Cultura03 febbraio 2024 17:41

Vivere e amare Savona

In questo ultimo periodo Qui Arte, una brillante associazione artistica e culturale, si è assunta il compito non solo di presentare mostre di vari artisti ma soprattutto di dare nuova vita al Priamar e alle sue cellette (di Renata Rusca Zargar)

Vivere e amare Savona

 

Chi ha viaggiato un pochino sa che spesso ci si imbatte in località dove magari un gruppo di sassi più o meno datati sono evidenziati e illuminati a giorno e specialmente amati e rispettati perché portatori del passato e della civiltà di quella gente.

Savona, invece, è sempre stata restia ad ammirare le grandi opere che pure possiede, ha dimenticato spesso di pubblicizzarle adeguatamente in Italia e all’estero e si è ricoperta di una modestia non  richiesta. L’arte e la storia, infatti, generano lavoro e non costringerebbero molti dei nostri giovani a recarsi a vivere altrove.

Il Priamar (https://it.wikipedia.org/wiki/Fortezza_del_Priamar), in particolare, seppur posizionato a pochi passi dal centro cittadino, è stimato dai “savonesi doc” come lontano e difficilmente accessibile, se non per portarci i cagnolini a fare i bisogni.  

Per questo va riconosciuto a Qui Arte il grande merito di aver organizzato incontri culturali, letterari, artistici sotto il titolo di “Venerdì in Fortezza” proprio nelle storiche cellette. 

Venerdì 2 febbraio, ad esempio, il dottor Furio Ciciliot ha parlato proprio di “Vivere e amare Savona”. Che cosa significa? Forse, vuol dire  essere immersi, conoscere e amare un sito che ha preso vita ben 2229 anni fa. 

Savona è un luogo desiderabile per il clima (come ha ribadito il dottor Furio, uno dei più favorevoli a livello nazionale), per la ricchezza di acqua, per le facili comunicazioni verso l’entroterra e i commerci, per il porto protetto dai venti, per il mare con i suoi pesci, per i boschi dei dintorni… Insomma, Savona è ricca e importante, patria di due papi e di tanti artisti, di esploratori, come l’audace Leon Pancaldo, operosa di industrie, immaginifica nelle strade e negli eleganti palazzi. Persino l’idioma locale, ha concluso il relatore, non è un dialetto ma una lingua perché si è evoluta direttamente dal latino.

Forse, un po’ di orgoglio aiuterebbe noi Savonesi ad accogliere in modo meno scorbutico i tanti turisti che oggi sono più numerosi. Forse, potremmo provare a sentirci eredi di una cultura che travalica i tempi e che ha dato parecchio all’Italia e al mondo.

Certamente, chi ha assistito alla conferenza del dottor Ciciliot ha fatto un passo avanti su questa strada. 

Renata Rusca Zargar

 

Dedicata a Savona, la poesia di una persona proveniente dal Kashmir che ha molto apprezzato questa città.

Pria- ma

(per il Priamar di Savona)

Dalle tue rocce, gli androni,

la cisterna

emergono resti della città antica:

invasioni-abbandono-occupazione

nel tempo ed oggi ancora

le tue alte muraglie

sfidano gli assalti nemici.

I tuoi occhi silenziosi

nascondono 

i resti scenografici: sul mar

delle avventure Leon Pancaldo

con ali delle onde

alto all’orizzonte

navi alla scoperta del mondo.

Oggi dietro di te

orgogliosa - testa in alto

la torre del Brandale

circondata dalla vita moderna

in lotta con i tempi

a raccontare vicende e sfide -la storia-

alle generazioni a venire.

Alle  tue spalle 

coperte 

di lunghe ruvide

file di montagne 

rocciose

bagnate nel mare.

I Romani chiamavano

Savo 

oppidum alpinum.

Zahoor Ahmad Zargar

(dal volume “L’albero dei Millefiori. Poesie”)

Renata Rusca Zargar

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