Dal 23 al 26 in prima visione Emily: diretto da Frances O’Connor e magistralmente interpretato dalla star della serie televisiva Sex Education Emma Mackey, il film racconta l’appassionante vita di una delle scrittrici più amate di tutti i tempi, Emily Brontë. Incessantemente alla ricerca della libertà artistica e personale, Emily a meno di trent’anni scrive Cime tempestose...
Dal 27 al 29 Io vivo altrove!, esordio alla regia per Giuseppe Battiston che, con grazia e misura, e in chiave moderna, propone un apologo di sogni e prese d'atto, liberamente tratto dal romanzo di Flaubert Bouvard e Pécuchet: a metà della loro vita Biasutti e Perbellini decidono di dare una svolta al loro destino e di trasferirsi in campagna a fare i contadini e vivere finalmente liberi e autosufficienti...
Sempre dal 27 al 29 il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia Tutta la bellezza e il dolore: Laura Poitras, giornalista e regista già premio Oscar con il documentario Citizenfour, dà luce a un documentario emozionante, incentrato sulla vita della grande fotografa Nan Goldin a partire dalla sua infanzia, passando per la New York underground dei primi anni ’80, fino alla strenua lotta contro la Purdue Pharma, colosso dell’industria farmaceutica responsabile della crisi dei farmaci oppiacei all'origine di centinaia di migliaia di morti...
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| | Emily di Frances O'Connor con Emma Mackey, Oliver Jackson-Cohen, Fionn Whitehead Gran Bretagna 2022, 130' ven 23 giu (15.15 - 18.00 - 21.00) sab 24 giu (15.15 - 18.00 - 21.00) dom 25 giu (15.15 - 18.00 - 21.00) lun 26 giu (15.15 - 18.00 - 21.00) Profondamente influenzata dalla morte della madre, dai confini imposti dal padre e dalla vita familiare, dal rapporto con le sorelle Charlotte e Anne e dall’amato fratello Branwell, Emily è incessantemente alla ricerca della libertà artistica e personale. Una ricerca irrefrenabile, fervida e impetuosa che esplode nella creazione di uno dei più grandi romanzi di tutti i tempi: a meno di trent’anni scrive Cime tempestose... Cosa si nasconde dietro la creazione di un capolavoro? Emily, diretto da Frances O’Connor e magistralmente interpretato dalla star della serie televisiva Sex Education Emma Mackey, racconta l’appassionante vita di una delle scrittrici più amate di tutti i tempi, Emily Brontë. «Emily è una donna forte, ribelle, sensibile, ispirata, piena di fascino» dice la regista «è la sorella meno in vista, adorata da una nicchia di fedelissimi che l’hanno eletta a loro eroina proprio perché fuori dagli schemi». Penultima arrivata in casa Brontë, Emily nacque nel 1818 e crebbe a Haworth, nello Yorkshire, sul limitare della brughiera. Conobbe presto il dolore: perse nel 1821 la madre e a distanza di poco, nel 1825, le sue due sorelle maggiori, Maria e Elizabeth, morte entrambe per una tubercolosi. Le tre Brontë rimaste – Emily, Charlotte e la piccola Anne – si sarebbero in seguito dedicate alla scrittura, esordendo tutte nello stesso anno: nel 1847 uscirono, a breve distanza l’uno dall’altro, Jane Eyre di Charlotte, Cime tempestose di Emily e Agnes Grey di Anne. «Ho sempre amato le sorelle Brontë» racconta Frances O’Connor. «Ai tempi del mio primo film internazionale (Mansfield Park, adattamento dell’omonimo romanzo di Jane Austen), approfittai della fine delle riprese per fare un giro nello Yorkshire. Era la prima volta che ci andavo e la visita a Haworth mi toccò profondamente. Ricordo che camminando per la brughiera pensai a quanto mi sarebbe piaciuto un giorno scrivere qualcosa di mio. Poi ho proseguito per anni la mia carriera di attrice senza più pensarci, finché il bisogno di scrivere non si è risvegliato, e sono tornata a quella prima ispirazione. C’erano diversi aspetti di Emily con i quali mi identificavo. Esperienze della sua vita trasposte nelle pagine di Cime tempestose che sentivo vicine alle mie e nelle quali credo che molte donne possano riconoscersi. È da questo sentimento di prossimità che ha preso corpo il film. Avrei potuto scrivere una pura e semplice biografia, ma mi sembrava che non avrei aggiunto molto a quello che era già stato fatto. Volevo trovare un modo per rendere omaggio a Emily, e il risultato è un film in stretto dialogo con Cime tempestose e dotato di un impianto spiccatamente narrativo, a tratti quasi fiabesco». |
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| | di Giuseppe Battiston con Giuseppe Battiston, Rolando Ravello, Teco Celio Italia/Slovenia 2023, 104' mar 27 giu (15.30 - 21.00) mer 28 giu (18.00) gio 29 giu (15.30 - 21.00) Biasutti, un bibliotecario vedovo e Perbellini, un impiegato dell'Enel scapolo e ancora tiranneggiato dalla madre, hanno lo stesso nome, Fausto, e odiano entrambi la vita nella grande città. I due Fausto si conoscono per caso durante una gita per fotoamatori, diventano amici e iniziano a coltivare il sogno di andare a vivere in campagna, mantenendosi con il frutto delle proprie fatiche. Quando Biasutti eredita la vecchia casa della nonna in un remoto paese del Friuli, il sogno può finalmente realizzarsi. L’accoglienza in paese, però, si dimostra meno calorosa del previsto... Non è mai troppo tardi, soprattutto c'è sempre tempo per rialzarsi. È quello che provano a fare i due protagonisti di Io vivo altrove!, esordio alla regia per Giuseppe Battiston che, con grazia e misura, e in chiave moderna, propone un apologo di sogni e prese d'atto, liberamente tratto dal romanzo di Flaubert Bouvard e Pécuchet. A metà della loro vita, Biasutti e Perbellini decidono di dare una svolta al loro destino e di trasferirsi in campagna a fare i contadini e vivere finalmente liberi e autosufficienti. Naturalmente rimarranno delusi. Pensano di trovare la serenità dell'Arcadia e si scontrano invece con i problemi di sempre: la prepotenza dei potenti, la sospettosità dei vicini, l'egoismo e l'ignoranza. Nel fallimento ci mettono anche del loro: per coltivare il terreno o per produrre birra artigianale confidano troppo nella teoria (i libri del bibliotecario); per rendere più abitabile la casa si affidano alle improbabili nozioni tecniche dell'impiegato dell'Enel. Sembra la sconfitta di una bella e vacua utopia e invece arriverà qualcosa a rovesciare la situazione. Se i protagonisti di Bouvard e Pécuchet, concepito nell'Ottocento, avevano scarsa fiducia nel genere umano e scontavano il loro "eccesso di erudizione", i protagonisti di Io vivo altrove! sono persone del nostro tempo, e la loro risorsa è di restare ottimisti malgrado tutto. Battiston dirige con mano leggera, non sottolineando né calcando la mano, in sintonia con il suo stile d'attore. Punto di forza del film è il cast, assolutamente ben scelto, dove spicca la chimica perfetta della coppia Battiston-Ravello.
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Tutta la bellezza e il dolore | | (All the Beauty and the Bloodshed) di Laura Poitras con Nan Goldin USA 2022, 113' - in inglese con sottotitoli in italiano Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia 2022 mar 27 giu (18.00) mer 28 giu (15.30 - 21.00) gio 29 giu (18.00) L’incontro tra due donne, la regista Laura Poitras e la fotografa Nan Goldin, dà luce a un documentario emozionante, incentrato sulla vita della grande fotografa a partire dalla sua infanzia, fino alla strenua lotta contro la famiglia Sackler e la Purdue Pharma, colosso dell’industria farmaceutica, responsabile della promozione aggressiva dell'antidolorifico OxyContin, scatenante la crisi degli oppiacei e il consumo indotto di farmaci all'origine di centinaia di migliaia di morti... Laura Poitras, giornalista e regista, già premio Oscar nel 2015 con il documentario Citizenfour, dedica la sua nuova opera alla figura della celebre fotografa, costruendo un “album dei ricordi” formato da diapositive, polaroid, dialoghi intimi, rari filmati, scatti famosi e inediti che congiungono passato e presente, spazio privato e spazio pubblico. Il film è costruito su tre fronti narrativi intimamente e indissolubilmente legati: il racconto della Goldin bambina, la cui infanzia fu segnata dalla perdita della sorella maggiore Barbara, il ritratto della New York underground dei primi anni ’80, terreno fertile per la controcultura, infine, la militanza politica e civile contro la casa farmaceutica Purdue Pharma, di proprietà della famiglia Sackler e direttamente coinvolta nella deliberata diffusione di oppiacei sottoforma di antidolorifico. Con la fotografia, strumento di protesta, presa di coscienza slegata da ogni condizionamento, Nan Goldin ha ritratto un mondo disperato che cammina funambolicamente tra dipendenze, amore e morte facendosi specchio riflettente e deformante dei malesseri più segreti dell’America dei suoi anni e oggi, grazie alle azioni di protesta del gruppo P.A.I.N., da lei fondato, è decisa a denunciare i Sackler ed eliminare lo stigma sulla dipendenza. Tutta la bellezza e il dolore è un’opera potente, disvelante e scomoda, un film che dovrebbe essere premiato soprattutto per il coraggio di una donna che ha saputo confrontarsi con le logiche spietate della Purdue Pharma. |
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