Tanti, tanti anni fa (era il 1962) c'era un democristiano buono. Faceva il ministro dei lavori pubblici e si interessava di edilizia economica e popolare, con una legge che veniva chiamata 167. Si chiamava Fiorentino Sullo. Poi si è montato un po’ la testa e ha pensato di fare una riforma urbanistica che separasse la proprietà dei terreni dal diritto di costruirci sopra qualsiasi cosa. Forse pensava che un bosco, un campo, un terreno vergine potessero essere un valore per tutti, mentre le seconde case valevano solo per pochi. Ma il suo stesso partito lo contrastò, venne montata una campagna denigratoria di insolita violenza, e non se ne fece niente.
Da allora in Italia si sono costruite cose che a volte erano utili alla collettività, a volte meno, e la nostra Liguria ne paga ancora le conseguenze.
Da pochi decenni si è posto il problema delle fabbriche e delle attività produttive da trasformare, trasferire o dismettere: e il problema è rimasto lo stesso: se posseggo qualcosa che non ha più utilità o che potrebbe procurarmi più soldi con un uso diverso, fino a dove si spingono i miei diritti?
Forse bisognerebbe riprendere il discorso daccapo, cioè dal terreno libero; ma qualcuno potrebbe dire che si esagera. E allora pensiamo a che valore sociale potrebbero avere i manufatti trasformati: cioè, preoccupiamoci di quella che nei documenti di pianificazione si chiama ¨destinazione d´uso¨.
Però, quando si è posto il problema di trasformare (dicono ¨riqualificare¨) un edificio industriale in porto in edificio residenziale, un amministratore locale (che si definiva di sinistra) si è chiesto se il volume di un´industria, enorme perché in gran parte non occupato in modo continuativo, potesse essere equiparato a quello delle case, piene di muri e di roba. Forse no, e allora ha proposto di demolirlo e recuperarne il 35%. Penso gli sembrasse già tanto, ma è andata bene.
Allora, quando l´amministratore è andato in regione e un´industria della riviera ha pensato di spostarsi verso l´entroterra, si è proposto di recuperarne il 50%. È andata bene di nuovo.
A questo punto, hanno capito tutti. E dei vicesindaci (di sinistra o di destra, non fa molta differenza) pensano che si possa ¨riqualificare¨ più o meno il 100% di un cantiere.
Adesso, dei privati propongono di demolire un ristorante sul mare e sostituirlo con villette a schiera, se il sindaco gli dice che si può modificare la destinazione d´uso. Però, già che ci siamo, prendiamo il volume che c´è e aumentiamolo del 35%, perché una legge della regione ce lo lascia fare: basta dire che l´edificio attuale ha dei problemi statici.
E se abbiamo un po´ meno di costa libera, non importa: tanto, ce n´è già così poca che non ce ne accorgiamo neanche.
Urbanistica: chi era costei?
P.S. Avete capito di cosa parliamo? Avete presente OMSAV, Piaggio, Solimano, La Playa … e poi chissà.