News04 febbraio 2024 14:53

Liguria, porta della droga in Europa

"Cambiare le politiche della sicurezza in Liguria sarà possibile solo se si investe sull’attività investigativa ed il coordinamento"

Liguria, porta della droga in Europa

 

"Sul territorio della città metropolitana di Genova dal 2020 sono aumentati in modo preoccupante i reati “mordi e fuggi” per racimolare pochi euro. Fenomeno che si presenta molto spesso anche su tutto il territorio ligure" osserva Roberto Traverso (Segretario SIAP Genova e componente della Segreteria Nazionale del SIAP).

 

"In particolare le cosiddette “spaccate” delle vetrine dei negozi sono ormai all’ordine del giorno alimentando disagio e percezione d’insicurezza tra la gente oltre che danni materiali che ricadono su commercianti ormai esasperati.

 

Si delinque per pochi euro prima di tutto per comprare la droga che le organizzazioni criminali spacciano diffusamente sul territorio ligure dove incredibilmente non è mai stata aperta una discussione seria e concreta sulla presenza di due porti, Genova e Savona che, nelle dovute proporzioni, rappresentano la porta del Mar Mediterraneo del commercio di stupefacenti in Europa".

 

"Aumentano quindi i disperati, spesso affamati, che delinquono sul territorio e naturalmente non è certo possibile (e non sarebbe nemmeno sensato), pensare di mettere un operatore in “divisa” davanti ad ogni esercizio presente sulle pubbliche vie.

 

Questa situazione conferma quanto il SIAP sostiene da tempo, ovvero che occorre un urgente cambiamento di rotta sulle politiche della sicurezza a Genova ed in Liguria".

 

"Prima di tutto per far diminuire lo spaccio di stupefacenti occorre combattere le organizzazioni criminali che sfruttano chi spaccia e questo sarà possibile solo se si investe sull’attività investigativa ed il coordinamento.

 

Altra assoluta priorità è quella di cominciare ad investire concretamente per rendere efficienti, efficaci ed adeguati i “servizi sociali” sul territorio".

 

"Sono passati 4 anni - ricorda Traverso - da una nostra iniziativa sulla sicurezza molto partecipata che si è tenuta a Sampierdarena presso il Centro Civico e l’argomento era quello della “desertificazione sociale” che affliggeva allora già da tempo il territorio genovese. Ebbene oggi, la situazione dopo la pandemia è addirittura peggiorata.

 

Per esempio i SERT (Servizi per le Tossicodipendenze) sono insufficienti e soprattutto non sono interconnessi efficacemente con gli ospedali cittadini.

Si tratta di un servizio garantito per legge dalla Regione Liguria attraverso le ASL di propria competenza. Naturalmente le visite presso il SerT sono gratuite, non c'è bisogno della prescrizione medica e sono ad accesso libero negli orari e nei giorni stabiliti da ciascuna azienda sanitaria. I SERT forniscono diagnosi, effettuano prestazioni volte ad orientare e supportare psicologicamente chi ne ha bisogno anche attraverso terapie perché l’obiettivo è quello di liberarlo dalla dipendenza.

Purtroppo però malgrado l’encomiabile sforzo professionale di chi ci lavora dovrebbero essere rafforzati e organizzati meglio per riuscire a dare una migliore risposta sul territorio genovese e ligure.

La situazione è ancora più grave nel caso di detenzione di tossicodipendenti che non usufruendo in carcere di servizi di supporto psicologico adeguati molto spesso tornano immediatamente a delinquere appena rimessi in libertà.

 

Bisogna quindi che chi governa la Regione Liguria ed i Comuni delle città più popolose non si limiti a considerare l’argomento sicurezza come un baluardo del proprio consenso elettorale basato sulla percezione della DIVISA SUL TERRITORIO ma che comincino a collaborare con i Prefetti ed i Questori assicurando “servizi sociali” adeguati in modo da lenire la “desertificazione sociale” che crea appunto insicurezza percepita". 

com