“Oggi convegno della UIL sui trasporti. Momenti di suspence” scrive Ferruccio Sansa: “Si rischia il primo faccia a faccia Sansa-Toti. Ma ecco che il governatore con mossa felpata lascia il palco di corsa e se la dà a gambe. Senza nemmeno guardare in faccia l'avversario. E la sedia di Toti resta ancora una volta vuota.”
Non è la prima volta che accade: mentre gli altri candidati partecipano volentieri ai dibattiti per esporre i propri programmi, il presidente a quanto ci risulta non si è mai visto.
Forse perché il suo, di programma, non è un granché se il tanto decantato “modello Genova” significa evitare come la peste le gare per la progettazione e l’esecuzione delle opere, “via controlli antimafia, via codice appalti, via paesaggistica” come Toti auspicava in un’intervista di qualche tempo fa su Avvenire.
Forse il suo programma non è un granché neppure sulla sanità ancora in cerca di slogan, se Toti continua a preferire i privati al rafforzamento della sanità pubblica nonostante le sonore bocciature arrivate dal TAR e se persevera a lasciar la salute dei liguri nelle mani dell’inutile e costosa Alisa nonostante i rilievi della Corte dei Conti.
Forse non è un granché neppure sul resto, il programma di Toti: scrive che vuole rafforzare il sistema dei parchi, ma a nostra memoria li ha solo tagliati (vedi Finale).
Scrive che vuol combattere il dissesto idrogeologico, ma non vuole mettere limiti al cemento né contrastare l’abbandono boschivo.
Sarà forse per questo che il nostro scappa da ogni possibile confronto: il suo programma è meglio che non lo conosca nessuno.
Altrimenti, addio voti.