No.
Gli ambientalisti non sono contro il lavoro, non sono contro il progresso, non sono contro gli investimenti.
Sono contro il cancro, contro le ischemie, contro le insufficienze respiratorie, contro la leucemia.
Sono contro quello che tutti dovrebbero combattere, iniziando dai Sindaci che non sono solo amministratori per i propri concittadini, ma rappresentano l’autorità sanitaria.
E quando si “rinuncia” a una struttura potenzialmente dannosa per la salute come il raddoppio a gas di Tirreno Power in mezzo alle case a Vado Ligure, quello non è un “investimento mancato” ma un investimento riuscito.
Perché i costi sanitari dell’inquinamento (QUI) li paghiamo tutti, con le nostre tasse oltre che con la nostra ancor più importante salute.
E li pagano le generazioni future, che si troveranno ad abitare un mondo sempre più malato.
Hanno rischiato di essere 1.800 le tonnellate di ossidi di azoto (e 1.500 di PM 10 e 2,5) che si sarebbero riversate sul territorio savonese ogni anno. E nei nostri polmoni.
In cambio avremmo avuto qualche anno di lavori per la costruzione del nuovo impianto e, dicono, una ventina di posti “fissi”.
Siamo sicuri che ne sarebbe valsa la pena?
Siamo sicuri sì. Di no.
Vale la pena di investire sul nostro territorio?
Sì, eccome.
Ambientalizzare il porto, per esempio, darebbe lavoro.
Recuperare edifici storici evitando di aggiungere cemento sulle coste e nell’entroterra darebbe lavoro.
Pensare a un turismo che sia finalmente di qualità e vada oltre alle soste mordi, fuggi e ricordini marci delle crociere darebbe lavoro.
Continuare a inquinare e limitarsi a bieche operazioni di greenwashing mentre il resto del mondo va avanti su programmi che green lo sono veramente è, anche politicamente, il contrario della lungimiranza.
Altro che “investimenti”.