Salute & Veleni10 settembre 2020 12:45

Maledetto bitume

Ci scrive un'abitante di Cisano sul Neva, costretta durante l'estate a fuggire da casa propria per i miasmi. "Ho chiesto ai due Comuni interessati quali siano i giorni di lavorazione del bitume per poter programmare le mie giornate: nessuna risposta"

Maledetto bitume

Cronaca di fine estate da Cisano sul Neva

(Entroterra ligure di ponente, Albenga)

Quest’estate ho dovuto fuggire da casa nel cuore della notte per via della puzza forte, acre che perdura per alcune ore anche con le finestre chiuse. Fate conto di avere una vespa accesa in camera vostra per alcune ore. E’ ormai diversi anni che investe il paese dove abito e pare proprio sicuro ormai che provenga dall’impianto di lavorazione del bitume del comune confinante, Zuccarello, perché 600 persone hanno firmato un esposto in Procura a riguardo.

Siccome nulla è cambiato, ho pensato che sarebbe stato utile almeno avere un calendario delle giornate di lavorazione del bitume, così da organizzarmi il soggiorno altrove con calma e non last minute, visto che non avevo “diritto” di stare a casa mia in quelle ore.

Allora ho pensato di richiederlo ai due Comuni interessati, Zuccarello e Cisano sul Neva, pensando che fosse una richiesta semplice, a costi zero e soprattutto dovuta, visto che è anni che questa situazione di molestie olfattive perdura e non hanno mai né risolto, né tentato di migliorare la qualità di vita degli abitanti. Stenterete anche voi a crederlo suppongo, ma nessuno dei due Comuni ha mai risposto alla mia certificata, seppur correlata di documentazione medica che certificava i sintomi provocati dalle emissioni. Quindi ho dovuto continuare a fuggire da casa last minute, in stile Chernobyl, ogni volta che arrivava la puzza (almeno due/tre volte a settimana!).

Tutto questo oltre a rappresentare un pericolo per la mia salute, non fa neppure bene al morale ovviamente. Non esiste non avere il diritto di stare a casa propria tranquilli con le finestre aperte in estate. Non vi pare? Non ho scelto di abitare in una città inquinata e maleodorante, ma nel meraviglioso entroterra ligure! Cavoli! Ma come si fa? Siamo in una regione del nord Italia, che fa parte di un Europa predisposta ormai a un futuro del tutto “green”, ma qui pare di essere nel Far West, con un’imprenditoria e un concetto di economia locale di stile ottocentesco.

Eppoi scusate, ma due Amministrazioni Pubbliche che non rispondono neppure a una richiesta così semplice, come quella di un calendario delle lavorazioni, significa che proprio NON intendono tutelare la salute pubblica, che non stanno facendo nè il loro dovere, né gli interessi della popolazione. Questi due Sindaci stanno permettendo, ormai da anni, che famiglie, bambini e anziani, anche mentre dormono di notte inconsapevoli, si respirino questa robaccia che sicuramente bene non fa, soprattutto se l’esposizione è prolungata nel tempo. Oltretutto, gli abitanti più colpiti risiedono nelle zone popolari del Comune di Cisano sul Neva (Conscente, Martinetto e centro storico) e purtroppo sono proprio questi che hanno dovuto pagare di tasca propria esperti ed avvocati, per cercare una soluzione che gli permettesse di tornare a respirare bene e di vivere nelle loro case.

Ma che Sindaci sono questi che costringono i cittadini che li hanno eletti a dover fare da soli con cose del genere, così complicate...? Ma non dovrebbero essere forse le Amministrazioni Comunali e tutti gli altri vari Enti, Entucoli e Autorità che paghiamo con le nostre tasse a tutelarci? A predisporre centraline di rilevamento fisse per esempio e non solo controllini random? Ma dove siamo finiti? Ma in che mani siamo finiti? C’è proprio da chiederselo.

Temi così importanti che riguardano non solo la salute pubblica ma anche l’economia agricola e turistica di tutto un comprensorio devono essere affrontati da un gruppetto di persone comuni? Ma vi sembra normale? Quei 600 che hanno firmato l’esposto in Procura, lo hanno fatto non per divertirsi, ma per salvare sé stessi ed anche tutti gli altri, quelli ancora inconsapevoli. Quelli che dormono ancora sereni. Per ora.

Lettera firmata