News10 dicembre 2020 15:06

I ginecologi italiani contro ProVita: “Manifesto oltraggioso, basta usare il corpo delle donne”

Il Sindaco di Genova ha affermato che i manifesti resteranno al loro posto perché la loro rimozione sarebbe "censura politica": un problema che non ci si è posti quando la campagna nazionale sull'obiezione di coscienza in sanità era stata invece promossa dall’Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti. Nel frattempo Non Una Di Meno lancia la campagna: "inviate una mail alle Istituzioni"

I ginecologi italiani contro ProVita: “Manifesto oltraggioso, basta usare il corpo delle donne”

 

Sigo-Aogoi-Agui-Agite, le società scientifiche che rappresentano la totalità della ginecologia ed ostetricia italiana, considerano riprovevole la mancanza di contenuto scientifico e inaccettabile l’uso delle immagini comparse in un manifesto di Provita&Famiglia: "tutta la ginecologia italiana è profondamente colpita e amareggiata da questo manifesto con cui si è veramente toccato il fondo.

Come ginecologhe e ginecologi, medici che si occupano dalla salute delle donne, non possiamo tollerare questa ennesima violenza mediatica contro le donne e che trasmette un messaggio scientifico distorto.
Intendiamo tutelare, ora e sempre, la dignità della sofferenza, il rispetto del corpo delle donne, la libertà delle donne, il rispetto della legge e siamo pronti ad agire anche per vie legali".

Marco Bucci sindaco di Genova però non ci sente e tira dritto, citando niente meno che l’art. 21 della Costituzione italiana a tutela del diritto di libertà di manifestazione del pensiero.

Non così era stato un anno fa, in occasione della campagna UAAR alla quale il Comune di Genova non aveva concesso l'uso del servizio delle pubbliche affissioni.

Il movimento politico Non Una Di meno però non ci sta, e invita tutti i cittadini a protestare inviando una mail all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, al Dipartimento delle Pari Opportunità e al comune delle città dove sono stati esposti i manifesti di Pro Vita:

"È necessaria una pressione costruita dal basso per evitare che ancora una volta vengano veicolate notizie false e narrazioni discriminatorie portate avanti da movimenti come ProVita che pensano di poter dire quello che vogliono sui corpi delle donne e sul loro diritto di autodeterminazione.

Insieme possiamo fare due cose: facciamole entrambe.

1 - Invia una segnalazione all’Istituto dell’Autodisciplina della Pubblicità (IAP) compilando il modulo a questo link e utilizzando la foto presente in questo post.

2 - Invia una mail con il testo che trovi qui sotto all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, al Dipartimento delle Pari Opportunità e al comune delle città dove sono stati esposti i manifesti di Pro Vita. Se nel tuo comune la campagna non è arrivata, sostienici comunque e dovunque ti trovi.

A CHI INVIARE LA MAIL

iap@iap.it

segreteriamin.bonetti@governo.it

segreteriaministro@sanita.it

ufficiostampaaifa@aifa.gov.it

+

aggiungere mail sindaco/mail comune della vostra città

TESTO DELLA MAIL

L’associazione antiabortista ProVita ha avviato una campagna esponendo in decine di città manifesti dove, accanto all’immagine di una Biancaneve svenuta, l’utilizzo della pillola abortiva #RU486 viene paragonata a un “veleno”: si sostiene, inoltre, che la pillola abortiva metta “a rischio la salute e la vita della donna”. Questo è falso, discriminatorio e diffonde disinformazione medico-scientifica.

L’interruzione volontaria di gravidanza è legale in Italia in base alla 194, una legge fortemente voluta dalle donne e confermata da un referendum popolare.

Lo scorso 8 agosto, il ministero della Salute, sulla base «delle più aggiornate evidenze scientifiche», ha aggiornato le linee di indirizzo sulla pillola abortiva RU486 annullando l’obbligo di ricovero, estendendo a nove settimane la possibilità del farmaco, e prevedendone la somministrazione in consultorio e in ambulatorio.

I dati del ministero della Salute dicono che in Italia in oltre il 96,9 per cento dei casi non c’è stata alcuna complicazione a seguito dell’assunzione della RU486, e che questi numeri sono simili «a quanto rilevato in altri paesi e a quelli riportati in letteratura».

Successivamente al parere del Consiglio Superiore di Sanità l’AIFA ha emanato una nuova determina nella quale vengono superate le precedenti limitazioni.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità da anni dichiara che l'aborto farmacologico è sicuro e ne raccomanda la procedura.

In base a quanto sopra riportato, visto che il Codice di Autodisciplina della Comunicazione IAP sulle regole di una corretta pubblicità afferma che la comunicazione «deve essere onesta, veritiera e corretta» (art.1); visto che la «comunicazione deve evitare ogni dichiarazione o rappresentazione che sia tale da indurre in errore anche per mezzo di omissioni, ambiguità o esagerazioni» (art.2), visto che «terminologia, citazioni e menzioni di prove tecniche e scientifiche devono essere usate in modo appropriato» (art.3), visto che la comunicazione «deve evitare ogni forma di sfruttamento della superstizione, della credulità e, salvo ragioni giustificate, della paura» (art.8), visto che la comunicazione «deve rispettare la dignità della persona in tutte le sue forme ed espressioni e deve evitare ogni forma di discriminazione, compresa quella di genere» (art.10) e visto che

l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria ha firmato un protocollo di Intesa con il Ministero per le Pari Opportunità in relazione alla comunicazione commerciale con contenuti “di genere”:

CHIEDIAMO UN INTERVENTO IMMEDIATO PER LA RIMOZIONE DEI MANIFESTI DI PRO VITA."

LNS