Con la proposta di legge regionale dei consiglieri liguri di fratelli d'Italia Baleari/Manucci/Russo che titola “Norme per la tutela della salute della donna e del concepito, in attuazione delle leggi n. 405/1975 e 194/1978” (!!) pare che gli esponenti dell'estrema destra ligure vogliano ufficialmente dar battaglia nella nostra regione.
E' evidente agli occhi di tutti quali siano le intenzioni di questi politicanti di second'ordine, non fossimo in quest'epoca di ritorno del fascismo, potremmo anche far finta di nulla, tanto è assurda questa proposta di legge. Purtroppo si inserisce in un disegno più ampio sia nazionale che internazionale dove le destre estremiste, foraggiate da fanatici personaggi cattolico/fascisti con finanziamenti per campagne mondiali (vedi convegno di Verona del 2019) cercano in tutti i modi di (ri)portare la donna in una posizione di sottomissione ed obbedienza.
Dalla legge 194 derivano i Consultori, spazi che erano diventati luoghi di tutela della donna. Svuotati della loro funzione negli ultimi anni, grazie ad una politica di tagli in favore del neoliberismo sanitario, ora li vorrebbero coadiuvare di ambigue figure provenienti dalle associazioni “pro-vita” che noi sappiamo bene quanto contrastino il legalmente legittimato diritto all'aborto.
Noi di NUDM SV, insieme ad UAAR Savona, abbiamo intrapreso una campagna in sostegno ad Alice Merlo - UAAR- per favorire una corretta informazione sull'aborto farmacologico RU486 e perché Alice è stata attaccata personalmente, insultata in modo spregiudicato sui social proprio da individui appartenenti a quelle associazioni pro-vita.
Ci domandiamo: è questo il loro modus operandi? L'insulto e la denigrazione? Cosa succederebbe se una donna si rivolgesse ad un consultorio per abortire e non ascoltasse le motivazioni degli antiabortisti presenti?
I signori Baleari, Russo e Manucci scrivono nella relazione iniziale: «L’aborto è sempre e comunque una sconfitta: per il figlio, che perde la vita; per la madre, che sovente porta con sé un trauma per tutta l’esistenza; per la società, che viene privata del suo futuro».
Noi rispondiamo: l'aborto è un diritto sancito dalla legge; l'embrione non è considerato dalla legislazione come feto prima di 90 giorni; la donna ha il pieno diritto all'autodeterminazione del proprio essere e del proprio corpo. Giù le mani dai nostri diritti!
E ancora dalla relazione iniziale: «Per questo i proponenti della presente proposta di legge intendono rendere concretamente un servizio ai figli - la cui vita, ancora nascosta, è in pericolo -; e alle loro madri, minacciate dalla solitudine, dall’ignoranza, dalla povertà, dalla paura».
Questa frase indica una visione miope e/o colpevolmente tendenziosa della donna che noi rifiutiamo totalmente. Per questo è nostra intenzione contrastare duramente il dilagare di questa cultura retrograda e liberticida con tutti i mezzi a nostra disposizione.
Ci troveremo presto in piazza per ribadire che L'ABORTO E' UN DIRITTO, NON UN DELITTO!