Lettere alla Nuova03 agosto 2023 12:48

Rigassificatore a Savona: l'ultima scelta energetica insostenibile

Storicamente, nel nostro comprensorio, il problema energetico è sempre stato declinato in modalità e con impianti molto impattanti. Sin dall'ottocento, ci furono la siderurgia e la cokeria: la prima venne dismessa gradualmente e la seconda è tuttora delocalizzata nell'entroterra

Rigassificatore a Savona: l'ultima scelta energetica insostenibile

Nel secondo dopoguerra, ecco la centrale termoelettrica a carbone, poi convertita a metano a fine millenio, dopo un contrastato iter, per gravi motivi di salute pubblica e ambientali.

Oggi, dopo l'annuncio del Governatore ligure Toti, ecco  la prospettiva del rigassificatore del Gas Naturale Liquido nel golfo di Savona – Vado, con relative strutture di supporto sparse sul territorio comprensoriale adiacente.

Sostituire il metano russo con quello liquido USA costituisce una svolta strategica antistorica e insostenibile. 

L'intera filiera di questa tecnologia non offre alcuna virtuosità concreta e socialmente diffusa, esclusi i profitti notevoli di  pochi grandi enti privati.

Il gas estratto e liquefatto a -162°in America sarà trasportato su nave frigorifera per 7000 km fino al nostro rigassificatore, li riscaldato e immesso infine nella rete metanifera. 

Il sistema previsto - di durata limitata al 2035 - comporta investimenti strutturali-impiantistici miliardari e costi di gestione molto elevati, conseguenti a una grande dispersione energetica sia per il raffreddamento e il mantenimento a -162° durante il trasporto, sia per il riscaldamento necessario alla rigassificazione finale.

Tali costi peggioreranno quelli di tutti i prodotti e servizi della quotidianità, causa la loro componente energetica intrinseca, oltre a quelli delle bollette e dei trasporti; una specie di tsunami peraltro già in corso sulle condizioni socio-economiche dei cittadini e sulla bilancia dei pagamenti dello stato.

Inoltre questa transizione tecnologica peggiorativa allontana l'indipendenza e l'autonomia energetica, spostando il condizionamento che può soffocare la qualità della nostra vita dalle mani orientali a quelle occidentali, che padroneggiano giacimenti e mercati di gas e petrolio.

Infine rimane il peggioramento dell'equilibrio ecologico del comprensorio, consistente nell'inquinamento del mare (ammoniaca) e dell'aria legato alla rigassificazione.  

In concreto, l'impianto di rigassificazione è classificato al più alto livello di pericolosità (esplosiva) della scala Seveso.

Nel caso di una perdita di gas liquido, si forma una nuvola di gas più pesante dell'aria, che con la concentrazione del 15-25% diventa esplosivo. In caso di vento di mare il pericolo potrebbe raggiungere  Savona e Vado con  conseguenze facilmente immaginabili. ( Sarebbe quel che succede quando si verifica una perdita di metano in una abitazione, ma in scala centuplicata... ).

L'evento studiato dagli esperti fu presentato in un programma TV nel 2007 da Piero Angela. Sebbene valutato con una probabilità relativamente bassa, data la distanza del rigassificatore dalla costa, fu ritenuto tuttavia possibile poiché i venti persistenti verso terra non sono rari. 

Del resto quanti eventi disastrosi ritenuti impossibili si sono invece verificati ? Quelli nucleari di Chernobyl e di Fukushima (tsunami impensabile), sono la testimonianza incancellabile di una eredità mortale. Senza dimenticare quelli forse un po' meno gravi: di tipo chimico, come la diossina di Seveso e quelli precedenti del DDT e del Mercurio in Giappone. Completano la rassegna degli ultimi anni, gli incendi inarrestabili in Australia, e quelli del Canada che hanno affumicato le città di confine degli USA, qualche settimana fa grazie al vento persistente per alcuni giorni.

Dunque il Governo Nazionale e quello della Regione Liguria hanno deciso comunque di attuare questo progetto dissennato, contravvenendo a tutti gli accordi internazionali Cop e alle direttive UE, che  prevedono la transizione energetica verde, sebbene gradualmente, ma che escludono nuovi impianti a combustibili fossili sin da subito, anche a metano. 

Quindi ci saranno comminate le onerose sanzioni UE previste per l'infrazione della regola. 

Sul piano etico il governo e i parlamentari favorevoli si rendono responsabili rispettivamente di omissione di atti di buon governo e di mancata tutela dei diritti e interessi dei cittadini.

Certamente saranno condannati anche dal tribunale morale News Generations, per l'aggravamento delle criticità socio-economiche e ambientali causate, invece del risarcimento doveroso previsto da un preciso patto del PNRR, consistente nelle mancate, ma possibili iniziative atte a migliorare la vivibilità globale futura.

Infine l'impatto negativo colpirà l'iniziativa simbolo della rinascita del nostro comprensorio “Savona Capitale della Cultura”.

Infatti la scelta del GNL e del Rigassificatore nel golfo Vado-Savonese è assolutamente priva di ogni senso nobile della Cultura essendo piuttosto antistorica, antiecologica, antieconomica e antisociale sebbene aumenti di qualche decina i posti di lavoro.

Viceversa questa prospettiva disastrosa potrebbe essere ribaltata, sebbene gradualmente, in tutti i punti, applicando la direttiva UE della transizione energetica mediante l'idrogeno verde. 

Si tratta di utilizzare tutte le componenti della cultura tecnologica più innovative e virtuose, che consentono di utilizzare l'H estratto dall'acqua di mare con elettrolizzatori alimentati da energie sostenibili e rinnovabili, per sostituire il metano in numerose applicazioni.

Invece del rigassificatore, la riconversione graduale a H della centrale di Vado produrrebbe effetti definitivamente positivi a 360°in tempi brevi, costi di investimenti decimati, e definitivamente ridotti dell'energia elettrica. ( vedi progetto su trucioli.it e la nuova savona....).

Certamente la transizione energetica ecologica e definitivamente sostenibile, comporta costi ed effetti collaterali sul sistema socio-economico attuale. Tuttavia si tratta di investimenti produttivi, mentre continuare a rimandare e/o attuare scelte conservative opposte e dannose per tutelare interessi economici di pochi, causa per la collettività oneri sempre più gravi. 

Comunque per recuperare fondi e incentivi per sostenere industrie e cittadini durante la transizione, non pare particolarmente difficile organizzare una procedura per distribuire in modo equo i costi.    

Un patto eticamente corretto e partecipato da una collettività energetica nazionale virtuosa. 

Ad esempio, il governo dovrebbe tassare gli extra profitti miliardari lucrati dagli enti che hanno gestito il mercato dei combustibili fossili, dall'inizio della guerra in Ucraina. Atto da molti ritenuto doveroso non solo eticamente ma anche di rilevanza costituzionale, poichè l'aumento speculativo dei prezzi e delle bollette  ha destabilizzato il sistema economico nazionale e i bilanci familiari dei cittadini. Non si tratterebbe di una manovra fiscale vessatoria nei confronti di Eni, Agip, Enel e altri enti privatizzati a partecipazione statale, che già godono del privilegio di pagare le tasse in Olanda o in altri paradisi fiscali, che di fatto gestiscono le attività con finalità di profitto privato piuttosto che di interesse nazionale.

Tale gettito fiscale servirebbe per facilitare, tra l'altro, la transizione alla mobilità elettrica, evitando le manovre protezionistiche che la contrastano con un fuoco di sbarramento in buona parte pretestuoso. 

Ma anche per sostenere le industrie per produrre un modello di auto elettrica “spartano” senza superaccessori non essenziali che, secondo gli esperti, quasi ne raddoppiano il costo. 

Oppure anche per incentivare chi rottama un'auto a carburante fossile e passa all'elettrica, con un bonus massimo se 100% elettrica, ma diminuito per le ibride in proporzione all”effettiva autonomia a batteria. 

Inoltre il bollo dovrebbe essere abolito solo per le auto full electric, oltre i 5 anni attuali, ma applicato in proporzione alla potenza del motore a scoppio e all'inquinamento prodotto dalle altre.

In conclusione rimane sospeso un ultimo interrogativo preoccupante: per quale motivo un impianto così pericoloso e rifiutato a Piombino dalla cittadinanza tutta, con in testa il sindaco anch'esso del più importante partito di governo che lo vuole imporre, viene invece  eccolto a braccia aperte dal governatore Toti, anche lui esponente della maggioranza governativa? Forse perchè e la popolazione interessata che fa la differenza e i savonesi sono considerati disponibili o peggio incapaci di difendere il proprio territorio da imposizioni esterne?...o chi sa cos'altro ! 

Giovanni Maina