Salute & Veleni05 agosto 2020 11:13

Torna il fetore di bitume a Cisano

Avevano detto che la produzione di bitume sarebbe stata sospesa. Sì, ma solo durante il periodo del lockdown. Ora i miasmi son ripresi alla grande. La lettera di un gruppo di abitanti della Val Neva e Val Pennavaire

Torna il fetore di bitume a Cisano

"Come era facile prevedere, vista la buona stagione, eccoci alle prese nuovamente con le esalazioni e i fumi provenienti dall’impianto di bitume sito in Cava Isola a Zuccarello.

L’aumento della produzione di asfalti per “rattoppare” l’autostrada A10 ridotta ad unico cantiere sta gioiosamente rimpinguando le casse della Icose spa ma contemporaneamente ricacciando la popolazione della Val Neva e della Val Pennavaire nell’incubo del soffocamento.

Sull’argomento una parte di cittadini locali ha svolto un lavoro di “contrasto” sia sul piano legale che amministrativo per individuare una soluzione al grave e reiterato disagio.

Oggi a distanza di oltre due anni dalle prime segnalazioni di insofferenza al disagio, le cose non sono cambiate: vuoi la bella stagione che invita ad aprire le finestre al piacevole clima, vuoi per l’aumento delle asfaltature i cittadini sono nuovamente sul piede di guerra.

Le Amministrazioni sul territorio hanno speso fiumi di parole per assicurare i loro cittadini che si sarebbero trovate le soluzioni: chi promettendo l’installazione di centraline ad oggi non pervenute, chi istituendo un tavolo tecnico inconcludente con l’azienda. In realtà però è tutto come PRIMA.

Mentre le istituzioni a vario titolo dimenticano le loro responsabilità verso la salute pubblica e si preoccupano solamente della ricaduta economica dell’impianto sul territorio, noi abitanti di serie B che non viviamo del contributo diretto del nostro illustre “benefattore” ne subiamo non solo un danno alla salute ma anche una grave perdita economica.

Questo che esprimiamo è un appello che deve trovare una risposta concreta nell’immediato perché una nuova estate chiusi nelle nostre case o svegliati in piena notte per il bruciore in gola non è umanamente tollerabile. 

Viste le condizioni che “suggeriscono” a queste ditte la lavorazione notturna perché la viabilità “riposa” noi abitanti chiediamo che i nostri sonni siano monitorati costantemente perché il “buio legislativo” non ci rassicura anzi ci fa paura.

Visto inoltre, che rispetto all’AUA rilasciata nel dicembre 2019 già a Gennaio 2020 l’ARPAL rilevava due gravi infrazioni da parte di Icose spa, ci chiediamo se le autorità comunali hanno vigilato sulle prescrizioni indicate sull’AUA e se sì, quando e con quali esiti. 

Come precedentemente sottolineato pensiamo che il tempo delle parole e dei proclami sia finito, chiediamo risposte concrete e immediate perché l’esasperazione delle persone non sempre si manifesta in modo civile e costruttivo, soprattutto quando gli interlocutori che a vario titolo dovrebbero tutelarle fanno “orecchie da mercante”."

 

com