Mentre i mezzi pubblici continuano a viaggiar carichi come carri bestiame, e chi vive in dieci in un appartamento con un bagno continuerà a viverci, a chiudere nel centro storico del capoluogo ligure saranno anche i centri culturali e sociali e i circoli ludico ricreativi, come Auser o Arci.
Posti che applicano protocolli sanitari severi, e dove le persone più deboli potrebbero magari trovare un lieve ristoro alla solitudine.
Giusto limitare gli assembramenti, per carità.
Ma non sarebbe neppure male occuparsi, per una volta, delle condizioni di vita degli abitanti delle zone soggette a maggior disagio in una regione dove, nonostante la sua bellezza, la qualità dell’esistenza non è poi così buona, per molti.
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