"La soluzione adottata quindi per sopperire all'incapacità organizzativa é la più semplice: lasciare gli studenti a casa per metà del tempo, ricorrendo alla didattica a distanza. Quest'ultima, nonostante venga accreditata da alcuni miopi di efficacia assimilabile alla più arcaica didattica in presenza, risulta alla luce dei fatti quanto di più esclusivo e classista si possa immaginare.
Non è infatti sufficiente che le istituzioni forniscano a tutti gli alunni un PC e una connessione, le situazioni di difficoltà sociale vanno ben oltre a questi due aspetti che, seppur fondamentali, risultano non sufficienti a colmare alcune differenze sostanziali tra studenti.
Molti alunni non dispongono infatti di spazi che possano essere dedicati esclusivamente alla loro concentrazione e allo studio, privarli della possibilità di andare a scuola, che per le misure ad oggi approntate risulta certamente un luogo sicuro , significa porli in una situazione di grave difficoltà che si ripercuoterà sul loro percorso di crescita.
Trovo anche singolare il fatto che dall'ordinanza siano escluse le classi prime e non le classi quinte che, essendo composte da maggiorenni e patentati prossimi peraltro alla maturità, certamente incidono minoritariamente sul trasporto pubblico.
Concludo sottolineando come in questi 8 mesi si sarebbero potute prendere tutte le contromisure del caso, coinvolgere i privati con cui le scuole già collaborano da anni per le uscite didattiche, le società sportive e in ultimo, se necessario, ricorrere ai mezzi di protezione civile, esercito e forze dell'ordine.
Il diritto all'istruzione degli studenti ha però subito l'ennesimo duro colpo e gli studenti più fragili pagheranno il prezzo più alto per l'incapacità amministrativa di una classe politica che si rivela ogni giorno più inadeguata.