News23 luglio 2023 16:19

Rigassificatore: il no di Rifondazione

"Diversi studi scientifici, tra cui quelli commissionati da Legambiente, WWF e Greenpeace, smentiscono clamorosamente le superficiali parole del presidente regionale Toti che molto incautamente afferma che impianti di questo tipo non hanno alcun impatto ambientale"

Rigassificatore: il no di Rifondazione

"La scelta di collocare una nave rigassificatrice, peraltro a soli 4 chilometri dalla costa, al largo di Vado Ligure è una scelta molto pericolosa e sbagliata". Così la segreteria provinciale di Rifondazioe Comunista, che prosegue:

"Diversi studi scientifici, tra cui quelli commissionati da Legambiente, WWF e Greenpeace, smentiscono clamorosamente le superficiali parole del presidente regionale Toti che molto incautamente afferma che impianti di questo tipo non hanno alcun impatto ambientale".

"A tal proposito, alcuni anni fa, il famoso divulgatore scientifico Piero Angela affermava:

"Una nave metaniera, che trasporta gas liquefatto a bassissima temperatura, contiene un potenziale energetico enorme. Se nelle vicinanze della costa, per un incidente, la nave si spezzasse e dovesse rovesciare in mare il gas liquefatto, potrebbe cominciare una sequenza di eventi catastrofici. Il gas freddissimo, a contatto con l'acqua di mare, molto più calda, inizierebbe a ribollire, a evaporare e formare una pericolosa nube. Questa nube di metano evaporato potrebbe viaggiare spinta dal vento, verso la terraferma. Scaldandosi lentamente la nube comincerebbe a mescolarsi con l'aria.

Una miscela fra il 5 e il 15 percento di metano con l'aria è esplosiva.

Se questa miscela gassosa, invisibile e inodore, investisse una città, qualsiasi (inevitabile) scintilla farebbe esplodere la gigantesca nube. La potenza liberata in una o più esplosioni potrebbe avvicinarsi a un megaton: un milione di tonnellate di tritolo, nell'ordine di potenza distruttiva delle bombe atomiche. Le vittime immediate potrebbero essere decine di migliaia, mentre le sostanze cancerogene sviluppate dagli enormi incendi scatenati dall'esplosione, ricadendo su aree vastissime, sarebbero inalate in "piccole dosi", dando luogo a un numero non calcolabile, ma sicuramente alto, di morti differite nell'arco di 80 anni.

Si tratta di uno scenario assolutamente improbabile, ma non impossibile. Quello della metaniera, che si spezza vicino alla costa, viene definito il peggior scenario energetico possibile. Cioè l'incidente più catastrofico immaginabile fra tutte le fonti energetiche".

Di questo, dunque, si tratta e non di una innocua attività come vorrebbe farci credere Toti; non a caso impianti di questo genere sono sottoposti alla Legge "Seveso", la normativa che disciplina le attività ad elevato rischio. Peraltro nel comprensorio di Vado-Quiliano esistono già altre tre attività sottoposte alle normative della "Seveso", per cui, in caso di incidente, una possibile reazione a catena potrebbe avere conseguenze ancor più devastanti.

E' da considerare che gli altri impianti italiani offshore sono posti a distanza dalla costa ben maggiori dei 4 km previsti per quello di Vado: a Livorno un impianto analogo è situato a 22 km dalla costa e quello in provincia di Rovigo a 15 km.

Oltre al problema primario, ineludibile, della sicurezza, occorre inoltre tener conto che si avranno anche conseguenze ambientali negative sul tratto di mare interessato, principalmente per lo stress termico causato dalla reimmissione a temperatura più basse di circa 7 gradi di grandi quantità di acqua di mare prelevata e utilizzata per il riscaldamento del gas liquefatto e per l'imponente immissione di cloro, peraltro in un tratto di mare che si trova nel cuore del Santuario dei cetacei e in prossimità dell'Area marina protetta di Bergeggi.

Le conseguenze sulla qualità del mare avranno sicuramente un impatto negativo sulle fondamentali attività balneari e turistiche del nostro territorio.

Questa scelta, inoltre, condanna la Liguria a diventare percentualmente la regione italiana maggiormente dipendente dalla produzione e trasformazione di energia da fonti fossili.

Invitiamo, per tutti questi motivi, le Amministrazioni comunali interessate (da Celle Ligure a Spotorno, oltre ad alcune della Valbormida) a non accontentarsi delle compensazioni previste, non a caso proprio per il rilevante impatto sul territorio, dalle norme, e delle narrazioni della SNAM e di Toti, ma di affidarsi alle valutazioni di esperti super partes" concludono da Rifondazione.



comunicato stampa