News17 febbraio 2021 15:49

Genova, un presidio in difesa della Costituzione

Domani alle 15 davanti al Comune la manifestazione organizzata dall’Associazione Nazionale Giuristi Democratici contro l’ordine del giorno che equipara fascismo e comunismo. Tra le prime adesioni, l’Anpi e il PCI: “non basta un voto in Consiglio comunale per riscrivere la Storia”

Genova, un presidio in difesa della Costituzione

“L’Ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Genova il 9 febbraio scorso, volto a impegnare il Sindaco e la Giunta a promuovere una proposta di legge di iniziativa popolare contro la propaganda delle ideologie fasciste, naziste, comuniste, eversive ed antidemocratiche, e ad istituire una “Anagrafe Virtuale Antifascista – Antinazista – Anticomunista – Antidemocratica – Eversiva” a difesa dei valori della nostra Costituzione, scrive una pagina triste e preoccupante nella storia della nostra città, medaglia d’oro per la Resistenza. L’iniziativa pare più che altro una risposta provocatoria alla proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione nel Codice Penale del reato di propaganda fascista, promossa dal Comune di Stazzema, e per la quale è aperta la raccolta delle firme presso gli uffici comunali.

Dimenticano i consiglieri il carattere antifascista della nostra Costituzione che all’art. XII delle disposizioni transitorie, vieta la “ricostituzione sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”; la proposta di legge del Comune di Stazzema è volta a rafforzare il precetto costituzionale, in un tempo in cui si moltiplicano fenomeni di razzismo e appelli a trovare soluzioni autoritarie.

Per contro, l’art. 21 della Costituzione stabilisce che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” e dunque di propagandare qualsivoglia ideologia rispettosa dei principi costituzionali, ivi compresa quella propria di un partito che ha dato un apporto fondamentale alla Resistenza ed alla stessa Assemblea Costituente, che fu presieduta dal comunista genovese Umberto Terracini.

Dall’equiparare il comunismo alle ideologie che “perseguono i propri ideali di violenza fisica, verbale e psicologica”, all’arrivare alla vera e propria censura politica propria dei regimi totalitari il passo è breve; l’ordine del giorno approvato è incompatibile con la difesa dei valori di libertà, democrazia, legalità che si prefigge di tutelare, e ci ricorda piuttosto i tempi in cui i comunisti venivano perseguitati e internati dal regime fascista.

Ove venisse mai in essere una legge quale quella proposta dal Consiglio Comunale, la stessa avrebbe connotati manifestamente eversivi dell’ordinamento democratico e ogni provvedimento amministrativo che dovesse essere adottato in base a tale ordine del giorno sarebbe manifestamente incostituzionale.

Viene il dubbio che non sia un semplice refuso il riferimento (testuale) ad una anagrafe virtuale “Antidemocratica ed Eversiva”, che pare invero riflettere il contenuto dell’ordine del giorno del quale chiediamo il pronto e immediato ritiro.” Così l’ Associazione Nazionale Giuristi Democratici - Genova.

Tra le prime risposte, quella del Partito Comunista Italiano Federazione di Genova: “Aderiamo al presidio organizzato per giovedì 18 febbraio davanti al Comune dai Giuristi Democratici, per chiedere di ritirare l’ordine del giorno per l’istituzione di un’anagrafe anticomunista presentato dal centrodestra e approvato la scorsa settimana. Parteciperemo per sottolineare la grande funzione storica che il partito comunista italiano con i suoi dirigenti ha svolto, dal contributo determinante nella lotta partigiana alla scrittura della nostra carta costituzionale, sempre ispirati dai valori dell'antifascismo, dell'uguaglianza, della libertà e della democrazia. Contrastiamo fermamente ogni tentativo di equiparare i crimini nazifascisti alle lotte e alle conquiste dei comunisti per la giustizia e la dignità dei lavoratori e degli sfruttati.”

Partecipa anche l’Anpi genovese: “Contro il becero tentativo di riscrivere la Storia saremo anche noi davanti a Palazzo Tursi per ricordare che non basta un voto in Consiglio Comunale per riscrivere la storia di una città, di una nazione, di un continente.”

LNS