"Noi rivendichiamo il diritto di immaginare il nostro futuro di sviluppo, ha concluso il sindaco."
E' stata questa la frase più significativa pronunciata dal sindaco di Savona Marco Russo nell'assemblea svoltasi il 31 agosto presso la SMS Fornaci. Assemblea avente come tema prima di tutto i termini di conoscenza circa la collocazione di un rigassificatore nella nostra rada portuale. Posizionamento dell'impianto che la Presidenza della Regione Liguria vorrebbe imporre seguendo tortuose logiche di promozione politica personale da parte del Presidente stesso e di altri amministratori locali.
L'intervento del primo cittadino di Savona (città capoluogo di Provincia: particolare da non dimenticare) ha delineato la linea "critica" dell'amministrazione nel merito della vicenda e ha avuto altre "punte" di espressione di spessore politico: ci limitiamo però ad una analisi della frase appena contestualizzata.
L'intento espresso dal Sindaco va declinato attraverso la capacità di esprimere autonomia nell'indicazione delle linee da portare avanti da parte della Città sul terreno economico-sociale.
Linee che debbono essere espressione di una progettualità che pure è stata presentata in campagna elettorale raccogliendo il consenso.
Si sta affrontando la complessità del sistema di relazioni istituzionali, con i Comuni del Comprensorio (la cui dimensione, nella fattispecie, va sicuramente allargata dall'area portuale - vecchio PRIS - alla Valbormida), con la Provincia, il Governo e soprattutto con la Regione Liguria. Il tema del rapporto tra sistema degli enti locali e Regione è tema di carattere generale che nella fattispecie riguardante Savona appare particolarmente delicato in diversi punti delle sue possibili articolazioni (non dimenticando la questione della rappresentanza di Savona nell'ambito dell'Autorità di Sistema portuale).
Da parte della Regione si punta evidentemente a marginalizzare il ruolo della città di Savona e a trasformarne l'area di riferimento come una sorta di "hub" di risoluzione delle contraddizioni (in particolare di carattere ambientale, ma anche sanitario) che riguardano altre zone della Regione (Genova, Ponente).
Questo punto non va affrontato in senso difensivo-campanilistico ma mettendo in campo sia la qualità progettuale, sia la forza politica necessaria per far sì che emerga una affermazione assieme di identità e di presenza territoriale.
E' questo un punto che non può essere affidato soltanto all'amministrazione comunale ma che deve essere oggetto di riflessione e iniziativa prima di tutte delle forze politiche e ancora dei soggetti rappresentativi dell'impegno associativo del mondo del lavoro, sia sul piano della rappresentanza dei lavoratori, sia dei settori imprenditoriali.
Esistono priorità ineludibili
a) l'isolamento sul piano infrastrutturale;
b) la sanità pubblica;
c) la riqualificazione delle aree su cui basare la prospettiva di nuovi insediamenti produttivi senza i quali il progetto del "futuro di sviluppo" rischierebbe di rimanere perlomeno incompleto.
Così in questa occasione si è trattato soltanto di qualche accenno in relazione ad un disegno che ha bisogno di essere tenacemente portato avanti da Savona, dalla sua comunità, dal suo territorio che non può essere limitato in angusti confini cittadini ma ha assolutamente bisogno di respirare l'aria di riferimenti ampi geograficamente, culturalmente, nell'insieme dei risvolti sociali e politici.