La mostra è stata fortemente voluta dall'Associazione "R.Aiolfi" di Savona che, assieme al Circolo degli Artisti di Albissola Marina e alla Fondazione Cento Fiori, ha voluto con tale esposizione non solo presentare il lavoro di Gioxe De Micheli ma, attraverso la sua opera, ricordare,anche, la figura del critico e storico dell'arte Mario De Micheli, animatore per tanti anni nel secolo scorso della vita culturale ed artistica di Albisola.
In mostra sarà presente il catalogo dell'iniziativa con un testo critico di Silvia Bottaro.
"Un gradito ritorno nel nostro spazio di Pozzo Garitta - dichiarano dal Circolo degli Artisti -: dal 2 al 17 aprile, sarà nostro ospite Gioxe De Micheli".
"Pittura nata, oltre che da un talento ingenito e alimentato dalclima culturale familiare così articolato e di alto livello internazionale vista la professione del padre Mario, nell’alveo della vivace cultura pittorica del Novecento, senza dimenticare come, da maturo artista quale è Gioxe De Micheli, i suoi cicli dedicati al passato (dall’amore per Luca Signorelli al Dürer, da Simone Martini a Pisanello, per citarne alcuni) hanno reso tale tempo antico più vicino a noi, più “umanizzato” raggiungendo un linguaggio proprio, sì rigoroso ma meditato e posto a confronto con le criticità del quotidiano, sottolineando il bisogno della riflessione e di una ponderazione metafisica, financo poetica.
Ha esposto fin da giovane disegnando molto, ancora oggi è creatore di raffinati fogli di grafica. La sua ricerca è incentrata, in qualche maniera, su come noi possiamo percepire le immagini rapportandole con la realtà e si avverte, forse non cercata ma presente, una arcana tensione melanconica che prende avvio dal desiderio, dall’utopia di fissare, in una dimensione fittizia spazio-temporale, la fragilità labile dell’esistenza umana. Gioxe non ha mai fatto parte di alcun “ismo”, o gruppo: è libero nel suo fare arte così rigorosa; è autonomo e originale avendo solide radici culturali e capacità tecnica raffinata (dall’affresco alla grafica).
Personalmente mi ha fatto venire in mente, in qualche modo, un maestro fuori categoria come David Hockney. Le sue figure, inserite nella campagna astratta, avvicinate da alcuni animali (il Nostro ha una personale sensibilità verso la natura e gli animali da essere, in qualche modo, un “naturalista”) diventano ideali pure loro: è lo spazio metafisico creato dal Pittore che gli dà dignità universale; eroi moderni, ricchi di una poetica civile che li rende unici perché nati sulla povertà, la fatica, la solitudine dell’affanno, nonché travaglio a volte del vivere contemporaneo.
E' un narratore acuto e disincantato, interessato ai grandi temi generali indagati nella trama più intima dove si avverte il suo vissuto personale. Importante è il colore. Le sue paste pigmentose sono stese con grazia e armonia, dettate da attenta meditazione e assillo interiore emozionale dove la memoria, la storia è il canovaccio da cui partire per nuove narrazioni dedicate alla vita, alla coscienza, all’etica civile. Da laico sente forte il valore del rispetto dell’Uomo, della Natura, del Lavoro, come ha scritto Renzo Margonari:”… producendo immagini evocative – vocative – narrative, ad alto tasso poetico, che illustrano dubbi e attese del sentire umano attuale (…)” e, tal volta, ciò porta ad essere accantonati nel mondo della critica contemporanea e del mondo consumistico.
Nascono, così, composizioni silenti, coerenti. Il suo colore è vivido grazie a una luce mai stridente, ardente, ma dilatata, leggera, quasi impalpabile (spesso dominano le ocre), vengono meno,a volte, le ombre, ma il chiaroscuro che dà volume è ben preciso e puntuale. Anche nei suoi quadri più grandi e complessi, De Micheli offre una composizione frontale: forse vuole porsi davanti all’osservatore, è un dialogo diretto tra l’autore e il fruitore in un dialogo autentico e onesto, aperto, diretto e senza diaframmi interpretativi.
Spesso i suoi personaggi si possono “leggere” come autoritratti pensierosi, solitari, introspettivi, riflessivi; personaggi di un suo “teatro” un po’ stranito: viaggiatori, filosofi, pazzi, sognatori, lavavetri, venditori di tappeti, madri impaurite e il “regista” di tale stesura teatrale rimane nella buca del suggeritore, guardando il fluire dei gesti, delle emozioni. Narratore di umanità e novelliere di favole della natura: rimando alla luce del suo cielo dove si rincorrono le nuvole, l’albeggiare poetico sul mare, i fiori sbocciati sui rami, il tutto armonizzato da una melodia dolce data dai passaggi innumerevoli delle varie tonalità di colore su cui è basato il quadro. La sostanza pittorica è magra, rilasciata per grandi campiture un po’ come se Gioxe usasse sempre la tecnica antica dell’affresco: in tal senso mi sembra significativo ricordare che ha realizzato, eseguito murales e affreschi di cui uno dei più importanti è Ex-itinere – trittico dei viaggiatori (cm 200×365) del 1993, compiuto per il Palazzo di Giustizia a Milano.
Il malessere della vita quotidiana, sposta l’attenzione di Gioxe De Micheli verso il più debole; la sua ricerca è intensa, seppur non vociata, ma proprio per questo intima nel groviglio labirintico delle problematiche di oggi. Le sue opere incantano per profondità tematica svolta con leggerezza, a volte sottile ironia, meraviglia e suggestione, avvedutezza, creazione e rivelazione."
(Silvia Bottaro)
"Ad Albissola, al Circolo degli artisti in Piazza del Popolo – sarà stato il 1960, partecipai alla mia prima collettiva. Esposi una teletta, forse un 20 x 30, una piccola motocicletta rossa e arruffata. Fu la mia prima collettiva e anche la mia prima opera venduta. Ed ebbi un acquirente d’eccezione: Lucio Fontana. In seguito quante volte avrò esposto ad Albissola? Tante, tante volte, da solo o in gruppo, magari con Giorgio, Gianni, Daniel, Marco, Agostino, al Circolo degli Artisti, ma anche Al Cambusiere, a Pozzo Garitta o nei tanti altri, fervidi luoghi delle estati albissolesi.
Adesso, dopo tanti anni, ritorno al Circolo degli Artisti e lo faccio proponendo un gruppo di dipinti realizzati negli ultimi 5-6 anni e che ruotano attorno a un tema che mi è particolarmente caro, quello del “viaggio”, dell’“esodo”, del “cambio di destinazione”. I protagonisti delle mie opere sono dunque viaggiatori, profughi, ambulanti, esuli in fuga o in attesa di una diversa destinazione.
Ora, se da una parte può essere evidente l’allusione al dramma di una umanità calpestata, offesa, umiliata, dall’altra, attraverso la trasfigurazione, il sentimento poetico, il contrappunto tra realtà e metafora, si dipana una riflessione puramente introspettiva ed esistenziale. Una riflessione che mi ha portato, da sempre, a tentare di raccontare il mio tempo filtrandolo, però, ed elavandolo dalle brutture e dallo spavento attraverso l’invenzione di un mio linguaggio.
Inventare un linguaggio autonomo, cioè nato dalla ricerca personale, non vuol dire non avere “padri nobili”, ci si arrampica sulla spalla di qualche gigante e poi si prova a crescere su se stessi, scavando, scartando, aggiungendo, immaginando, affinando la cifra stilistica. E, attenzione, inventare un linguaggio autonomo non vuol dire “fare a chi le spara più grosse”, il linguaggio in un artista matura e cresce nella tensione etica e creativa, nella libertà della fantasia, nell’identificazione del mondo poetico, nella ricerca della forma e, infine, nella tenace, paziente quotidianità del mestiere.
Mondo poetico, creatività, forma e contenuto, mestiere, tutto questo fa la qualità di un’opera d’arte, qualità che per essere “riconosciuta” ha bisogno, certo, di qualche strumento di conoscenza, ma questi pur fondamentali strumenti da soli non bastano se manca il profondo sentimento “dell’esistere”, perché è proprio questa terrestre dimensione spirituale che sviluppa la sensibilità “a vedere” e a “sentire”. Dunque la qualità in arte dovrebbe essere contenuta, in parte, già negli occhi di chi guarda. Verrebbe voglia di dire che la qualità la capisce chi se la merita." (Gioxe De Micheli)
"Dopo aver parlato di Gioxe non possiamo esimerci dal ricordare la grande amicizia e fondamentale collaborazione, nello scorso secolo, fra la nostra Associazione e suo padre Mario De Micheli" continuano dal Circolo.
"Mario De Micheli, nato a Genova e vissuto a Milano, è stato un critico d'arte, critico letterario e accademico italiano. Storico delle avanguardie artistiche del '900, ha sostenuto con grande passione l'arte di impegno sociale e civile."
"Ecco, nostante questa sua grande dimensione storico/artistica, o forse proprio per quella, fu molto vicino ad Albisola dettandone e condividendone molte delle esperienze che hanno concorso a renderla culturalmente famosa nel mondo."
Inaugurazione sabato 2 aprile alle ore 17.
Orario di apertura: tutti i giorni dalle 17 alle 19. Lunedì chiuso.