Vogliamo riproporre ai Lettori alcuni punti salienti dell'avviso di conclusione indagini preliminari, depositato il 17 giugno 2015 dai procuratori Francantonio Granero e Chiara Maria Paolucci.
[…]
"Disastro ambientale doloso aggravato dal verificarsi dell'evento"
A.1 - reato p. e p. dagli artt. 110 e 434 co. 1 e 2 cod. pen., perché, in concorso tra loro, nei rispettivi ruoli societari e aziendali sopra indicati e per il periodo riferibile a ciascuno, adottando le scelte strategiche e le decisioni operative inerenti all'esistenza ed al funzionamento dei gruppi a carbone della centrale termoelettrica Tirreno Power, sita nei comuni di Vado Ligure e Quiliano, omettendo volontariamente e consapevolmente di applicare le misure precauzionali necessarie a ridurre l'inquinamento ed assumendo decisioni finalizzate sempre e soltanto alle soluzioni più redditizie, a scapito dei livelli minimi, almeno, di tutela ambientale, compivano atti diretti a cagionare un disastro ambientale, con pericolo per la pubblica incolumità, disastro effettivamente verificatosi ed attribuibile alle emissioni della centrale, con grave ed estesa immutatio loci, a causa del deterioramento significativo della qualità dell'aria, come provato dai gravi effetti sulla salute di cui al capo A.2, verificatisi nelle aree di ricaduta delle emissioni della Centrale termoelettrica, delle condizioni della flora, provato dalla grave rarefazione della flora lichenica, nonché dei sedimenti marini, per i quali il Piano di monitoraggio per il controllo dell'ambiente marino costiero, curato da ARPAL per conto della Regione Liguria e pubblicato nel 2010 (Ente, quest'ultimo, che, come si vedrà, non ha mai fatto seguire provvedimenti attivi di ambientalizzazione alla mera constatazione e descrizione del disastro) evidenzia che il monitoraggio dei sedimenti dell'ambiente costiero nella stazione di Vado Ligure "ha messo in luce uno stato di contaminazione molto accentuato da metalli pesanti, IPA, PCB, TBT, diossine e pesticidi...riconducibili almeno in parte all'attività della centrale...il cui impatto è legato a fenomeni di inquinamento termico e chimico, in relazione all'impiego di sostanze tossiche antifouling e alla ricaduta dei fumi di combustione dei pennacchi delle ciminiere..."
[…]
"3. fornivano, pertanto, dati sulle emissioni, sia prodotti dal sistema automatico (SME) sia acquisiti in seguito a campagne di misura discontinue di tipo manuale, in piena autonomia e senza alcun controllo da parte delle Autorità preposte, sebbene i valori di concentrazione misurati manualmente risultassero mediamente assai più alti di quelli contemporaneamente forniti dal sistema automatico, con picchi di concentrazioni orarie ben al di sopra del limite autorizzato; […]
6. omettevano, negli anni considerati dall'indagine, tale investimento certamente modesto in termini relativi e, in allora, sicuramente sostenibile dalla società, atteso che i gruppi VL3 VL4 hanno prodotto nel periodo intercorrente tra il 2002 e il 2013 oltre 44.000 GWh, contribuendo per oltre mille milioni di euro al margine di contribuzione della società, pari negli stessi anni a complessivi 3266 milioni di euro, tanto che il consiglio di amministrazione deliberava, nei soli anni 2006-2009, la distribuzione di dividendi lordi per 280,407 milioni di euro, nonché del fondo sovrapprezzo azioni per 148,437 milioni di euro, per complessivi 428,844 milioni di euro risultanti dalla contabilità ufficiale, a fronte di una distribuzione effettiva di utili ai soci, risultante da altre indagini, pari ad almeno 700 milioni di euro;
7. non solo omettevano nuovi investimenti, ma riducevano progressivamente il budget anche per le manutenzioni ordinarie e straordinarie degli impianti, come accertato dalla consulenza disposta dal pubblico ministero sui verbali del consiglio di amministrazione, sui bilanci e sulle poste più significative della contabilità e come confermato dalle intercettazioni telefoniche;
10. non adottavano soluzioni efficaci per il contenimento delle emissioni diffuse provenienti dal parco carbone, avente una capacità di stoccaggio di circa 300.000 tonnellate, adottando, invece, una misura di contenimento solo apparente e, in ogni caso, inadeguata, consistente nello spruzzare acqua che, secondo quanto risulta dalle intercettazioni telefoniche, non finiva nemmeno sul deposito di carbone […]
13. presentavano, sempre, richieste di modifica delle autorizzazioni in senso peggiorativo per l'ambiente e vantaggiose, in termini economici, per la Società (Tirreno Power, ndr) […]
14. dichiaravano falsamente di aver adeguato lo SME (sistema monitoraggio emissioni, ndr), tra l'altro collocato nei condotti orizzontali (anziché al camino, come prescritto dall'AIA 2012)[…]
16. gestivano in maniera illecita le ceneri di carbone e le ceneri da olio combustibile denso che, nonostante il divieto di legge (perché le seconde costituiscono "rifiuto speciale pericoloso"), venivano miscelate con le prime ed avviate a recupero con codice CER falsamente attribuito e riconducibile alle sole ceneri leggere di carbone, in ogni caso non miscelabili con quelle da OCD, mentre trituravano le ceneri "pesanti" di carbone in modo da camuffarle in leggere.
17. tenevano le dette condotte nonostante la letteratura scientifica sulle centrali a carbone avesse provato, quanto meno dal 1995, il grave impatto della combustione del carbone sull'ambiente e sulla salute e nonostante i dati in possesso della società (studio di biomonitoraggio del 2006/2007 commissionato dalla Società in esecuzione dell'obbligo. impostole con nota n. 10541/VIA/A.0.13.B di non assoggettabilità alla VIA dell'8 ottobre 2001) documentassero già, in concreto e con specifico riferimento alla situazione locale, un diffuso danno all'ambiente circostante la Centrale".
[…]
"Disastro sanitario colposo aggravato dal verificarsi dell'evento"
A.2 - delitto di cui agli artt. 40 co 2, 113, 434 co. 2, 449 cod. pen., perché, in cooperazione colposa, nei rispettivi ruoli societari e aziendali sopra indicati e per il periodo riferibile a ciascuno, gestivano la centrale Tirreno Power di Vado Ligure e Quiliano secondo le modalità di cui al capo che precede, da aversi qui come integralmente riportate e recepite e, segnatamente, violando le specifiche disposizioni di legge e le prescrizioni autorizzative, per quanto lacunose, carenti o abusivamente favorevoli all'ingiusto interesse aziendale, e omettendo, in ogni caso, l'adozione di tutte le cautele gestionali ed impiantistiche rese possibili dalle più moderne tecnologie disponibili, idonee, quanto meno, a limitare il danno, con conseguente pericolo per la pubblica incolumità, in concreto e per colpa cagionavano, ovvero non impedivano, pur avendone l'obbligo giuridico, nelle aree di ricaduta delle emissioni della centrale termoelettrica alimentata a carbone Tirreno Power, sita nei comuni di Vado Ligure e Quiliano e per cause attribuibili alle emissioni della centrale, come conseguenza rappresentabile e prevedibile, anche se non voluta, un eccesso di morbilità e di mortalità, tra la popolazione residente nelle aree di ricaduta delle sue emissioni, di entità tale da integrare l'evento di disastro sanitario, effettivamente verificatosi, quantificabile in malattie e decessi accertati nella misura che segue:
1. un numero di 298 ricoveri di bambini per patologie respiratorie […]
2. un numero di 2161 ricoveri di adulti per malattie cardiovascolari e respiratorie […]
3. un numero di 657 morti per malattie cardiovascolari e respiratorie […]
4. un numero di ricoveri e di decessi di entità proporzionalmente equivalente anche negli anni di esercizio successivi. […]
Ciò per imprudenza, negligenza ed imperizia e, comunque, in violazione del principio di precauzione. […]".
Le ciminiere oggi non fumano più. Il carbone è stato smantellato. Ma 800 MegaWatt a gas continuano a girare a tutta forza tra le case.