Ci risiamo. La destra di regione, come quella di governo, ricorre al gioco delle tre carte per arrivare a dire, un’altra volta, che i morti sono tutti uguali.
Il presidente del consiglio regionale ligure commentando la seduta segue la lunga scia di chi da anni cerca di ridimensionare il ruolo della Resistenza, dimenticando che solo grazie ai patrioti (quelli sì, veri) che lottarono contro il nazifascismo l’Italia mantenne la sua dignità di nazione.
Sbaglia però tempo e luogo il nostro Medusei, se l’oratore ufficiale dell’evento Maurizio Viròli lo rimbrotta con parole inequivocabili: “Sarebbe un giudizio moralmente sbagliato onorare allo stesso modo chi ha lottato e dato la vita per un'Italia libera e chi ha lottato ed è morto per continuare a tenere in vita la Repubblica di Salò sotto il diretto controllo dei nazisti”.
Le opposizioni, per parte loro, chiedono le dimissioni di Medusei: “Le parole del presidente del consiglio regionale a margine della seduta solenne per la commemorazione del 25 aprile sono inaccettabili. Parlare di eccidi da parte dei partigiani e dire che tutte le morti vanno onorate allo stesso modo è uno sfregio alla Resistenza" osservano da PD, M5S, Lista Sansa e Linea Condivisa.
"I morti vanno tutti rispettati e tutti meritano pietà, come ha osservato Viròli, ma non si può comparare chi ha lottato per la libertà con chi invece quella stessa libertà voleva toglierla: ‘la commemorazione spetta solo a chi ha dato la vita perché fossimo liberi’, come ha sottolineato Viròli durante il suo intervento in aula. Chiediamo le dimissioni di Medusei, che ha dimostrato di non essere all’altezza del suo ruolo istituzionale”.
Le dimissioni, naturalmente, non ci saranno. Ma sarebbero gradite.