Erano 40.437 nel 2018.
Nel 2019 sono scesi a poco più di 35mila.
Nell’anno del coronavirus è tornato a salire fino a oltre 40mila il numero dei cosiddetti NEET, giovani i tra 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in percorsi di formazione.
La nota appena pubblicata dall’osservatorio ligure sul mercato del lavoro e basata sui dati ISTAT è impietosa: nella nostra regione i NEET tra i 15 e i 29 anni sono in crescita del 13,8% rispetto al 2019.
Una crescita che diventa addirittura del 20,3% rispetto all’anno precedente se si prende in considerazione la fascia di età 15 - 24 anni.
Proprio una tra le categorie di giovani che, come ci ricordano le cronache e ci confermano gli psichiatri, risulta particolarmente colpita dalle conseguenze dell’anno appena trascorso: scuole chiuse e nuove regole che sostanzialmente impediscono la socialità hanno portato a galla un grave aumento dei casi di autolesionismo, crisi di ansia, disturbi alimentari che possono celare un disagio assai profondo.
Un allarme, quello lanciato ormai quotidianamente non solo dagli addetti ai lavori ma da meri fatti di cronaca, che non è secondario eppure continua a sembrarlo.
QUI il documento regionale.