Il primo, la paura per quello che sta avvenendo negli ospedali, dove il personale probabilmente non è stato adeguatamente rafforzato.
Il secondo, le promesse elargite a piene mani a taluni settori economici.
Promesse dalle quali ora per Toti è difficile recedere: quindi per la seconda volta nel giro di pochi giorni si chiudono i circoli ricreativi e culturali, dotati di protocolli sanitari ferrei, mentre si lasciano aperte le sale giochi e le sale bingo.
E questo proprio in un periodo in cui l’incertezza sul futuro spinge i più deboli a cercare un’irrealizzabile speranza nel gioco d’azzardo, e la piaga (sanitaria, lo ricordiamo) della ludopatia diventa un rischio sempre più concreto per molti.
La narrazione non è solo prerogativa del ministro De Micheli: anche quella sul “tutto sotto controllo dal punto di vista sanitario” era una narrazione, ancor più grave.
E adesso dall’istituzione che ha in capo la Sanità pubblica ci sentiamo dire di stare attenti a non ammalarci, perché non si sa se potremo esser curati; e che dispiace per tutti quei servizi sanitari fondamentali, non connessi al covid, che subiranno un’ulteriore battuta d’arresto.
Con buona pace della prevenzione di malattie tumorali o cardiovascolari.
Leggete qua cosa dicono gli oncologi: https://www.lanuovasavona.it/2020/10/20/leggi-notizia/argomenti/news-1/articolo/coronavirus-907-nuovi-positivi-in-liguria.html