - "election day", si tenterà di far passare una legge che di fatto riduce ulteriormente la rappresentanza.
"Una legge improvvisata e opportunistica che non corrisponde, in realtà, ad alcuna necessità concreta e rappresenta semplicemente una manifestazione di quella antipolitica che si fa circolare nel Paese creando un grave discredito verso le istituzioni fondamentali della Repubblica": così definisce l'ANPI la proposta di modifica che saremo chiamati a votare (QUI il vademecum).
Anche l'ARCI invita a votare no: https://www.noaltagliodelparlamento.it/2020/08/04/la-democrazia-e-la-cura-larci-invita-a-votare-no-al-referendum-sul-taglio-del-parlamento/
Sulle nostre pagine avete potuto leggere più volte, in questi mesi, i contributi di Franco Astengo su questo argomento così spinoso e così pericoloso.
Come e più di sempre, una corretta informazione su quel che siamo chiamati a decidere riveste la massima importanza: per questo segnaliamo volentieri l'incontro che si terrà a Savona giovedì 6 agosto alle 17,30 al Giardino Serenella (Fornaci) organizzato dal Comitato per la Democrazia Costituzionale.
"Il Parlamento, nella nostra Costituzione, è il perno del sistema democratico, perché siamo una Repubblica parlamentare" ricorda Maria Gabriella Branca del Comitato per il No al taglio del Parlamento.
"Una legge di riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari è stata approvata con leggerezza e senza comprenderne le ragioni, solamente per assecondare quel filone dell’antipolitica che tanto ha fatto strage dei nostri Diritti in questi ultimi anni.
Al cittadino viene fatto credere che vengano eliminati chissà quali privilegi dei politici, mentre nessuno si è premurato di spiegare che in realtà si stanno solo tagliando i nostri diritti: la nostra capacità di esprimere attraverso il voto quale indirizzo politico dare al Paese, quale Italia vogliamo che venga realizzata anche per i nostri figli e nipoti.
La riduzione dei parlamentari è un tema emerso molto spesso nelle proposte di riforma del nostro assetto istituzionale.
Poteva anche essere un argomento del riordino delle istituzioni, unitamente ad altre riforme concrete, ma affrontato in questo modo, non è che uno sfregio irreversibile alla nostra Carta Costituzionale.
I costi per l’esercizio della democrazia non possono e non devono essere considerati superflui, né da tagliare: risultano essenziali per fare funzionare la rappresentanza dei cittadini.
Semmai è da rivedere la legge elettorale, in modo che vi sia corrispondenza tra il sentire del popolo e le persone che vanno in quel Parlamento a rappresentarle.
Ritorniamo ad una legge chiara che renda protagonista ognuno di noi delle scelte politiche che verranno compiute, facciamo in modo che si torni a credere nella nostra democrazia, che ogni cittadino con il proprio voto possa scegliere la persona che meglio lo rappresenta, senza i nominati indicati dai partiti.
Ed è questa la ragione per cui occorre opporsi al taglio del nostro Parlamento: tagliando il Parlamento i cittadini saranno meno e peggio rappresentati. Questo taglio puro e semplice non fa risparmiare nulla e mette in discussione l’architrave della democrazia" conclude l'avv. Branca.